In osservanza alla
nuova Costituzione ecuadoriana arriva lo storico momento della chiusura della base statunitense di Manta, la più
importante base militare in tutta l’America Latina.
Come risposta, in Colombia Álvaro Uribe mette a disposizione delle armi
nordamericane le migliori postazioni del paese.
Il giorno 17 luglio un aereo P3 Orione della Marina statunitense ha
completato l’ultimo volo operativo atterrando a Manta alla presenza di
autorità ecuadoriane e statunitensi. Le operazioni di trasloco
cominciate questa settimana si concluderanno il 18 settembre. Dopo di
allora nessun militare straniero potrà più operare in territorio
ecuadoriano in osservanza alla Costituzione del paese andino che sta
disegnando per Manta un futuro che potrebbe essere molto prospero:
diventare l’hub dei voli tra l’Asia e l’America Latina.
Visto dall’Italia (ma non dalla Maddalena) ricorda il “buttiamo a mare
le basi americane” degli anni ‘60 per l’uscita dalla NATO con battaglie
sempre più minoritarie e romantiche. Le basi, statunitensi e della NATO,
da noi invece sono lì per rimanere e con difficoltà si troverebbe
oggi in Parlamento un solo parlamentare disposto a chiederne, anche solo
in maniera formale, la chiusura, nonostante la presenza di bombe atomiche e
di altri obbrobri completamente sottratti alla nostra sovranità popolare.
Visto da un paese povero, dipendente e perfino ancora dollarizzato nell’economia come l’Ecuador, la chiusura della base statunitense di
Manta è parola viva, dignità popolare che si fa maggioranza politica,sovranità e precetto costituzionale.
Sbaglia però chi pensa che il Comando Sud possa avere problemi di
operatività con l’uscita dall’Ecuador.
Contestualmente all’abbandono di
Manta il governo colombiano di Álvaro Uribe ha messo a disposizione non
una ma tre delle migliori basi in territorio colombiano perché questo
possa continuare indisturbato a sorvegliare e minacciare l’America
Latina, utilizzando il problema del narcotraffico come scusa per
legittimare la penetrazione nella regione.
Molti gli interessi in gioco. Tra Colombia e Stati Uniti è in ballo l’applicazione del Trattato di Libero Commercio, alla entrata in vigore
del quale il parlamento statunitense sta facendo resistenza.
Inoltre,essendo il paese sudamericano uno dei principali violatori di diritti
umani al mondo molti osservatori mettono in dubbio da anni che possa
continuare ad essere tra i principali recettori di aiuti militari
statunitensi, che invece, con appena qualche titubanza, continuano a
giungere in gran numero. Inoltre, se per il governo colombiano, la
repentina concessione delle basi, scavalcando il parlamento, sarebbe in
osservanza sia della Costituzione che della legge del paese, forti dubbi
si elevano dal resto della nazione sulla legittimità dell’accordo.
In ogni caso almeno 800 soldati e 600 contrattisti civili, tutti dotati
di completa immunità per qualunque crimine dovessero commettere in
territorio colombiano, si sistemeranno in tre basi al Nord, al Centro e
al sud-ovest della Colombia (rispettivamente Malambo, Palanquero e
Apiay). Su altre due basi, Tolemaida e Larandía l'accordo non dovrebbe
tardare e il tutto rafforza la presenza militare statunitense che conta
con megabasi in tutto il paese a partire da quella di Tres Esquinas nel
Caquetá, una regione al centro-sud del paese strategica per il controllo.
|