UN RECLAMO MONDIALE DI GIUSTIZIA

 

L’appello delle donne cubane

 

22 giugno '09 - www.granma.cu

 

 

Care sorelle:

 

noi cubani conosciamo bene la pretesa delle amministrazioni nordamericane di distruggere la Rivoluzione  e porre fine al progetto sociale che si basa nella forza delle idee e sulla sua opera.

 

Il nostro popolo ha osato sfidare l’affanno di dominio dell’impero nordamericano e per questo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di non rivedere il caso dei nostri Cinque compatrioti ingiustamente reclusi negli USA  per aver combattuto il terrorismo non ci ha sorpreso.

 

È vergognosa la doppia morale di un governo che vuole far credere al mondo che lotta contro il terrorismo, mentre lo gestisce, lo protegge, lo fomenta e mantiene ingiustamente prigionieri coloro che con il loro degno comportamento hanno impedito che famiglie cubane e statunitensi piangessero la perdita di persone amate, vittime di azioni di terroso.

 

Sono reclusi da quasi undici anni, senza diritto ad un processo equo ed imparziale, vittime di un vorace odio della mafia cubano-americana, che ha imposto la sua influenza per manipolare il processo in cui sono stati condannati in modo fraudolento: Gerardo, Ramón, Fernando, René e Antonio.

 

Il governo nordamericano, immerso nella ricomposizione della screditata immagine della precedente amministrazione, ha ignorato il reclamo internazionale fatto da parlamentari, avvocati, note personalità della politica e accademiche, da 10 Premi Nobel, a favore della giustizia e della credibilità del sistema giudiziario statunitense.  

 

Le federate cubane sentiamo sulla pelle il dolore di questo nuovo colpo alla dignità umana, alla giustizia e al rispetto del diritto internazionale.

 

È difficile consolare le anziane madri che vedono allontanarsi la possibilità di aspettarli con sufficienti forze al loro ritorno; è doloroso pensare alle mogli, le cui vite di coppia sono state troncate  e che si mantengono solo per il miracolo operato da una fusione basata sulle identità dei principi e la coincidenza dei valori della vita.

 

È penoso anche pensare e mettersi al posto di Olga Salanueva e Adriana Pérez, ingiustamente e ostinatamente condannate e non vedere i loro mariti per il reiterato rifiuto di dare loro i visti...

 

Sappiamo che non è casuale, che è un modo illegale e crudele di manipolare il diritto alla comunicazione con il fine di  piegarli politicamente e far crollare i pilastri che sostengono tante solide famiglie.

 

Le federate cubane chiamiamo  le nostre amiche di tutto il mondo e in particolare le madri, le nonne, le donne nordamericane, a realizzare azioni di ogni genere, per piccole e modeste che possano sembrare, per rompere il silenzio su questo caso, per informare e chiarire, per promuovere solidarietà, giustizia e la sensibilità necessarie a muovere l’opinione pubblica del mondo e permettere alle donne cubane e alle famiglie dei Cinque di condividere e onorare il loro ritorno nella  Patria che li aspetta orgogliosa.

 

Abbiamo fiducia nel vincolo che unisce tutte le donne del mondo, che riusciranno a far sì che la verità trionfi e che si faccia giustizia, pur se in una società basata nell’egoismo e nell’individualismo come quella degli Stati Uniti.

 

Confidiamo nei molti cittadini nordamericani onesti che hanno difeso una relazione rispettosa con Cuba, senza blocco, senza pressioni o aggressioni.

 

Facciamo si che tutte, unite dai valori universali della giustizia, l’amore, la solidarietà, che il governo degli Stati Uniti e i suoi tentacoli del potere giudiziario sentano la vergogna di un’azione tanto spregevole come quella che si sta svolgendo.

 

Con la nostra fermezza e le nostre convinzioni reclamiamo e facciamo sì che si faccia giustizia.

 

La Segreteria Nazionale della Federazione delle Donne Cubane