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La marcia delle fiaccole Una luminosa tradizione per il Maestro
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28 gennaio '09 - L.de Jesus www.granma.cu
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Una strana curiosità per una luminosa tradizione: quella marcia inaugurale nel 1953; la prima Marcia delle Fiaccole nella Cuba dell’anno della liberazione nel 1959 e quella di ieri notte, 27 gennaio 2009, sono cominciate tutte un martedì, tingendo di storia questa giornata della settimana.
La marcia di decine di migliaia di abitanti della capitale è stata aperta dai membri del Burò Politico José Ramón Machado Ventura, Primo Vice Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, dai generali di corpo dell’Esercito Leopoldo Cintras Frías, Álvaro López Miera e da Salvador Valdés Mesa, segretario generale della CTC.
Con loro Julio Martínez Ramírez, primo segretario della UJC e i combattenti delle nostre lotte rivoluzionarie.
Nutrito da mille affluenti, in un forte omaggio artistico, il fiume dei volti ha disceso la collina universitaria serpeggiando per le strade sino alla Fragua Martiana, seno del culto giovanile al nostro Eroe Nazionale, dove la rosa bianca cresce sempre per poterla offrire ad un amico sincero.
Al passaggio del 156º gennaio, ogni mano si è alzata verso il cielo ed ha approfittato dei minuti iniziali del 28 gennaio per perpetuare l’insegnamento unico del Maestro
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La Marcia delle Fiaccole del 27 gennaio
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27 gennaio '09 - M.E.A.Ponce www.granma.cu |
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Dalla storica scalinata dell’Università de L’Avana marceranno i pini nuovi, per dare il benvenuto al 28 gennaio e, nel primo minuto di un così glorioso giorno, rendere tributo al più universale dei cubani nel giorno della sua nascita.
Sarà replicata così quella prima Marcia delle Fiaccole, organizzata da buoni cubani 56 anni fa, in occasione della nascita dell’Apostolo e nella quale mostrarono le credenziali e provarono la propria forza coloro che sei mesi dopo avrebbero assaltato le caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes.
La manifestazione sarà preceduta da un concerto e forma parte dell’omaggio delle nuove generazioni a Josè Martí, un vasto programma di omaggi e di azioni che ha come principale obiettivo l’avvicinamento dei bambini, degli adolescenti e dei giovani alla storia della Patria e alla vita e l’opera del Maestro.
Questo è il proposito della peregrinazione che stanotte porterà i giovani della capitale dai resti di quello che fu il Real Carcere de L’Avana, sino alla Fragua Martiana, seguendo le orme del prigioniero numero 113, quell’adolescente condannato ai lavori forzati perchè amava la sua Patria.
Un altro bel regalo lo porterà il Movimento dei Pionieri Esploratori a questa festa per Martí: l’accampamento che questo 27 gennaio riunirà bambini e adolescenti in 50 luoghi storici relazionati con l’uomo dell’Età d’Oro, come la Finca el Abra, nell’Isola della Gioventù e Dos Ríos, in provincia Granma.
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LE POESIE DI JOSÉ MARTÍ Omaggio al 156º Anniversario della nascita dell’Apostolo di Cuba
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27 gennaio '09 - www.granma.cu
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Da "La edad de oro":
LE SCARPETTE ROSA
C’è un bel sole, onde di schiuma e sabbia fine, e Pilar vuole andare a sfoggiare il suo cappellino con la piuma "Guarda che bimba divina" grida il padre e poi la bacia "Vai libera passerottina e riportami la sabbiolina!" "Io vado con la mia bambina" Dice la mamma premurosa. "Ma non macchiare con la sabbia le tue scarpettine rosa!" Andarono nel giardino, nel vialetto con il tiglio, la mamma colse una rosa e Pilar scelse un giglio. Lei è pronta per il gioco con cerchio, secchio e paletta. Il secchio è color violetta e il cerchio è color del fuoco. Vengono a vederle passare, nessuno le lascia partire. La mamma si mette a ridere ma un vecchio si mette a piangere. L’aria fresca spettina Pilar che viene e va e spiritosa domanda "Mamà! ma tu lo sai chi è una regina?" E se torneranno di sera dalla riva del mare, per la mamma e per Pilar il calesse papà manderà. La spiaggia è proprio bella. Tutto il mondo si incontra lì. Porta gli occhiali la nonna della francesina Magalì C’è Alberto il militare che ha guidato la processione con il tricorno e il bastone e ha spinto la barca nel mare. Che cattiva Maddalena con i suoi nastri e nastrini che sotterra quella povera bambola senza i piedini! Conversano là sui cuscini sedute con i cavalieri le signore come fiori all’ombra degli ombrellini. Però con quel modo di fare è tanto serio e triste il mare. È più allegro laggiù,là avanti, dove vanno tutti quanti! Si dice che il mare canta meglio laggiù, nel popolare, e che la sabbia è più bianca dove le bimbe sole possono stare. Pilar corre dalla sua Mamà: "Mamà, io sarò buona, tanto buona, Lasciami andare sola sulla riva Laggiù dove mi vedi, un pò più in là..." "Questa bambina capricciosa! Tutti i giorni mi fa arrabbiare! Vai, ma sta attenta a non sporcare quelle tue scarpettine rosa!" Le giunge ai piedi la schiuma. Gridano allegre tutte e due. Se ne va dicendo "Addio!" Quella col cappellino con la piuma. Va laggiù molto lontano dove l’acqua è più benefica, dove si siedono i poveri dove si siedono i vecchi. Andò la bambina a giocare, la spuma bianca calò e passò il tempo e passò un aquila sopra il mare. E mentre il sole tramontava dietro la duna dorata giunse zitto un cappellino che sulla sabbia camminava. Fatica tanto, fa fatica a camminare... ma che cos’ha Pilar che cammina così, cos’ha che viene a testa bassa sino qua? Lo sa bene la bella Mamà perchè fatica tanto ad andare: "Le tue scarpette rosa Pilar? Dove le hai messe? Dimmelo già!" "Ahi cattiva! ma dove saranno? Dimmi dove, Pilar!" "Signora" Dice una donna piangendo, "Sono qui! Guardi! Qui stanno!" "Io ho una bimba malata che piange nella stanza oscura e la porto sulla riva del mare a vedere il sole, a riposare. Ieri notte sognò e sognò con il cielo e udì un canto. mi ha fatto paura, ne ho pianto l’ho portata e s’addormentò. Con quei minuti braccini stava come abbracciando e io guardando e guardando quei suoi scalzi piedini. Mi giunse vicino la schiuma, alzai gli occhi e vidi questa bambina davanti a me, col suo cappellino con la piuma. "Sembra proprio come dipinta la tua bambina. Sembra finta. Vuole giocare?" "Volesse!" "Perchè non ha le scarpette?" La guardò, le prese le manine, i freddi piedini le toccò. "Oh, prendi le mie scarpine! Io ne ho tante! Troppe ne ho!"
"Non so bene bella signora Che cosa è successo allora. Su quei nudi piedini le pose quelle scarpette come due rose."
Si videro apparire i fazzoletti Di una russa e di un’inglese e la nonna di Magalí si tolse gli occhiali lì per lì.
La Mamà aperse le braccia e strinse al petto Pilar. Prese la giacca sciupata senza nastri, malandata. Tutto lo vuole sapere sulla malata la Mamà. Non vuole sapere che piange quella donna per la povertà "Sì Pilar, daglielo e anche quello! Il tuo mantello, il tuo anello!" Le diede il denaro, ogni cosa, un bacio e poi anche la rosa. Tornano zitte e stanche alla casa col giardino Pilar sta seduta sul cuscino a destra sulle panche. E dice una bella farfalla che vide dalla tuberosa custodire sotto una palla di vetro le scarpettine rosa.
LA PERLA DELLA MORA
Una mora di Tripoli aveva una perla rosa, una gran perla ma un giorno la gettò con sdegno al mare "Sempre la stessa! Sono stanca di vederla!" Pochi anni dopo là sulla rocca di Tripoli la gente piange nel vederla. La mora impazzita chiede al mare "O mare, o mare ridammi la mia perla!"
I DUE PRINCIPI
Il palazzo è in grave lutto e sul trono piange il re. La regina sta piangendo dove nessuno la può vedere. In fazzoletti di tela fina piangono il re e la regina. I signori del palazzo stanno piangendo anche loro. I cavalli portano neri i Pennacchi, come le briglie. I cavalli non hanno mangiato perchè non vogliono mangiare. L’alloro del grande cortile è restato coi rami spogli perchè al funerale tutti portavano corone di foglie. Il figlio del re è morto. È morto il figlio del re. Tra i boschi, là sul monte ha la sua casa il pastore. Sua moglie sta domandando "Ma perchè brilla oggi il sole?" Le pecore a testa china vanno tutte vicino alla porta. È una cassa lunga e profonda che sta foderando il pastore. Entra ed esce un cane triste e canta là dentro una voce "Passerotto io sto impazzendo" portami dove lui è volato!" Il pastore piangendo prende la pala e il piccone, apre una fossa nel suolo e vi getta dentro un fiore. Il pastore non ha più suo figlio: è morto il figlio del pastore.
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