Successe a Miami

 

7 novembre '09 - www.granma.cu Ricardo Alarcón de Quesada Fonte Canter Punch 

 

 

La Corte del Distretto del Sud della Florida non è un tribunale internazionale, né tanto meno un organismo delle Nazioni Unite che abbia giurisdizione in tematiche che trattino le relazioni tra Paesi. Essa ha un ruolo ben specifico, che è di stabilire se un determinato accusato è colpevole o no di un’imputazione concreta. All’istruire la giuria nel caso di Gerardo Hernández, la Corte utilizzò il linguaggio dell’accusa del Governo:

 

“Secondo l’imputazione 3 l’accusato Gerardo Hernández cospirò con altre persone per perpetrare un omicidio, cioè, la morte, senza una giustificazione legale, di un essere umano con intento criminale e premeditazione all’interno della giurisdizione marittima e territoriale speciale degli Stati Uniti” (Trascrizione del Giudizio di fronte a Suo Onore Joan A. Lenard, 4 giugno del 2001, pagg. 14587 – 14588).

 

La giudice Lenard segnalò che Gerardo:

 

“Può essere ritenuto colpevole di questo delitto solamente se tutti i fatti seguenti sono provati oltre ogni ragionevole dubbio:

 

Primo: che le vittime nominate dall’accusa siano morte.

 

Secondo: che l’accusato causò la morte delle vittime con intenzione criminale.

 

Terzo: che l’accusato lo fece con premeditazione.

Quarto: che l’omicidio avvenne all’interno della giurisdizione marittima e territoriale speciale degli Stati Uniti” (Idem pagg. 14598 – 14599).

 

E ampliò il concetto più avanti:

 

“Uccidere con intenzione criminale significa uccidere un’altra persona deliberatamente ed intenzionalmente…Si richiede, addizionalmente, uccidere con premeditazione per provare l’intenzione criminale e poter stabilire il delitto di omicidio di primo grado.

 

La premeditazione è tipicamente associata con l’omicidio a sangue freddo, e richiede un periodo di tempo nel quale l’accusato rifletta sul tema prima di agire.

 

Deve essere trascorso un periodo di tempo sufficiente, affinché l’assassino, dopo il suo tentativo di omicidio, sia completamente cosciente della sua intenzione. Voi siete chiamati a decidere al di là di ogni possibile dubbio, se il presunto omicidio sia avvenuto, così come dice l’atto accusatorio, all’interno della giurisdizione marittima e territoriale degli Stati Uniti. (Idem pagg. 14599 – 14600).

 

Questo crimine non avvenne mai. Durante i sette mesi di giudizio i procuratori non riuscirono mai a presentare nessuna prova che implicasse la partecipazione di Gerardo nei tragici fatti del 24 febbraio del 1996, e neppure poterono dimostrare, “oltre ogni ragionevole dubbio” l’ubicazione esatta dell’incidente – cosa che già gli esperti della OACI non avevano potuto determinare.

 

È necessario segnalare, tuttavia, che i radar cubani mostrarono chiaramente che l’abbattimento avvenne ben all’interno dl nostro territorio, che gli unici resti furono ritrovati molto vicino al Malecón dell’Avana, e che la guardia costiera degli Stati Uniti, non riuscendo a trovare nulla nelle sue acque internazionali, sollecitò ufficialmente il 25 febbraio, attraverso il Dipartimento di Stato, il permesso di Cuba per cercare dentro le nostre acque territoriali. I media locali – gli stessi “giornalisti” pagati dal Governo che aveva fabbricato le accuse dell’imputazione 3 – si innervosirono, ed annunciarono addirittura un’imminente sconfitta.

 

Alcuni giorni prima, immediatamente dopo che la giudice rese note alle parti le istruzioni date alla giuria, i procuratori fecero qualcosa che loro stessi definirono come “un passo senza precedenti, richiedendo” – alla Corte d’Appello – “un ordine inibitoria” perché “alla luce delle prove presentate in questo giudizio, ciò (riferito alle istruzioni impartite alla giuria) costituisce un ostacolo insuperabile per gli Stati Uniti e in questo caso probabilmente risulterebbe in un fallimento dell’accusa relativamente a quest’imputazione”. (Petizione di Emergenza di un Ordine Inibitoria, 30 Maggio del 2001, pagg. 4 e 21).

 

Dopo aver riconosciuto di nuovo che l’istruzione “impone una barriera insuperabile a questa procura” il Governo sollecitò alla Corte d’Appello una decisione d’urgenza:

 

“Che alla corte di distretto venga ordinato di istruire la giuria del fatto che non è necessario che si dimostri che l’accusato Hernández o i suoi co-cospiratori, relativamente all’imputazione 3 dell’accusa, commisero l’atto all’interno della giurisdizione marittima e territoriale speciale degli Stati Uniti”.

 

“Che alla Corte di distretto venga proibito di dettare le linee istruttorie alla giuria sull’assassinio in primo grado, richiedendo alla giuria di verificare che l’accusato Hernández avesse cospirato per commettere omicidio premeditato.” (Idem, pag 39).

 

La Corte d’Appello rifiutò la petizione d’emergenza e di conseguenza la giudice mantenne le sue istruzioni come anteriormente citate. Qualcuno, nell’équipe della difesa, già stava allegramente celebrando una vittoria che fu pronosticata anche dagli stessi procuratori.Però alla giuria furono necessari solo pochi minuti, senza fare domande, per dichiarare Gerardo colpevole di cospirazione per omicidio in primo grado nella giurisdizione marittima e territoriale speciale degli Stati Uniti, un “delitto” che lui non commise, e che i procuratori cercarono disperatamente di ritirare.

 

Successe a Miami. Se lì è normale sequestrare impunemente un bambino di 6 anni, perché dovrebbe essere difficile condannare un giovane per un “delitto” che non avvenne?