Il Vertice del MNOAL solidale contro il blocco
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17 luglio 2009 - www.granma.cu (PL)
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Il presidente cubano, Raúl Castro, ha ringraziato questo per la solidarietà offerta nella lotta contro il blocco statunitense ed ha sottolineato quanto si può fare, come solidarietà e cooperazione internazionale, se esiste la volontà politica.
Parlando ai Capi di Stato e di Governo ed ai rappresentanti delle 118 nazioni che formano il MNOAL, a Sharm El Sheikh, in Egitto, Raúl Castro ha ricordato che Cuba soffre il più prolungato, totale e crudele sistema di sanzioni unilaterali da parte dello stato più poderoso.
Nonostante la volontà espressa quasi unanimemente dalla comunità Internazionale e le promesse di cambio del nuovo Governo degli Stati Uniti, la realtà è che il blocco viene sempre applicato e con il massimo rigore da circa cinquant’anni.
“Esprimiamo nuovamente la nostra gratitudine per la solidarietà dei paesi che mantengono ferma la posizione di chiedere la sospensione immediata di questa ingiusta politica, insostenibile moralmente, che moltiplica per la mia Patria gli effetti della crisi finanziaria ed economica mondiale. Nonostante queste difficili condizioni, ha dichiarato Raúl Castro, Cuba dimostra modestamente quanto si può fare quando esiste la volontà politica in materia di solidarietà e cooperazione internazionali, soprattutto nell'ambito della sanità.
Circa 51000 collaboratori cubani della sanità lavorano in 98 paesi per salvare vite umane e prevenire le malattie”, ha ricordato, ricevendo l’applauso scosciante dei presenti nel Maritim Jolie Ville di Sharm El-Sheikh, nel sud del Sinaí a 500 chilometri da El Cairo.
Raúl ha aggiunto che più di 32000 giovani di 118 Stati, in maggioranza del Terzo Mondo, studiano gratuitamente nei centri educativi cubani, e che il 78% frequenta la facoltà di medicina.
“Queste cifre, ha detto, sono solo un'infima parte di quel che si potrebbe fare se l'egoismo basisse spazio alla cooperazione e alla solidarietà”.
Il presidente cubano ha assicurato che è possibile, uniti, lottare contro un sistema di sfruttamento e di saccheggio che tende a riprodurre il sottosviluppo e ad ampliare la distanza tra un ridotto gruppo di nazioni ricche, col 20% della popolazione mondiale ed una enorme periferia, dove vive l’80% dell'umanità.
“Siamo convinti che un mondo migliore è possibile. Nella lotta per conquistarlo, il Movimento dei Paesi Non Allineati è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale” ha aggiunto..
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Documento speciale contro l’embargo a Cuba viene adottato a Sharm El-Sheikh
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13 luglio 2009 - www.granma.cu (PL)
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Il Movimento dei Paesi Non Allineati (MNOAL) ha espresso oggi il suo fermo rifiuto all’adozione ed applicazione di misure coercitive unilaterali ed extraterritoriali, riferito in modo particolare all’embargo economico degli Stati Uniti contro Cuba.
Alla conclusione della commissione economica del segmento di alti funzionari, i rappresentanti delle 118 nazioni presenti alla XV riunione del NOAL hanno chiesto di raccomandare ai Ministri degli Esteri e mandatari l’approvazione di un testo simile a quello approvato nell’ONU.
In tal senso hanno ricordato le 17 risoluzioni già adottate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite circa la necessità di cessare questa misura punitiva contro Cuba, e “numerose altre dichiarazioni e risoluzioni di differenti Governi, organismi e fori intergovernativi”.
Uno schizzo del documento, al quale Prensa Latina ha avuto accesso, esprime la condanna alle sanzioni economiche unilaterali o altre misure illegali contrarie al diritto internazionale che cercano di esercitare pressione sui Paesi del NOAL.
Intitolata “Necessità di terminare l’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”, la dichiarazione sottolinea che “sotto nessuna circostanza nessun popolo deve essere privato dei propri messi per il sostentamento e lo sviluppo”.
“L’assedio economico imposto da Washington all’Avana dura già da mezzo secolo ed il 70% dei Cubani sono nati sotto di esso”, riferisce il documento appoggiato verbalmente durante le discussioni dai delegati di altri 40 Paesi.
I funzionari d’alto rango hanno domandato ai Capi di Stato e di Governi di “esprimere la loro preoccupazione per la continuazione di questa politica unilaterale di larga durata con effetti extraterritoriali, nonostante il fatto che sia costantemente stata rifiutata dalla maggioranza degli Stati”.
“La natura extraterritoriale dell’embargo istituzionalizzato e sistematizzato dalle leggi Torricelli e Helms-Burton, ha causato seri danni addizionali all’economia cubana nelle sue relazioni economiche con Paesi terzi” sottolinea ancora.
Inoltre, i pregiudizi si sono evidenziati anche in transazioni con le sussidiarie delle compagnie statunitensi nelle ultime due decadi.
I delegati sperano che i Ministri degli Esteri ed i Capi di Stato “pretendano ancora una volta che il Governo degli Stati Uniti ponga fine immediatamente all’embargo economico, finanziario e commerciale contro Cuba”.
Oltre alle trasgressioni alle norme del diritto internazionale, la misura coercitiva causa sofferenza umana, perdite materiali, e danni economici e finanziari che hanno registrato un impatto negativo nel benessere del popolo cubano” conclude.
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