Lo scorso 8 aprile dispacci di alcune agenzie di notizie straniere hanno
informato circa la realizzazione di una denominata tavola rotonda
celebrata nell'Hotel Biltmore, di Coral Gables, a Miami. I protagonisti sono
stati la fauna mafiosa di sempre, questa volta con l'assistenza del segretario
del commercio statunitense Carlos Gutiérrez, sopravvissuto alla
corruttela di funzionari cubano-americani licenziati
dalla Casa Bianca; ha anche assistito all'incontro, portatore delle "esperienze"
dell'est europeo, l'ambasciatore della Repubblica Ceca negli Stati Uniti, Petr
Kolar.
Il tema, ovviamente, non poteva essere altro che Cuba, tanto vicina nella
geografia come tanto distante ed irraggiungibile da coloro per quasi 50 anni
hanno scommesso di farla arrendere mediante il terrorismo di Stato in tutte le
sue varianti, dalle invasioni, agli attentati ai suoi principali leader, la
guerra biologica, il blocco genocida più lungo della storia, e le permanenti
campagne di diffamazione contro la Rivoluzione con l'impiego dei più diversi e
sofisticati mezzi.
Sotto il titolo "L'appoggio alla dissidenza cubana è prioritario per il
cambiamento" una delle agenzie rivela una escalation della sovversione contro il
nostro paese.
Secondo l'informazione, gli assistenti all'incontro "coincisero che il fermo
appoggio alla dissidenza cubana è il meccanismo adeguato per propiziare un
cambiamento democratico nell'isola" e si appellarono ad ambasciate ed uffici di
interessi nel paese con la pretesa di unire sforzi e "coinvolgersi maggiormente
con l'opposizione interna", e facilitarle l'impiego di Internet e le
comunicazioni dalle loro dipendenze diplomatiche per i loro fini mercenari. In
chiara evidenza di isolamento ed impotenza, segnalano che "l' essenziale è che
gli oppositori non si sentano isolati nella loro lotta".
Per i suoi fini controrivoluzionari, Gutiérrez alluse al varo di 80 milioni di
dollari per appoggiare la dissidenza cubana ed "accelerare il fine della
dittatura."
Questi consistenti fondi servono tra i loro fini - da distribuire
attraverso le ambasciate del pugno di governi rappresentati nel banchetto
miamense - a provvedere di fax, computer, telefoni mobili e denaro per "altre
spese" per coloro che vivono del mestiere di dissidente o mercenario.
Si é anche parlato dei cambiamenti e misure, parole molto ricorrenti in questi
giorni per disegnare o cancellare ciò che accade a 90 miglia dalla Florida e
che, secondo il segretario del Commercio degli Stati Uniti, sono "piccoli",
"tattici", "cosmetici" e "non possono considerarsi positivi".
Tuttavia, contraddittoriamente, questo funzionario della Casa Bianca mostra la
sua paura quando nota che"bisogna fare attenzione a celebrarli (i cambiamenti)
troppo".
Inoltre, in allusione all'uso delle comunicazioni per questi denominati
dissidenti, lo stesso Gutiérrez ha avvertito "attenzione a quello che si dice,
perché lo stanno ascoltando"; un altro scivolone di un alto funzionario
dell'amministrazione nordamericana impegnato nel piano di ascolto e spionaggio
domestico imposto da Bush nella sua guerra antiterrorista.
Non sono casuali questi isterici pronunciamenti, frutti della paura e dell'odio
viscerale, di fronte alle misure di portata popolare che hanno luogo nel paese,
e che lasciano indietro, progressivamente, le obbligate restrizioni degli anni
precedenti.
A nulla servirà l'estrapolazione di ricette esposte dal diplomatico ceco ed
analizzate nella riunione. La Rivoluzione cubana non è un castello di carte,
bensì una fortezza inespugnabile contro la quale si sono schiantati uno dopo
l'altro i piani dell'impero. Rivoluzione che ha saputo affrontare e superare la
sua sfida maggiore quando scomparirono i paesi dell'Europa dell'Est e sparì
l'URSS.
Non possono vedersi isolati i pronunciamenti della riferita riunione a Miami dal
mandato dell'imperatore quando disse che la parola d'ordine a Cuba non è
stabilità; questo fu l'incitamento a sovvertire la tranquillità cittadina
trasmessa ai suoi alleati satelliti, alla quinta colonna a Cuba che, per quanto
esigua, merita buona paga.
A questi appelli si somma quella del senatore repubblicano per la Florida,
Melquíades Martínez, chi ha sollecitato i gruppuscoli mercenari a "impossessarsi
delle strade", mentre altri qualificano come falsa propaganda ciò che accade a
Cuba.
Non c'è spazio per i sogni degli avversari, di quinte colonne e mercenari
interni. I cambiamenti "strategici" di cui sentono la mancanza gli indovini
dell'impero non avranno luogo perché, senza equivoci, ci sarà più socialismo
perfettibile, sostenuto e difeso da un popolo unito, sotto la guida di Fidel e
Raúl e la direzione del Partito.
L'unico e vero cambiamento strategico ebbe luogo a Cuba il 1 gennaio 1959 con la
vittoria di un'autentica Rivoluzione che ora compie 50 anni, nonostante tutti
gli infruttuosi tentativi dell'impero per isolarla e distruggerla.
Lì stanno le lezioni di cinque decadi di incessante combattimento di fronte
all'impero più poderoso conosciuto nella storia.
Il nostro agguerrito ed eroico popolo affronterà, come sempre, qualunque
provocazione. Lo sottolineiamo in questo storico giorno in cui si realizza il
47esimo della proclamazione davanti al mondo del carattere socialista della
Rivoluzione, alla vigilia dell'anniversario della schiacciante vittoria
sull'invasione mercenaria e della prima grande sconfitta dell'impero in questo
continente i cui popoli sempre di più si ribellano ed hanno in Cuba un faro di
resistenza invincibile.
Non ci sarà spazio per la sovversione a Cuba. Lo disse già Fidel nella sua
riflessione del 17 giugno 2007:
"Gli assicuro che non avranno mai Cuba."
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