Riunione dell’UNASUR a Bariloche
Una buona
stoccata all’ingerenza militare statunitense
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31 agosto '09 - N.Diaz www.granma.cu (PL) | |
Quando non pochi scommettevano che la Riunione di Capi di Stato
dell’UNASUR nella città argentina di Bariloche sarebbe stata un fallimento data la composizione dei leader provenienti da espressioni politiche ed ideologiche differenti, si è alzata la dignità americana, e la difesa della sovranità, ed il peso della storia comune hanno vinto sulle differenze.
L’UNASUR ha rifiutato categoricamente le istallazioni delle basi militari nordamericane in territorio colombiano o l’uso delle stesse da parte di ufficiali statunitensi, come insiste il Presidente Uribe, ed ha esatto un’informativa letterale e trasparente dell’accordo sottoscritto tra i Governo di Colombia e degli Stati Uniti.
È stata un’intensa giornata quella del 28 agosto. Non è rimasto nulla di non detto, e anche quelli che hanno cercato di non suscitare le ire dell’imperialismo o l’inimicizia del suo principale alleato nella regione, hanno firmato il documento finale che afferma “che la presenza di forze militari straniere non può con i suoi mezzi e risorse e con i suoi obiettivi, minacciare la sovranità e l’integrità di qualsiasi nazione sudamericana e, di conseguenza, la pace della regione”.
Nello stesso modo, è stata espressa la ferma decisione di fare del Sud America una zona di pace, e, nei punti 4 e 5, si è istruito “Il Consiglio Sudamericano di Difesa perché analizzi il testo sulla strategia sudamericana, il Libro Bianco del Comando di Mobilità Aerea (AMC) degli Stati Uniti – presentato dal Presidente Hugo Chávez come prova della strategia statunitense contro la regione – e realizzi una verifica della situazione delle frontiere da includere in un rapporto per il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo al fine di considerare quale tipo di azione seguire”.
Similarmente si è dato il via libero al Consiglio Sudamericano di lotta contro il narcotraffico per elaborare, in maniera urgente, il suo statuto ed un piano di azione con l’obiettivo di definire una strategia regionale di lotta contro questo flagello e per il rafforzamento della cooperazione tra gli organismi specializzati dei nostri Paesi. Tutto in funzione di eliminare la presenza extra-regionale in questa guerra che è diventata il pretesto per l’ingerenza militare straniera.
L’ospite dell’appuntamento a Bariloche, la Presidente Cristina Fernanda, ha brillato con l’esposizione di temi puntuali come la necessità di fissare una dottrina di difesa comune che sia rispettata dai 12 membri e di salvaguardia dell’unità del gruppo. In questo senso ha espresso che se l’istallazione di basi di potenze straniere è “questione di sovranità nazionale” – come pretende far vedere la Colombia – “dovrà essere così per tutti, perché non può esserci una sovranità che abbia primato sulle altre e che imponga condizioni alle altre, o che alcuni dei Paesi membri possano sentire come un aggressione”.
Per avallare il suo discorso ha ricordato il tema delle isole Malvine, e quello che ha significato per l’Argentina “l’istallazione di basi militari di una potenza extra-continentale che ruppe il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR) in materia di difesa regionale”.
“Io credo, Presidente Uribe – ha avvertito la mandataria – che prima di tutto bisogna poter leggere l’accordo sopra le basi militari in termini puntuali e concreti, non stiamo parlando di concetti religiosi, né filosofici rispetto alle basi, stiamo parlando di verificare gli aerei, le armi, che sia per combattere una guerrilla o per combattere il narcotraffico.
Se in un Paese vicino si istallassero basi, io, almeno, mi sentirei insicura. Dobbiamo conciliare il suo volere come Presidente all’elaborazione di un progetto ci cooperazione con gli Stati Uniti e dobbiamo far sì che quest’accordo non danneggi la sicurezza e l’istituzionalità dei Paesi vicini”, ha sentenziato la donna.
Da parte sua, il leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez, ha letto il documento al quale aveva fatto riferimento il Presidente argentino, e che contiene direttive del Pentagono rispetto alla sua strategia geopolitica e militare. Il Presidente venezuelano ha coinciso con il suo omologo ecuadoriano, Rafael Correa, sulla necessità che Uribe presenti un “documento integrale” o che almeno lo anticipi per uscire da tanti dubbi e incognite che, almeno, ha Venezuela.
Ha aggiunto che nella strategia globale di dominazione degli Stati Uniti, per citare solo un esempio, appare la base colombiana Palanquero come uno degli obiettivi per la mobilizzazione di truppe. Da lì, ha spiegato Chávez, quasi la metà del Continente può essere raggiunta con un C-17, che è un aereo da trasporto militare pesante.
Riferendosi al documento presentato ha poi aggiunto che in esso “si parla di mobilizzazione per la guerra. In Honduras il Presidente Manuel Zelaya è stato sequestrato in un aereo sotto minaccia di fucile, e questo aereo è atterrato, prima di arrivare in Costa Rica, in una base militare statunitense vicino a Tegucigalpa.
Si tratta di questo, dell’utilizzo di queste basi per l’ingerenza e le sovversioni contro la sovranità in Sud America.
Il Presidente Rafael Correa, nella sua condizione di Presidente Pro-Tempore de UNASUR riferendosi al testo nordamericano letto da Chávez come prova che la lotta contro il narcotraffico era solo un pretesto dell’imperialismo, ha avvertito che “non si può accettare che un documento come questo ci tratti come un patio nel retro” proponendo di conseguenza che il Consiglio di Difesa del Blocco lo valuti, suggerendo allo stesso tempo una riunione con l’inquilino della Casa Bianca.
Sono stati molti gli argomenti espressi dal mandatario ecuadoriano per dimostrare l’inganno colombiano-nordamericano circa la necessità dell’ampliamento della presenza militare statunitense nella lotta al narcotraffico.
Correa ha ricordato che il 51% della cocaina prodotta nella regione proviene dalla Colombia dove, inoltre, il 32% delle coltivazioni della coca colombiana si seminano in circa 92 mila ettari. Queste coltivazioni, ha aggiunto, si concentrano fondamentalmente nel sud del Paese, dove la presenza di ufficiali colombiani è quasi nulla.
Ecuador dedica 10 mila soldati alla protezione della frontiera con la Colombia, e questo Paese ne dedica appena tre mila. Per tanto, ha detto, “Presidente Uribe, la responsabilità è della Colombia, non dei Paesi vicini, non cerchi nemici dove non ce n’è”.
Un narcotrafficante, ha precisato Correa, è chi traffica con stupefacenti e non i Governi “che non gli piacciono o che non coincidono con i suoi interessi”.
In tale direzione, ha precisato che le truppe nordamericane disporranno, in questa presunta lotta, di risorse sproporzionate e ciò “sorpassa di molto la sovranità colombiana, ed intacca addirittura la stabilità e la pace nella regione”.
Il Presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula, con rispetto all’effettività della lotta al narcotraffico, ha ricordato che la Colombia e gli Stati Uniti mantengono una collaborazione dal 1952 ed il problema, lungi dall’essere risolto, si aggrava. “Credo che sia tempo di ripensare se questa collaborazione deve mantenersi”.
Di argomenti ce n’è stati a sufficienza nel dialogo di Bariloche. Prima di tutto il Presidente Álvaro Uribe ha offerto risposte evasive, si è messo sulla difensiva, e ha cercato, inutilmente, di mettere insidie tra i mandatari, per creare sfiducia.
Quella sfiducia è stata avvertita nelle sue parole da parte del Presidente Evo Morales, che con grande chiarezza ha ricordato ai presenti che la storia degli Stati Uniti nelle loro relazioni con l’America Latina è caratterizzata dal tentativo di fomentare la sfiducia e la disunione. “Non ci vogliono uniti. È ora di smettere di essere strumenti della divisione. Fino a che basi straniere saranno presenti in Sud America, difficilmente si potrà pensare nella pace.
Non ci sono dubbi che la Riunione dell’UNASUR abbia mostrato al mondo la capacità di una leadership politica di nuovo tipo – a parte alcune eccezioni – che ha evidenziato il suo alto grado di maturità politica e la sua convinzione che di fronte all’ingerenza straniera, ci sono più ragioni di unione nella difesa della sovranità, l’integrità territoriale ed il futuro dei popoli.
Magari le decisioni adottate a Bariloche avessero ferito a morte le pretese militari statunitensi nella stessa maniera in cui in un giorno non lontano, nel Mare dell’Argento, si seppellì l’ALCA, altra espressione del neocolonialismo al quale l’imperialismo non rinuncia per mantenere sottomessa questa importante e strategica regione del mondo.
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Riunione dell’UNASUR a Bariloche
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28 agosto '09 - www.granma.cu (PL) | |
Il Presidente ecuadoriano Rafael Correa, è andato a Bariloche,
in Argentina, per presiedere la Riunione dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), che si è oggi istallata nella città balneare.
Come Presidente pro-tempore dell’organismo regionale integrato da 12 Nazioni, Correa è incaricato di presiedere l’incontro dei mandatari il cui tema principale verte sull’analisi delle basi militari degli Stati Uniti in territorio colombiano, qualificato da vari Paesi come una minaccia per la regione. Secondo una nota della Presidenza, il Capo di Stato ha viaggiato accompagnato dai Ministri delle Relazioni Estere Fander Falconí, e della Difesa, Javier Ponce.
MANIFESTAZIONI CONTRO LE BASI
ANSA - Le organizzazioni sociali sindacali, dei diritti umani, e studentesche hanno convocato delle riunioni in ripudio agli accordi militari con gli Stati Uniti durante la celebrazione della riunione dell’UNASUR iniziata oggi nella città balneare.
Le prime mobilizzazioni sono cominciate nel pomeriggio di ieri con concentrazioni convocate dal Partito Comunista Rivoluzionario (PCR), il Partito Operaio (PO) ed altre forze della sinistra, che si sono sparse fino al Centro Civico di Bariloche.
Nella mattina di oggi è stata annunciata l’assemblea nella sede dei vigili del fuoco (di grande rilevanza in questa regione di boschi), con la presenza della senatrice colombiana Piedad Córdoba; l’appuntamento si convertirà poi in una marcia nel centro della città.
Ieri è stato pubblicato un annuncio nei periodici locali, di rifiuto “alla presenza dei militari statunitensi in America Latina” ed in difesa dell’impegno dell’UNASUR nella restituzione di Manuel Zelaya in Honduras. La sede della riunione straordinaria è nell’hotel Llao Llao, a quasi 30 chilometri dal centro di Bariloche.
L’ARGENTINA RICEVE L’INVIATO DI OBAMA
Il Governo d’Argentina ha ieri ricevuto l’inviato statunitense per gli Affari dell’Emisfero Occidentale, Christopher J. McMullen, giusto alla vigilia della riunione straordinaria dell’UNASUR. Mcmullen è stato ricevuto dal Ministro degli Esteri argentino Jorge Taiana, con il quale ha dialogato circa la situazione politica in Honduras ed altri temi di interesse regionale, stando all’agenzia Télam.
LA COLOMBIA SI RIFIUTA DI REALIZZARE CAMBI ALL’ACCORDO MILITARE
NOTIMEX – Il Governo colombiano ha scartato oggi la possibilità di effettuare cambi all’accordo militare negoziato con gli Stati Uniti, come annuncio alla posizione del Paese di fronte alla Riunione dell’UNASUR che si sta celebrando in Argentina per analizzare la portata dell’accordo.
Il Ministro colombiano della Difesa Gabriel Silva, ha insistito che l’accordo militare che ha causato preoccupazione in alcuni Paesi del Sud America si manterrà nei termini negoziati con gli Stati Uniti.
Al rispetto ha segnalato che il convegno “è lo sviluppo di un accordo che già esiste, è l’approfondimento di una cooperazione pre-esistente, e in questo senso non c’è nulla di diverso da prima”.
Le recenti dichiarazioni di Silva sono
state fatte nell’ambito della visita realizzata ieri dai membri della
Commissione di Difesa del Senato colombiano alla Base Navale di Cartagena,
istallazione inclusa nel discusso accordo militare con gli Stati Uniti.
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Proposta l’accelerazione
dell’integrazione regionale |
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11 marzo '09 - www.granma.cu (PL)
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I presidenti sudamericani hanno firmato la Dichiarazione di Quito, che propone di accelerare l’integrazione e la cooperazione regionale, per affrontare in maniera congiunta la cris finanziaria internazionale.
“Di fronte al deterioramento del benessere di base di milioni di cittadini di tutta la regione, riaffermiamo la necessità di fomentare uno sviluppo possibile, considerando la nozione di libertà e inclusione sociale”, si legge nel documento firmato nella riunione dei Capi di Stato dell’Unione delle Nazioni sudamericane, UNASUR.
Nel testo si segnala l’impegno di creare meccanismi d’aiuto e cooperazione per i paesi più danneggiati da questa situazione di crisi, per rafforzare l’integrazione.
Il documento riafferma l’impegno con la democrazia, come unico sistema per isolare le sfide, offrire maggiori speranze e dare opportunità ai nostri popoli. In questo senso i dirigenti politici hanno segnalato che la via del dialogo e dei negoziati è la sola strada per risolvere le differenze, costruire la pace e una convivenza duratura.
Non ci saranno riconoscimenti, in nessun modo, della rottura dell’ordine costituzionale democratico, recita il testo che condanna il colpo di Stato in Honduras e domanda la restituzione al suo posto di presidente costituzionale nel paese di Manuel Zelaya, dice la dichiarazione, firmata da novi capi di Stato, membri di questo blocco.
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I ministri della Difesa dell’UNASUR analizzano la cooperazione regionale |
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10 marzo '09 - www.granma.cu |
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I ministri della Difesa dei 12 paesi dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), da ieri, stanno analizzando i temi della cooperazione nel primo Consiglio della Difesa Sudamericana (CDS), che terminerà oggi a Santiago del Cile.
Il CDS funziona come un meccanismo d’integrazione che permette di analizzare le realtà e le necessità della difesa dei paesi membri, di ridurre i conflitti e porre le base per la futura formulazione di una politica comune.
Lo scorso gennaio, i vice ministri di: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Paraguay, Suriname, Uruguay e Venezuela hanno realizzato qui nella capitale cilena la prima riunione, inaugurata da José Goñi, primo ministro del Cile, paese che fino a maggio reggerà la Presidenza Pro Tempore per poi passarla all’Ecuador.
Il programma dei ministri include la creazione del Centro Sudamericano di Studi Strategici della Difesa (CSEED) e la realizzazione a novembre del Primo Incontro Sudamericano di Studi Strategici (I ESEE).
Sarà affrontata anche la pianificazione di un esercizio congiunto di cooperazione militare in caso di catastrofi e disastri naturali. Si propone anche la creazione di una rete per condividere informazioni sulle politiche della Difesa, realizzare un seminario sull’ammodernamento dei Ministeri della Difesa e rendere trasparenti le informazioni sulle spese e gli indicatori economici del settore.
Gli altri punti riguardano l’identificazione dei “fattori di rischio e minacce che possono mettere in pericolo la pace regionale e mondiale” e la creazione di un meccanismo per contribuire all’adozione di posizioni congiunte della regione nei forum multilaterali sulla Difesa.
I ministri analizzeranno anche i tempi della “Cooperazione militare, azioni umanitarie ed operazioni di pace”, “Industria e tecnologia della Difesa” e “Formazione e preparazione”.
Alla vigilia di quest’incontro, l’ammiraglio Mike Mullen, Capo dello Stato Maggiore Congiunto degli Stati Uniti, ha visitato il Cile la scorsa settimana ed ha incontrato la presidentessa Michelle Bachelet ed alcune autorità militari.
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