Questo fine settimana Caracas, dove
secondo alcuni non vi sarebbe libertà di espressione, vede la riunione di
alcuni dei più sinistri rappresentanti delle destre golpiste e del
fondamentalismo neoliberale in America latina finanziato dagli Stati
Uniti. Ci saranno Mario Vargas Llosa, Carlos Alberto Montaner, il
boliviano “Tuto” Quiroga e tanti altri amici. Tutta bella gente con auto
di lusso e conti in banca a molti zeri con un solo obiettivo: screditare,
diffamare, sabotare, destabilizzare e liberarsi infine dei governi
democratici latinoamericani, a partire da quello di Hugo Chávez.
La denuncia dettagliatissima viene dall’avvocato statunitense Eva Golinger,
che nel “Codice Chávez” svelò documento per documento il coinvolgimento
del governo di Washington nel fallito colpo di stato a Caracas dell’11
aprile 2002. L’organizzazione del gran galá delle destre latinoamericane
spetta al CEDICE (Centro di divulgazione delle conoscenze economiche per
la libertà) diretto da quella Rocío Guijarra che fu tra i firmatari del
“Decreto Carmona” durante il colpo di stato insieme al vicepresidente
dell’organizzazione Óscar García Mendoza, presidente del Banco Venezuelano
di Credito. I “golpisti per la libertà” in questi otto anni non hanno mai
smesso di essere i principali collettori di finanziamenti statunitensi in
Venezuela sempre diretti verso le parti più estremiste e fasciste o
parafasciste dell’opposizione.
I nomi dei finanziatori dietro il CEDICE sono quelli di sempre e spiccano
i soliti NED e USAID statunitensi e il FAES spagnolo di José María Aznar.
Lo stesso CEDICE è l’entità che raccoglie i fondi e fa da consulente per i
separatisti boliviani di Santa Cruz, quelli che hanno come obbiettivo
dichiarato quello di “ammazzare l’indio”, Evo Morales. Con il CEDICE
organizzatore dell’iniziativa è il “Cato Institute” statunitense, quello
dei “Chicago Boys” neoliberali, che hanno applicato le loro teorie
economiche nell’America latina degli anni ’80 e ’90 provocando decine di
migliaia di morti per fame.
Il “Cato Institute” lancerà per l’occasione a Caracas un’esclusiva
“Università” che sarà frequentata da 50 selezionatissimi giovani
venezuelani e avrà tra i suoi docenti gente come Alvarito Vargas Llosa,
figlio di Mario, e quel Yon Goicochea, ex dirigente studentesco
antichavista, membro del più a destra dei partiti dell’opposizione
venezuelana, il parafascista e sempre golpista “Primero Justicia”. Proprio
Goicochea nel 2008 ha ottenuto dal Cato Institute (tutto in famiglia) il
“Premio Milton Friedman” accompagnato da un assegno di mezzo milione di
dollari oltre a continui finanziamenti soprattutto da parte di ambienti
vicini a José María Aznar e al FAES spagnolo.
Invitato senza risparmio a Caracas arriverà la crema del fondamentalismo
neoliberale e della sovversione aperta ai governi democraticamente eletti,
che la stampa italiana è sempre pronta a denigrare. Si sentirà a suo pieno
agio per esempio Mario Vargas Llosa, lo scrittore peruviano a stare al
tavolo con il terrorista cubano Carlos Alberto Montaner, entrambi
intervistatissimi dai media del nostro paese.
Vargas Llosa, presidente della Fondazione internazionale per la libertà,
anche questa capace di dragare centinaia di migliaia di dollari l’anno,
dopo un lontano passato a sinistra si è da tempo convertito
all’ultradestra ed è impegnato in campagne di destabilizzazione
soprattutto in Bolivia e Venezuela. Con loro ci sarà gente come Ricardo
López Murphy, ultimo ministro neoliberale dell’economia in Argentina,
prima del crollo o il cileno Sebastián Piñera, sconfitto da Michelle
Bachelet nel 2005 nel ballottaggio delle presidenziali e che vanta una
fortuna di oltre un miliardo di dollari.
Con loro, citiamo pochissimi tra i personaggi più in vista, ci saranno
personaggi come l’ex presidente fondomonetarista boliviano Jorge “Tuto”
Quiroga, con le mani sporche di sangue e ex vice del dittatore Hugo Banzer
o il folkloristico ex Ministro degli Esteri messicano Jorge Castañeda, in
gioventù spia della CIA nel partito comunista messicano e a Cuba e
Francisco Flores, ex presidente salvadoreño del partito ARENA, quello
degli squadroni della morte che massacrarono monsignor Romero e che ha
firmato uno dei peggiori trattati di libero commercio con gli Stati Uniti.
Andranno, loro e decine di altri, a rinsaldare i legami con quel
sottobosco golpista venezuelano, i Marcelo Granier, padrone di RCTV, il
canale televisivo che fomentò il golpe dell’11 aprile e al quale nel 2007
non fu rinnovata la licenza, i Leopoldo López, il citato Goicochea.
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