APPELLO DELL’UPEC


Ai giornalisti onesti

del mondo

 

 

23 giugno '09 - www.granma.cu

 

 

Così come aveva sollecitato l’attuale Governo degli Stati Uniti, la Corte Suprema di quel paese si è rifiutata di considerare la richiesta di revisione del caso, presentata dalla difesa dei Cinque antiterroristi cubani.

 

Oltre le arbitrarietà del processo, la sentenza racchiude un profondo disprezzo per i sentimenti dei cubani che, con molta ragione, considerano i Cinque come figli sacrificati ed eroici che li proteggevano da azioni terroristiche.

 

Di fronte a questo reclamo unanime di giustizia, che si è esteso per il mondo, il Governo statunitense ha mostrato così la sua decisione di favorire le richieste dell’estrema destra anticubana, radicata nell’enclave annessionista di Miami, dove da mezzo secolo manifesta un’intolleranza furiosa contro tutto quanto sia relazionato con le idee della nostra Rivoluzione.

 

I mass media non sono stati estranei a questo scontro. Da una parte, esiste un poderoso sistema d’aggressione radiotelevisiva contro Cuba, guidato da emittenti di proprietà federale, commerciali e stazioni controrivoluzionarie in onda corta radicate in Florida che trasmettono ogni settimana un totale di 1955 ore su 31 frequenze in banda media e corta, FM e televisiva, che hanno avuto a disposizione anche aerei speciali e satelliti.

 

Logicamente, né un minuto né un centesimo dei 34 milioni di dollari, approvati per queste trasmissioni nel bilancio degli Stati Uniti per l’anno in corso, saranno investiti per trasmettere una sola opinione coincidente con il reclamo di giustizia per i Cinque.

Fa ancora più male la condanna aggiuntiva che i mass media egemonici multinazionali, paladini della libertà di stampa, hanno dettato contro i lottatori antiterroristi, ed è il silenzio, la censura o l’indifferenza di fronte la loro situazione, nonostante l’eccezionalità di molti aspetti scandalosi del processo che lo renderebbero una notizia sensazionale nei programmi principali delle grandi catene.

 

Al fianco dell’onestà umana c’è la cosiddetta stampa alternativa, formata da migliaia di reti popolari, emittenti comunitarie, organi di movimenti sociali, sindacali, di solidarietà con Cuba e governi progressisti, che hanno accolto la causa della liberazione come un tema permanente di primaria importanza.

 

La reazione generale di questi apparentemente piccoli media di fronte la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, è stata quella di dare un termine alla retorica iniziale della nuova amministrazione di questo paese che tanto ha menzionato la parola “cambio”.

 

Questa stampa, senza gli interessi economici e finanziari del grande capitale, continuerà ad essere fedele alla verità ed alla giustizia, insieme ai giornalisti cubani in questa battaglia legale, dallo sfondo politico, per far sì che questi patrioti dell’umanità ritornino a casa.

 

Il fraterno popolo degli Stati Uniti ha diritto a conoscere la verità sui cinque eroi cubani. La grande stampa di quest’impero, se vuole contribuire genuinamente alla lotta contro il terrorismo, è nell’obbligazione di non fare più silenzio sull’ingiusta e crudele prigionia di Gerardo, Fernando, Ramon, Antonio e René.

 

Presidenza Nazionale Unione dei Giornalisti di Cuba