Più ostacoli per Cuba nella compera di alimenti negli Stati Uniti
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18 agosto 2009 - www.granma.cu (AIN)
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La compera cubana di prodotti agroalimentari negli Stati Uniti è andata calando negli ultimi anni a causa delle difficili condizioni che l’embargo statunitense impone a tali importazioni.
Pedro Àlvarez, Presidente di Alimport, impresa che tratta il commercio degli alimenti verso Cuba, ha spiegato che questa compera, dopo aver mantenuto un ritmo ascendente fino al 2005 quando si è raggiunto il maggior volume di acquisti, ha sofferto una decrescita negli ultimi 3 anni, anche se, visto il beneficio generato da entrambe le parti, il commercio dovrebbe continuare.
La diminuzione del volume d’importazione, come ha sottolineato Pedro Àlvarez al settimanale Opciones, è dovuta alla persistenza dell’embargo, e all’indurimento degli ostacoli posti alla compera, che rendono insicure le importazioni. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di credito.
Per tale ragione, Alimport ha deviato le importazioni provenienti dagli Stati Uniti, verso altri mercati più sicuri, che non impediscano esportazioni a Cuba, e che a loro volta concedano crediti, tutti aspetti questi, che bisogna tenere in conto in tempi in cui crisi economiche influiscono nell’aumento dei prezzi degli alimenti.
Il direttivo ha sottolineato che con tanti inconvenienti, non è possibile aumentare il volume delle importazioni dalla nazione nordica, a dispetto della serietà della classe impresaria statunitense, alla qualità dei prodotti ed alla vicinanza geografica, unici vantaggi offerti al momento.
Ha inoltre spiegato che i contorti inconvenienti adottati dal Governo degli Stati Uniti includono che le imprese di tale Nazione, per instaurare un qualsiasi contatto con Cuba, debbano richiedere al Dipartimento del Tesoro un permesso per poter viaggiare all’Avana.
Nel caso della conclusione di un contratto, prima di firmarlo, bisogna ottenere un altro permesso del Dipartimento del Commercio statunitense, ed una volta siglato il contratto, è necessario dotarsi di una Carta di Credito emessa da una banca cubana per una banca europea, da questa alla corrispettiva statunitense, e di nuovo da quest’ultima alla banca del fornitore.
La partecipazione di almeno tre o quattro banche genera costi addizionali e un maggior rischio di errori nella gestione della documentazione. Inoltre, anche le banche dei Paesi terzi hanno bisogno del permesso del Dipartimento del Tesoro per poter operare.
Come se non bastasse, le navi, per trasportare la mercanzia a Cuba, devono presentare un ulteriore permesso emesso dal Dipartimento del Tesoro, e dopo aver scaricato nel porto cubano, devono tornare negli Stati Uniti con le stive vuote, visto che non è concessa in tale Stato l’importazione dei prodotti cubani.
Come se fosse poco, una regolamentazione più recente permette ai guardacoste nordamericani di intercettare e registrare un’imbarcazione che viaggi con mercanzia proveniente dal proprio Paese verso Cuba, argomentando arbitrariamente che la nazione caraibica non possiede tutti i controlli necessari per evitare atti terroristi.
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