L’Assemblea Generale della ONU per l’eliminazione del blocco contro Cuba
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1 ottobre 2009 - www.granma.cu (PL) | |
Il reclamo dell’eliminazione del blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba, costituisce una delle rivendicazioni più reiterate nelle sei giornate di dibattito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il tema del blocco degli Stati Uniti contro l'Isola è stato direttamente esposto da decine di delegazioni di tutte le regioni del mondo.
Le ultime dichiarazioni sono state espresse nella sessione finale del dibattito generale, dai ministri degli Esteri del Nicaragua, Samuel Santos e di Grenada, Peter David Charles, tra gli altri.
Il primo a denunciare l’illegalità del blocco, il cui intervento ha dato inizio ai dibattiti mercoledì scorso, è stato il presidente brasiliano, Luiz Iñacio Lula da Silva, poco prima della prima partecipazione al Forum annuale delle Nazioni Unite, del governante nordamericano, Barack Obama.
Durante le prime giornate, hanno reclamato la fine dell'assedio a Cuba, i Capi di Stato dell’Uruguay, Tabarè Vazquez; di El Salvador, Mauricio Funes; della Bolivia, Evo Morales; del Venezuela, Hugo Chavez; del Paraguay, Fernando Lugo e della Libia, Muammar Gheddafi.
Anche i governanti del Sud Africa e Sao Tomé y Principe, Jacob Zuma e Fradique Bandeira Melo de Menezes, oltre ai capi delle delegazioni del Lesotho, dell’Egitto, del Laos, del Vietnam, della Guinea Bissau, della Namibia, della Siria, del Belize, dell’Honduras, dell’Ecuador, di Cipro e dello Zimbabwe, hanno sottolineato la necessità d’eliminare il blocco, tra i tanti.
Il Presidente dell'attuale sessione dell'Assemblea Generale, Ali Treki, ha dichiarato, assumendo il suo nuovo incarico, che embarghi e blocchi sono infruttuosi, offuscano la volontà della comunità internazionale e danneggiano solamente le popolazioni.
Nell'isola venezuelana di Margarita, presidenti, ministri e rappresentanti dei 60 paesi che partecipavano al II Vertice SudAmerica-Africa, hanno chiesto la fine del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba e l'adempimento delle risoluzioni delle Nazioni Unite a proposito.
Nel suo discorso nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, ha reiterato che l'assedio degli Stati Uniti contro l'Isola è intatto e costituisce “un atto unilaterale d’aggressione, che dev’essere abolito in modo unilaterale”.
Il Ministro ha sostenuto che le recenti misure annunciate dall'attuale amministrazione statunitense costituiscono un passo positivo, ma limitato ed insufficiente, ed ha spiegato che alcune di queste disposizioni non si possono applicare perché esistono restrizioni, mai modificate, che le ostacolano.
L'ordine del giorno della 64° Assemblea Generale prevede, per il 18º anno consecutivo, la votazione, il 28 ottobre, della relazione cubana, intitolata “Necessità di porre fine all'embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba” .
Dal 1991, l'assedio degli Stati Uniti ha ricevuto una condanna crescente dei membri delle Nazioni Unite, confermata l'anno scorso da ben 185 Stati, la cifra più alta registrata in tutte le votazioni realizzate sino ad ora.
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“Il blocco degli Stati Uniti segue intatto” ha denunciato Cuba
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26 settembre 2009 - www.granma.cu (PL) | |
“Il blocco imposto dagli Stati Uniti contro Cuba si mantiene intatto”, ha denunciato Bruno Rodríguez Parrilla, ministro degli Esteri dell’Isola, nel suo intervento di fronte al Gruppo dei 77, integrato da 130 paesi, ha reso noto PL.
La 33ª Riunione Annuale dei ministri degli Esteri del G-77, che si è svolta nel contesto della 64ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha prestato attenzione agli argomenti spiegati da Rodríguez, a proposito delle recenti misure del governo nordamericano, che le ha definite estremamente limitate ed insufficienti “Queste disposizioni adottate dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riguardano le fondamenta delle relazioni tra la comunità cubana in questo paese e i loro familiari nell’Isola” ha precisato.
Il diplomatico di Cuba ha annunciato che l’Isola presenterà il prossimo 28 ottobre all’Assemblea Generale, la massima istanza della ONU, il progetto di risoluzione intitolato “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti”, contro la nazione delle Antille. Infine il ministro cubano ha ringraziato per l’appoggio che tradizionalmente il G -77 ha dato a questa domanda ed ha espresso la necessità che questo sostegno continui.
LE VOCI DI CONDANNA DEL BLOCCO CONTRO CUBA
L’eliminazione del blocco economico contro Cuba, venerdì 25, è stato al centro di una richiesta reiterata dei preisidenti di vari paesi nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ONU.
Il presidente di Zimbabwe, Robert Mugabe, all’inizio ha dichiarato la permanenza del blocco nordamericano contro l’Isola come una violazione da parte degli USA alla sovranità di Cuba e al completo svolgimento delle sue relazioni internazionali.
Nel suo discorso il presidente africano ha parlato della situazione del popolo cubano in modo energico, ed ha chiamato a far sì che si ponga fine immediatamente al coercitivo, illegale ed ingiustificabile blocco commerciale, economico e finanziario contro Cuba, che è costato, sino ad oggi, un totale di 96000 milioni di dollari, provocando una sofferenza incalcolabile a questo paese ad al suo popolo, ha precisato.
Per i paesi dei Caraibi, il primo ministro e ministro degli esteri di Antigua y Barbuda, Winston Baldwin Spencer, ha dichiarato di sentirsi orgoglioso dei suoi stretti vincoli con l’Isola.
“Il mio governo crede fermamente che si debba interrompere la politica discriminatoria e punitiva, con pratiche che impediscono al governo di Cuba l’esercizio del diritto a partecipare liberamente agli assunti dell’emisfero”, ha dichiarato.
Inoltre ha espresso un richiamo all’amministrazione Obama, a nome della Comunità dei Caraibi - CARICOM - affinché gli Stati Uniti cambino il loro comportamento verso questa fraterna nazione.
A questo richiamo si sono uniti i presidenti di Gambia, Paraguay, Domenica e di Haiti, che hanno espresso manifestazioni di grande solidarietà con Cuba e contro l’irrazionale blocco degli Stati Uniti, durante la giornata di dibattito nell’ Assemblea Generale della ONU.
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Chávez esige da Obama, all'ONU, la fine del blocco imposto a Cuba |
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25 settembre 2009 - www.granma.cu (PL)
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“Niente potrà fermare la Rivoluzione che sta avvenendo in America Latina e che continua a crescere, perchè è una rivoluzione morale, spirituale, totale”, ha detto il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, durante il suo intervento nella 64ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU).
Chávez ha esortato gli USA e l’Europa a sostenere questa Rivoluzione, perchè è l’inizio del cammino per la salvezza del pianeta.
Inoltre ha sottolineato che il socialismo è la salvezza del pianeta, a differenza del capitalismo, che conduce solamente all’estinzione della specie umana.
Hugo Chávez ha chiesto d’incrementare la volontà politica, per compiere i passi avanti necessari per salvare l’umanità, ed ha dichiarato: “Spero che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riesca a realizzare i cambi di cui parla”.
Il presidente bolivariano ha chiesto a Obama d’essere conseguente: “Cosa aspetta a togliere questo blocco selvaggio e assassino contro Cuba, presidente Obama? Crede che sia un fatto figurativo? No! È una persecuzione verso ogni impresa che fornisce prodotti a Cuba. Ci sono imprese che non inviano pezzi di ricambio per strumenti sanitari che abbiamo acquistato, per dare assistenza medica ai nostri popoli”, ha detto ancora, riferendosi all’ attuazione della Philips che non invia i pezzi di ricambio necessari, per via del blocco.
Il Presidente del Venezuela ha anche denunciato le sette basi militari statunitensi in Colombia: “Una minaccia per la pace del Sudamerica”, ha sottolineato.
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Reclamano nella ONU l’eliminazione
del blocco contro Cuba
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24 settembre 2009 - www.granma.cu (PL) | |
Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha assicurato che senza la volontà politica, misure obsolete come il blocco degli USA imposto a Cuba resteranno vigenti. Lula è stato il primo oratore della 54ª Sessione dell’Assemblea Generale della ONU, che si sta svolgendo a New York.
Il presidente dell’Uruguay, Tabaré Vázquez, ha segnalato che: “Come americani sentiamo il dovere etico e la responsabilità politica di reiterare, anche in questo foro mondiale, che saremo perseveranti nello sforzo d’integrazione, senza esclusioni, in America, senza eccezioni e senza blocchi come quello che Cuba soffre”.
Il presidente della Boliva, Evo Morales ha segnalato che per cambiare il mondo prima si deve cambiare la ONU e far terminare il blocco contro Cuba.
Il presidente degli USA, Barack Obama, ha invitato ad una nuova era di compromessi con il mondo, promettendo di lavorare assieme ad altre nazioni, pur difendendo il proprio paese.
“È giunta l’ora in cui il mondo si deve muovere in una nuova direzione e dobbiamo abbracciare una nuova era d’impegni basati nell’interesse e il rispetto mutui”, ha detto Obama nel suo discorso nell’Assemblea.
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha proposto un accordo prima della fine dell’anno, su una riforma provvisoria del Consiglio di Sicurezza.
“La crisi ci obbliga a dimostrare immaginazione e audacia”, ha detto, aggiungendo che “In politica, in economia e in politica ambientale, la necessità di un gran governo globale s’impone”, ha reso noto EFE.
Il leader della Libia, Muammar el Kadafi, ha invitato ad una riforma della ONU per trasformare l’Assemblea Generale nello strumento principale e trasferire le prerogative del Consiglio di Sicurezza a questa istanza.
Inoltre ha detto che la Carta delle Nazioni Unite sostiene che tutti i paesi sono uguali, indipendentemente dalla grandezza, ma senza dubbio la maggioranza non è rappresentata nel Consiglio.
Il Segretario generale della ONU, Ban Ki-moon, ed il presidente del nuovo periodo di sessioni dell’Assemblea, il diplomatico libico Alí Treki, si sono pronunciati con forza per il rafforzamento del multilateralismo.
Per il primo questo è il momento di attuare con uno spirito di rinnovato multilateralismo, e di creare Nazioni Unite con una genuina azione collettiva.
Trai temi più importanti trattati nell’Organizzazione mondiale, Ban ha menzionato il disarmo nucleare, le lotte contro la povertà ed il cambio climatico.
Treki ha allarmato sui pericoli esistenti per la pace e la sicurezza internazionali ed ha identificato come forti difficoltà i conflitti tra gli Stati, le guerre civili, le armi di distruzione di massa, il terrorismo, il crimine organizzato, il deterioramento ambientale, l’estrema povertà, l’estensione di malattie infettive.
Il diplomatico libico ha invitato a lavorare per rivitalizzare l’Assemblea Generale ed avere un Consiglio di Sicurezza più rappresentativo e riformato. In un altro senso ha reiterato l’impegno con natura universale e non selettiva del tema dei diritti umani.
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Il nuovo Presidente dell’Assemblea Generale dell'ONU condanna il blocco contro Cuba |
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19 settembre 2009 - www.granma.cu (PL)
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Il nuovo Presidente dell’Assemblea Generale della ONU, Ali Abdussalem Treki, ha reiterato la sua condanna al blocco imposto dagli Stati Uniti contro Cuba ed ha segnalato l’ampia e costante votazione internazionale contro questa politica d’assedio.
“Le sanzioni non risolvono i problemi e solo danneggiano le popolazioni”, ha detto il diplomatico libico, che ha dichiarato di desiderare lo ristabilimento del dialogo tra gli Stati Uniti e Cuba. Per Treki i blocchi sono sterili, vanno contro la volontà della comunità internazionale e danneggiano le popolazioni.
Nel suo primo discorso da presidente dell’Assemblea Generale, Treki ha convocato al dialogo e all’intesa tra i paesi, all’eliminazione dei blocchi e alla fine delle guerre.
L’Assemblea Generale della ONU dovrà votare nell’ottobre prossimo, nel 18º anno consecutivo, contro il blocco imposto da Washington a L’Avana, che ha provocato perdite stimate in almeno 96.000 milioni di dollari all’Isola.
Nella sua prima conferenza stampa come titolare del massimo organo delle Nazioni Unite, Treki ha condannato il colpo di Stato in Honduras ed ha espresso l’esigenza di rispettare la volontà dell’America Latina contro i militari golpisti.
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