LA STORIA MAI RACCONTATA
 

Il reclamo ignorato

 

26 novembre '09 - www.granma.cu Ricardo Alarcón de Quesada Fonte Canter Punch 

 

 

Avendo esaurito tutte le possibilità d’appello, i Cinque sollecitarono la Corte Suprema perché rivedesse il loro caso. Non stavano chiedendo troppo. Si trattava di un caso che meritava l’attenzione dei magistrati della Corte Suprema per svariate ragioni, alcune di natura realmente eccezionale.

 

Durante tutto il processo - il più prolungato, fino a quel momento, nella storia degli Stati Uniti – si manifestarono una serie di violazioni dei diritti costituzionali, così come contraddizioni con altri circuiti (considerate come i temi principali trattati dalla Corte Suprema) in importanti assunti, come per esempio la sede, la discriminazione razziale perpetrata durante la selezione della giuria, le sentenze ed i diritti degli accusati e dei loro avvocati.

 

Si trattava, inoltre, di un caso direttamente vincolato ad un gruppo di terroristi ed alle loro implicazioni dal punto di vista delle relazioni internazionali; un caso nel quale Generali e capi militari, inclusi un consigliere principale del Presidente, avevano testimoniato. Ebbe il merito di essere unico in molti aspetti.

 

Dopo aver esaminato tutti gli aspetti del caso nei vari anni, la decisione unanime del panel originale della Corte d’Appello di annullare tutte le sentenze ed ordinare un nuovo giudizio, fu unica nel suo genere, come pure lo fu il documento di 93 pagine che la conteneva. La decisione del Governo, presa al più alto livello, di sollecitare la Corte en banc affinché la revocasse fu davvero eccezionale, e fu molto strano che si ottenesse che la Corte accedesse ad una petizione così inusuale.

 

D’altra parte, non è affatto abituale per un giudice d’appello, sollecitare la Corte Suprema per la revisione di un caso, e molto meno farlo due volte come lo fece il giudice Birch, che successivamente ritirò la domanda, unendosi paradossalmente a Pryor nel suo vergognoso comportamento.

 

Questo caso fu unico anche relativamente alla preoccupazione ed all’interesse sollevati in  tutto il mondo.

 

Nel 2005, di fronte alla decisione del panel della Corte d’Appello, una decisione molto importante e di nuovo unica, fu adottata in maniera unanime dal Gruppo delle Detenzioni Arbitrarie delle Nazioni Unite. Si tratta di un’entità completamente indipendente, e non di un organismo intergovernativo, composta da cinque giudici – uno per continente – che non rappresentano nessuno Stato, e che agiscono esclusivamente nella propria capacità personale. Questi giudici studiarono la situazione dei Cinque dietro richiesta delle loro madri e spose. Il Gruppo passò vari anni indagando il caso nella sua totalità ed interagendo con gli Stati Uniti mediante una corrispondenza ufficiale. Il Governo cubano non fu mai consultato, e non doveva esserlo, visto che Cuba non era parte del procedimento.

 

Fu una decisione che fece storia. Il Gruppo arrivò alla conclusione che la privazione della libertà dei Cinque fu arbitraria ed in violazione delle Convenzioni sui Diritti Umani delle Nazioni Unite pertinenti e chiamò il Governo degli Stati Uniti ad adottare le misure necessarie per rimediare alla situazione.

 

Il Gruppo segnalò che: “Il giudizio non ebbe luogo nel clima di obiettività ed imparzialità richiesto” ed “Il Governo (degli Stati Uniti) non ha negato che l’ambiente di predisposizione e pregiudizio contro gli accusati a Miami abbia persistito ed abbia contribuito a presentare gli accusati come colpevoli dal principio. Non fu impugnato dal Governo il fatto che un anno più tardi lo stesso ammise che Miami non era il luogo adeguato per celebrare un giudizio, dove era dimostrato che era quasi impossibile selezionare una giuria imparziale in un caso vincolato con Cuba.”

 

“ Il Governo non ha negato il fatto che gli avvocati della difesa godessero di un accesso molto limitato alle prove, a causa della classificazione di sicurezza nazionale attribuita al caso da parte del Governo”, cosa che “ha alterato l’equilibrio equitativo tra la accusa e la difesa ed ha influito negativamente sulla capacità (della difesa) di presentare prove contrarie”.

 

Gli esperti delle Nazioni Unite segnalarono che gli accusati “Furono mantenuti in confinamento solitario per 17 mesi”, e, come conseguenza, “La comunicazione con i loro avvocati, l’accesso alle prove, e, con loro, le possibilità di una difesa adeguata risultarono debilitate”.

 

Per concludere determinarono che i “Tre elementi sopra enunciati, combinati tra loro, sono di una tale gravità che conferiscono alla privazione della libertà di queste cinque persone un carattere arbitrario”. (Rapporto del Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria E/CN.4/2006/7/ add.1 pag. 66, Opinione No. 19/2005 – Stati Uniti d’America)

 

Questa fu la prima ed unica volta nella storia degli Stati Uniti e nella storia delle Nazioni Unite in cui un organismo dell’ONU dichiarò che un processo statunitense fu ingiusto e contrario alle norme universalmente stabilite a tutela dei Diritti Umani ed al Diritto Internazionale.

 

Però di queste conclusioni di cinque giudici indipendenti, nessuno dei quali di sinistra o radicali, difficilmente si trovarono notizie nei media statunitensi, e la maggior parte dei cittadini non ne hanno probabilmente mai sentito parlare.

 

Molti statunitensi non conoscono nulla dei Cinque perché a loro non è permesso sapere.

 

Non solo il lungo giudizio è stato mantenuto segreto, ma ai Nordamericani non è stato neppure permesso di sapere che questo caso è stato molto presente nella mente di molti milioni di persone in tutto il pianeta. I grandi media corporativi che non hanno informato della battaglia legale, avvolsero in un silenzio simile l’ampio e crescente movimento di solidarietà che i Cinque hanno ricevuto da praticamente ogni parte, dall’Irlanda alla Tasmania, dal Canada alla Namibia. Chiese, parlamenti, organizzazioni dei diritti umani, sindacati, scrittori, avvocati e persone di tutte le posizioni e condizioni sociali hanno espresso la loro preoccupazione ed interesse in ogni lingua, incluso l’inglese.

Però la Corte Suprema non si è presa il disturbo di ascoltare.