Gerardo

 

4 giugno '09 - D.F.Mexidor www.granma.cu (AIN)

 


 

Non è necessario scrivere anche il cognome:  tutto il mondo li conosce per nome : Gerardo, Antonio, René, Fernando e Ramón.

 

Sono cinque e uno nello stesso tempo. Sono cinque e rappresentano l’immensità di quanto amiamo e crediamo.

 

Oggi è il giorno del compleanno di uno di loro, che è lontano.

 

Lontano per l’odio e la politica distorta di un governo che continua a proteggere i terroristi, quando uomini come lui, come loro, che hanno combattuto per la vita, sono prigionieri fisicamente, anche se sono liberi nelle idee e nelle menti.

 

È nato 4 giugno del 1965. Gli ultimi dieci anni della sua esistenza li ha passati in prigioni nordamericane d’alta sicurezza, ma la sua dignità, il suo amore e il suo umorismo quasi innato o non sono mutati, nonostante quel giorno tragico del 12 settembre del 1998: “In cui praticamente  non ho avuto il tempo di sedermi sul letto ed ero già circondato  da persone armate di mitragliatrici, con i loro caschi (...) mi arrestarono, mi sollevarono dal letto, mi misero le manette. Sembrava avessero visto molti films di James Bond  e credevano che io avessi la capsula di cianuro nella bocca. Mi controllarono la bocca per vedere se mi volevo avvelenare. Chiesi perchè mi stavano arrestando e mi dissero – tu sai perchè! - mi fecero entrare in un’automobile e mi portarono al quartiere generale del FBI nel sud della Florida, in Avenida 163, a Miami.

 

Gerardo è recluso nonostante la sua indiscutibile innocenza  ed inoltre non gli permettono nemmeno di vedere Adriana che in aprile ha presentato di nuovo,  presso la Sezione d’Interesse degli Stati Uniti, a L’Avana, la richiesta del visto per andare a visitarlo e ancora aspetta la risposta del Dipartimento di Stato...

 

Intanto Gerardo e Adriana lottano e resistono e  nessuno riuscirà a spegnere il suo sguardo, anche se, oltretutto, gli impediscono di vedere sua moglie e di abbracciarla da dieci anni.