Cittadino USA trattenuto in dogana:
deve aspettarsi “grossi guai” dal governo USA per un viaggio a Cuba
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25 maggio 2009 - M.Morrill www.radiocittaperta.it
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Questo è quello che mi è successo mercoledì durante il mio rientro da Cuba. Sono arrivato a Harrisburg questa mattina dopo un viaggio di due giorni dall'Havana che mi ha condotto a Toronto la scorsa notte. I voli commerciali diretti tra gli USA e Cuba sono vietati dalla legge USA.
Sono arrivato all'aeroporto di Toronto alle 5:35 del mattino. Feci il check-in con Air Canada e continuai per la dogana USA. Compilai il formulario della dogana in modo onesto e scrissi che il mio viaggio includeva il Canada, Messico e Cuba.
I doganieri controllano i passeggeri a Toronto e negli altri grandi aeroporti del Canada invece che negli USA. Possono negare l'entrata negli USA e infliggere multe ma non hanno il diritto di arrestare qualcuno in Canada. Quando arrivai dal doganiere mi fece le solite domande finché non mi chiese in che paesi ero andato. Quando menzionai Cuba smise di fare domande, scrisse una grossa “S” rossa sul mio formulario e mi portò in un'altra stanza per “ulteriori approfondimenti.”
Attesi cinque minuti finché un doganiere non chiamò il mio nome. (Ho i nomi di tutti i doganieri e i supervisori coinvolti, ma non li userò in pubblico.) Cominciò a gridarmi: “in che anno sei nato? Non lo sai che stiamo cercando di isolare Cuba dal 1959?”
Risposi dicendo che non trovavo l'embargo giustificato e che secondo me sarebbe dovuto essere levato. Volevo “sfidare” l'embargo e mi rifiutai di mentire sul mio viaggio a Cuba. (Oltre 100'000 cittadini USA vanno a Cuba ogni anno senza permesso del dipartimento USA del tesoro. Quasi tutti mentono, non è difficile e a Cuba ci sono pure libri che ti dicono come fare.)
Un altro doganiere gridò dalla sua postazione: “è gente come te che rende tutto più difficile per gli altri!”. Il primo doganiere mi dice: “sei in guai grossi. Aspettati di stare qui per un po’. A che ora è il tuo volo?”. Gli risposi 7:30. Mi disse che non c'era modo che potessi prendere quel volo. Poi mi lasciò per andare a prendere dei fogli. Mentre era via il suo supervisore venne da me e mi disse: “vedo che hai problemi con le regole. Capirai cosa succede a quelli che non rispettano le regole.”
Quando il primo doganiere tornò mi disse: “confischiamo tutto quello che viene da Cuba.” Poi guardò ogni oggetto contenuto nelle mie due valigie e nella mia grande borsa. Alla fine identificò i seguenti oggetti da sequestrare: due libri, due DVD, tre CD di musica, due magliette e due cappelli (per i miei figli piccoli), quotidiani, carte da visita di cubani e altro materiale stampato che veniva da Cuba. Oh, e poi due pacchetti di sigarette Cohiba per amici che mi avevano chiesto di portargli le Cohiba (non potevo permettermi sigari!). Inoltre avevo 20 monete cubane per la collezione di monete dei miei figli. Il doganiere prese tutti i fogli, incluse le carte da visita delle persone che ho incontrato, note personali e prospetti per il viaggio. Fecero copie di ogni cosa.
Quando stavano facendo le fotocopie, altri doganieri vennero a controllarmi. Due di loro presero in mano ogni oggetto, e mentre lo facevano si sussurravano nell'orecchio e ridevano puntandomi col dito. Un altro supervisore guardò ogni oggetto, facendo piccole osservazioni. Uno dei CD aveva una statua del Che sulla copertina, e quando lo vide disse: “canzoni su un terrorista. Potresti perdere il tuo passaporto per questo.” Un altro doganiere passando disse: “volevo solo vedere il crociato. Questo sarà probabilmente il tuo ultimo volo fuori dagli USA.”
Attorno alle 7:30 il primo doganiere mi disse che avrebbero confiscato ogni oggetto ritenuto dubbioso. Gli dissi che perfino durante la guerra fredda era permesso portare materiale informativo ed educativo. Questo include libri e recentemente è stato allargato a CD e DVD. Mi rispose che era vero ma solo con un permesso di viaggio.
Attorno alle 7:45 mi dissero che potevo andare (il mio volo partiva alle 7:30). Mi dissero che potevo tenermi i fogli, i CD e i DVD, facendomi anche notare la mia bravura nell'introdurli negli USA. Mi dissero anche che non avrebbero confiscato il resto del materiale, ma che non avrei potuto portarlo negli USA.
Il doganiere mi disse che avrei dovuto buttarli via. Quando arrivai al primo cestino posizionai gli oggetti in cima in modo che qualcuno possa trovarli e prenderli, dal momento che era tutto nuovo. Mi dissero che invece avrei dovuto buttarli via. Con riluttanza, così feci.
Prima di lasciarmi mi dissero: “Non è finita. Si aspetti una grossa lettera nella posta.”
Presi il mio volo e ritornai così nel paese della libertà.
* coordinatore del Sindacato SEIU della Pennsylvania
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