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Evo Morales critica Obama per la sospensione delle norme doganali
2 luglio '09 - www.granma.cu (PL) |
Il presidente boliviano, Evo Morales, ha dichiarato di sentirsi molto deluso per la decisione del governo degli Stati Uniti d’escludere definitivamente la Bolivia dal sistema di preferenza doganale.
In una conferenza stampa, riferendosi alla Legge di Preferenza Doganale e della Lotta Antidroga (ATPDEA), Morales ha criticato Barack Obama ed ha affermato che il collega del nord ha mentito quando ha detto che avrebbe trattato tutti come uguali.
Evo ha segnalato che Obama non ha dettola verità a Trinidad y Tobago, nel Vertice delle Americhe, sostenendo che non ci sarebbero stati in America Latina soci minori e soci maggiori.
“Con questa decisione Obama pretende di divenire il padrone dell’America Latina”, ha sottolineato, aggiungendo che la sospensione delle preferenze doganali è una rappresaglia politica del governo nordamericano contro la sua amministrazione, basata su calunnie, menzogne e false accuse degli USA.
“È cambiata la fisionomia dei governanti, ma non è cambiata la politica dell’impero”, ha assicurato Evo.
La sospensione definitiva del Sistema di Preferenza - ATPDEA -, come compenso per la lotta al narcotraffico, ha generato in Bolivia una preoccupazione per le perdite economiche e di uso che genera l’interruzione delle esportazioni al mercato nordamericano.
“Sono solo 25 milioni di dollari di perdite e la dignità dei boliviani non costa 25 milioni di dollari”, ha dichiarato Morales ed ha aggiunto che dal 2006 l’esecutivo è preparato per affrontare questo danno economico.
“La decisione di Washington, ha detto ancora, diviene di fatto un’intromissione politica programmatica del governo degli Stati Uniti contro il popolo boliviano.
La nazionalizzazione degli idrocarburi che ha danneggiato i consorzi statunitensi non costa 25 milioni di dollari, le politiche sociali e la nuova Costituzione non costano 25 milioni di dollari”, ha sottolineato Morales.
Le relazioni bilaterali tra la Bolivia e gli USA sono tese dal mese di settembre scorso, quando la Bolivia ha espulso l’ambasciatore Philip Goldberg, accusato di complottare contro il governo. Inoltre sono state espulse anche le agenzie antidroga (DEA) e di cooperazione (USAID), per lo stesso delitto.
Washington, allora con l’amministrazione repubblicana di George W Bush, aveva accusato la Bolivia di fare una “debole lotta al narcotraffico”, anche se il governo di Morales ha distrutto, tra il 2006 e il 2008, circa 17.000 ettari di coca, destinata, si presume, alla produzione di droga.
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