In appello per le condanne nei

 

casi di Fernando e di Ramón

 

 

25 dicembre'09 - www.granma.cu

 

Il gruppo della difesa  sta considerando di presentarsi in appello per le condanne di Fernando González e Ramón Labañino, due dei Cinque antiterroristi cubani reclusi negli Stati Uniti, ha affermato l’avvocato José Pertierra nel programma Tavola Rotonda, della Televisione Cubana.

 

“La decisione la prenderemo nei prossimi giorni”, ha affermato Pertierra, sottolineando che non si appelleranno per le nuove sentenze, ma per le condanne e soprattutto per il cambio di sede.

 

C’è un caso importante in Texas, del presidente della Enron, che potrebbe avere un peso nel tema del cambio di sede” nel caso dei Cinque, ha detto l’avvocato.

 

L’8 dicembre la giudice  Joan Lenard, della Corte Federale del Distretto sud della Florida, ha emesso nuove sentenze  per Ramón Labañino a 30 anni di prigione, quando la prima condanna era l’ergastolo più 18 anni, ed a 17 anni e 9  mesi  la condanna di Fernando González, che doveva scontare 19 anni.

 

Il 13 ottobre,  la stessa attenuante è stata stabilita per Antonio “Tony” Guerriero, con 21 anni e otto mesi, invece dell’ergastolo più 10 anni di condanna precedenti.

 

Le nuove sentenze sono state ordinate dalla Corte di Atlanta nel 2008, la stessa che aveva stabilito ingiustamente la colpevolezza dei Cinque, ma che ha mantenuto due ergastoli più 15 anni per Gerardo Hernández e la sentenza di René González a 15 anni.

 

“Il caso di Gerardo continua ad essere la più grande ingiustizia del caso dei Cinque .Condannato per “cospirazione per commettere spionaggio” e “cospirazione per commettere omicidio”, senza nessuna prova presentata,  Gerardo sta scontando un doppio ergastolo ed inoltre, crudelmente, gli vietano il diritto di ricevere le visite di sua moglie Adriana”, ha aggiunto Pertierra.

 

Fernando González, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Gerardo Hernández René González scontano severe condanne per le loro azioni tese alla frustrazione dei piani terroristici organizzati da gruppi di estremisti che operano in territorio nordamericano.

 

“Sono vittime della guerra terrorista contro Cuba”, ha detto l’avvocato, il cui ufficio si trova a Washington.

 

Pertierra ha spiegato che il Presidente Obama può liberare i Cinque, perchè non necessita autorizzazioni del Congresso e nemmeno coinvolgersi in un processo complicato, per firmare una riduzione della condanna o la scarcerazione nel contesto di una guerra terrorista sferrata da Washington contro l’Avana.

 

Pertierra ha ricordato  le dure condanne inflitte dai tribunali degli Stati Uniti a molti socialisti, sindacalisti, pacifisti e religiosi che furono ingiustamente condannati durante la Prima Guerra Mondiale. 

 

Dopo la fine della guerra il Presidente Wilson cancellò le sentenze e li liberò. 

 

Il portavoce del Dipartimento di Giustizia, nel 1919, dichiarò che le sentenze emesse furono dovute alle passioni scatenate dalla guerra e dai pregiudizi relazionati a questa e che si dovevano rettificare quelle ingiustizie. 

 

La liberazione dei Cinque dev’essere un fatto e sarebbe un bene per il sistema nordamericano.

 

“Il caso dei Cinque ci fa ricordare il caso Dreyfus, nella Francia del XIX secolo,  perchè nei due casi il governo ha manipolato perversamente il sistema giuridico con fini politici, e condannò alla sofferenza persone ingiustamente coinvolte. Come in Francia, quando Dreyfus dovette sanare le ferite e cambiare la sua immagine di fronte al popolo e al mondo, gli USA oggi dovrebbero fare lo stesso e liberare i Cinque.

 

L’amministrazione attuale deve risolvere anche problemi come la Base Navale installata nel territorio cubano di Guantánamo  e del terrorista internazionale Luis Posada Carriles, che tra i tanti fatti di sangue della sua storia, è responsabile dell’esplosione di un aereo della Cubana de Aviación, avvenuto in volo nel 1976 nel cielo di Barbados, azione che provocò la morte di 73 persone innocenti. 

 

“Posada Carriles sarà giudicato nel marzo prossimo, ha ricordato  Pertierra, per aver mentito e non perchè è un terrorista”,  ed ha ratificato la posizione del Governo del Venezuela che prosegue la sua lotta per l’estradizione di questo criminale.

 

Il giornalista Reinaldo Taladrid ha sottolineato l’importanza di reiterare che i Cinque non hanno mai ammesso la propria colpevolezza ed ha citato precedenti giuridici statunitensi che pongono in evidenza l’intenzionalità politica del governo degli USA nella severità verso i Cinque.

 

Ha denunciato che la giudice Joan Lenard, al di fuori di ogni etica, ha difeso il presunto diritto di cospirare ed organizzare aggressioni contro Cuba negli Stati Uniti, mentre si pronunciava per evitare che queste azioni terroristiche fossero controllate e denunciate “da certi individui”, riferendosi alle azioni patriottiche dei Cinque.  

 

 

LA SOLIDARIETÀ È FONDAMENTALE 

 

 

L’azione di mobilitazione dei Comitati di Solidarietà continua ad essere fondamentale, per ottenere la scarcerazione e la vera giustizia per i Cinque.

 

Nel programma condotto da Randy Alonso, al quale hanno partecipato vari familiari dei Cinque, è stato riaffermato il ruolo positivo della solidarietà internazionale, come nelle recenti udienze per le nuove sentenze di Antonio Guerrero, Ramón Labañino e Fernando González.

 

Kenia Serrano, presidentessa dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli ha detto che il movimento solidale è presente in tutti i continenti con un maggior coordinamento a scala globale, soprattutto in America Latina ed in Africa, e cresce negli Stati Uniti.  Inoltre esiste una vasta documentazione in Internet sul caso, in differenti lingue.

 

La madre di Antonio, Mirta Rodríguez, che ha assistito all’udienza giudiziaria, ha detto che ha visto apparire Tony nella sala, sorridente, con tutta la sua forza di volontà, e che le ha strizzato l’occhio ed è stato ammonito per questo. Inoltre ha raccontato dettaglie dell’emozione provata e contenendo la sua commozione Mirta ha ringraziato  per la lotta per la liberazione di Tony e dei suoi compagni ed ha esortato a continuare la battaglia. Poi ha letto una poesia del figlio intitolata “Ci sarà più poesia”.

 

Magalys Llort, madre di Fernando, ha raccontato il dolore provato quando lo ha visto con le catena ai piedi e le manette, in un freddo intenso ed ha citato  l’impressione rilevata dai presenti per la dignità che emanava da suo figlio. 

 

La sala era colma di persone che lottano per la libertà dei Cinque cubani, nonostante la crisi economica attuale ed i rischi di rappresaglie.

 

Elizabeth Palmeiro, moglie di Ramón, che conosce bene l’inglese, durante le udienze ha potuto captare le intenzioni premeditate di sostenere le ingiustizie contro gli antiterroristi, nonostante le riduzioni delle condanne che sono state dettate, mentre Gerardo continua a trascinare le catene di due ergastoli più 15 anni.