Washington rinforza l'asse del male in America Latina |
14 maggio '09 - H.Dieterich www.granma.cu (PL)
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Lo schiacciante trionfo elettorale, dell’imprenditore miliardario pro imperialista Ricardo Martinelli, a Panama (60%), il 3 maggio, ha un preoccupante e sinistro significato per la correlazione di forze in America. La presenza politica del magnate dei supermercati - che appartiene al gruppo “monroista-neocolonialista” dell'ex Presidentessa Mireya Moscoso, protettrice del terrorista cubano-statunitense Posada Carriles - rinforza l'asse interventista imperiale del Pacifico latinoamericano, Colombia e Perù, la cui costruzione è stato uno dei maggiori risultati nella regione dei governi Clinton/Bush.
Il risultato di Panama è parte di una dinamica latinoamericana che mette in pericolo la debole integrazione della Patria Grande.
Quest’integrazione ha due dinamiche sottoregionali: il gruppo dell'ALBA (Alternativa Bolivariana per l’America Latina), guidato dal Venezuela, ed il Mercosur, diretto dal Brasile. Anche se i due gruppi hanno profili diversi, sono evolutivamente compatibili e tendono all'unificazione. Per lo stesso motivo, sono incompatibili con la dottrina Monroe e, come conseguenza, devono essere cooptati o distrutti da Washington, se non si sottomettono alla pax americana.
Nel bilancio delle forze, Washington ha sofferto sconfitte relative con il trionfo elettorale del FMLN in El Salvador ed il fallimento (per ora) del progetto Kossovo in Bolivia, ma ha fatto passi avanti, oltre che a Panama, su altri fronti della battaglia contro il bolivarianismo latinoamericano.
In Cile c’è il pericolo che, alle prossime elezioni vincano forze più “monroiste” di quelle che sostengono all'attuale governo di Michelle Bachelet.
In Argentina, le tendenze elettorali per le elezioni nazionali di giugno indicano che il Kirchnerismo perderà le province coltivatrici di soia di Santa Fe, Cardoba e Entre Rios, a favore del peronismo di destra, cosa che metterebbe in pericolo la maggioranza nelle due camere del Parlamento.
In Paraguay, la posizione del presidente Fernando Lugo si debilita per la frammentazione della sua base partitico parlamentare, evidente nel rilancio del governo nazionale e l'annuncio pubblico del vicepresidente Federico Franco (PLRA) di promuovere un processo politico o la rinunzia del presidente.(...)
La Dottrina Monroe e l'esigenza imperialista di Washington, che vuole che i paesi latinoamericani si sottomettano agli interessi della pax americana, non sono cambiati, né cambieranno essenzialmente, con il governo di Obama.
In modo tale che la liberazione della Patria Grande, come la fine dell'aggressione (blocco) a Cuba, potrà solo essere il risultato di un solido Blocco Regionale di Potere Latinoamericano.
Il rispettivo trionfalismo di alcuni politici creoli ed altri ben intenzionati, non è altro che un autoinganno. La controffensiva dell'impero continua e con Obama è pericolosa come con Bush
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