Alarcón: i Cinque devono essere

liberati perché sono innocenti

 

9 dicembre '09 - www.granma.cu

 

 

Ricardo Alarcón, Presidente del Parlamento cubano, ha reiterato che i cinque cubani lottatori anti-terroristi, prigionieri negli Stati Uniti, sono innocenti e devono essere liberati.

 

Alarcón, che è anche membro del Buró Politico del Partito Comunista di Cuba, è intervenuto martedì nel programma radio-televisivo Mesa Redonda, nel quale ha precisato che le revisioni di sentenze proclamate oggi a Miami contro Ramón Labañino e Fernando González, sono ancora ingiuste.

 

Ha spiegato che la difesa aveva accordato con la procura 30 anni di reclusione per Ramón, e che la giudice Joan Lenard l’aveva concesso, visto che si tratta del minimo per la legge statunitense, anche se, in realtà, è una situazione ingiusta perché lui non avrebbe dovuto essere detenuto neppure per un secondo.

 

Nel caso di Fernando, la revisione della sentenza proclamata oggi, ha ridotto a 17 anni e nove mesi la condanna anteriore di 19 anni.

 

Ricardo Alarcón ha ricordato che nel 2008 la Corte d’Appello d’Atlanta prese una decisione ingiusta nel ratificare la responsabilità dei Cinque, ma nello stesso tempo i magistrati riconobbero che quattro sentenze erano ai margini della legge.

 

Si tratta di quelle relative all’imputazione due di Cospirazione per la commissione di spionaggio, e considerò incorretta la sentenza di Fernando González Llort.

 

La stessa Corte annullò le sentenze contro tre di loro, Ramón, Fernando e Antonio Guerrero, e ratifico quelle imposte a Gerardo Hernández di due ergastoli e 15 anni, e quella di René González a 15 anni.

 

Il Tribunale Supremo, che avrebbe potuto aprire il dibattito di fondo, ignorò la sollecitudine dopo la decisione della Corte d’Appello.

 

Alarcón ha aggiunto che è ingiusta qualsiasi nuova sentenza, anche se continua ad essere importante la riduzione della pena, che cambia le condizioni carcerarie.

 

Il Presidente del Parlamento ha ricordato che Tony Guerrero è stato risentenziato a 21 anni e 8 mesi, perché la giudice non ha ammesso il minimo di 20 anni, e ha affermato che la campagna internazionale è stata importante ed ha dimostrato che si può incidere nel comportamento dei tribunali.

 

Alarcón ha anche attirato l’attenzione sulla presentazione manipolata della notizia che realizzano i media stranieri, e come alcuni professionisti dell’informazione di fatto smentiscano quanto detto dalla Corte d’Appello chiamando spie i cubani, quando giuridicamente tale imputazione fu scartata.

 

Ha terminato dicendo che i tre cubani risentenziati hanno mostrato alta dignità, e ha reso nota una loro pubblicazione emessa oggi a Miami.