La revisione della sentenza negli Stati Uniti
ravviva la
passione sui “Cinque Cubani” |
13 ottobre '09 - William Booth www.granma.cu (PL)
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Per tutta Cuba ci sono murales dipinti a mano con le facce famose della Rivoluzione, il Che e Fidel, ovviamente, ma anche René, Antonio, Fernando, Gerardo e Ramón, qui conosciuti come “I Cinque”, i Cinque Cubani, i cognomi non sono necessari.
Gli uomini erano spie confesse (Nota dell’Editore: questo è un errore. I Cinque non sono mai stati accusati di spionaggio, solo tre di loro, Gerardo, Ramón e Antonio, di Cospirazione allo spionaggio, ma non si sono mai dichiarati colpevoli) che operavano nella Rete Avispa a Miami durante l’ultima parte degli anni ’90, come Cubano-Americani infiltrati nelle organizzazioni di esiliati opposti al regime di Castro, includendo i gruppi Fratelli al Riscatto, i cui due aerei furono abbattuti da aerei jet cubani oltre lo stretto della Florida. I Cinque furono accusati nel 2001 di spionaggio (Nota dell’Editore: idem) e cospirazione per omicidio (Nota dell’Editore: Gerardo Hernández è l’unico accusato per questa imputazione e non si è mai dichiarato colpevole) e ricevettero sentenze che vanno dai 15 anni alla catena perpetua.
Dopo anni di battaglie legali negli Stati Uniti, e vigorose condanne da parte di ufficiali cubani, che trattarono il processo come una farsa, tre dei Cinque stanno per ricevere una revisione della sentenza di fronte al giudice federale a Miami. Una corte d’appello rigettò le sentenze di 3 imputati l’anno passato, giudicando le loro condanne troppo dure poiché il Governo non era mai riuscito a provare che le spie avessero trattato notizie “top secret”.
L’udienza del primo dei tre, Antonio Guerrero, è fissata per oggi di fronte alla Giudice Distrettuale degli Stati Uniti Joan A. Lenard. Nei documenti consegnati venerdì, gli avvocati cercano un accordo per una condanna a 20 anni. Guerrero, che ha 50 anni, stava compiendo la catena perpetua in un carcere di massima sicurezza a Florence, Colorado, nel quale, come ha detto il suo avvocato, è stato un prigioniero modello, ed h aiutato gli altri carcerati ad ottenere diplomi di maturità.
“È stato qui dentro per tutto questo tempo pensando che non sarebbe mai uscito”, ha affermato Leonard Weinglass.
L’udienza per gli altri due, Ramón Labañino e Fernando González, è stata posticipata, visto che gli avvocati si sono chiesti se il Governo statunitense debba dimostrare che tipo di danno gli agenti dell’intelligenza abbiano causato o no. Ogni dettaglio relazionato ai Cinque Cubani, è seguito molto attentamente da Cuba, dove anche i bambini possono recitare a menadito i particolari del caso, ed è improbabile che una piccola riduzione nella sentenza di Guerrero possa meritarsi un applauso. Nella comunità Cubana in esilio a Miami, alcuni considerano gli agenti dell’intelligenza assassini. Quattro cittadini statunitensi morirono quando i Fratelli al Riscatto furono abbattuti. Dopo un giudizio di sette mesi, in piena scia emotiva post Elián Gonzalez, la giuria deliberò solo poche ore prima di decidere il suo verdetto.
“È impossibile esagerare la grandezza dei Cinque a Cuba”, ha detto Thomas Goldtsein, un avvocato costituzionalista che ha lavorato al caso per il Governo cubano. “Sono visti come simboli dell’ingiustizia statunitense, e tutti sono d’accordo sul fatto che hanno ricevuto giudizi ingiusti e condanne inverosimilmente lunghe”. Quando la Corte Suprema degli Stati Uniti in giugno si è rifiutata di udire gli appelli per i Cinque cubani, il Presidente dell’Assemblea Popolare cubana, Ricardo Alarcón, ha vincolato ogni futuro dialogo con l’amministrazione Obama alla discussione circa il futuro dei Cinque.
Successivamente all’elezione del Presidente Obama, Il Presidente cubano Raúl Castro ha detto: “Facciamo un passo alla volta”, ed ha proposto di liberare tutti i suoi prigionieri politici, permettendo loro di lasciare l’Isola, “Ma ridateci i nostri eroi”.
“Se si guarda a questo caso, c’è da rimanerci sconvolti. Il caso puzza”, ha detto Wayne Smith, un precedente alto diplomatico all’Avana, che è adesso un socio senior nel Center for International Policy (Centro per la politica internazionale) a Washington. “Perciò i Cubani vedono un vantaggio nella promozione del caso, e nel farlo diventare una questione importante, e continueranno a farlo, perché l’opinione mondiale è dalla loro parte”.
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