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Playa Giron: avvenimenti da ricordare per sempre
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17 aprile '09 - www.granma.cu |
Il popolo cubano celebra questa settimana il 48° anniversario della sua vittoria sulle spiagge di Playa Giron contro l’aggressione delle truppe mercenarie, finanziata e preparata dal governo degli Stati Uniti.
Quell’invasione, approvata definitivamente dall’amministrazione del presidente democratico John F. Kennedy, era diretta al rovesciamento della rivoluzione vittoriosa del 1 gennaio 1959.
Tuttavia, in meno di 72 ore le Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) dell’isola caraibica, guidate dal Comandante in Capo, Fidel Castro, sconfissero lo sbarco nemico avvenuto il 17 aprile 1961, nella zona conosciuta nei circoli politici di Washington come Baia dei Porci.
Secondo il piano, i mercenari pretendevano occupare prima questo punto dell’occidentale provincia di Mantanzas, a circa 160 chilometri ad sud est della capitale cubana, e poi avanzare sulla città.
Aerei militari con insegne cubane, ma provenienti dal Centro America e pilotati da controrivoluzionari, il 15 aprile, bombardarono gli aeroporti dell’Avana e di Santiago de cuba, causando, secondo le cifre ufficiale, la morte di sette persone e 53 feriti.
Testimoni che hanno vissuto da vicino quegli avvenimenti raccontano che i cubani diedero una risposta comune da ogni angolo del paese: difendere fino alle ultime conseguenze l’indipendenza e la sovranità conquistata.
Durante i funerali delle vittime dei menzionati bombardamenti, Fidel Castro proclamò il carattere socialista della Rivoluzione, nel centrale angolo tra le strade 23 e 12, all’Avana.
“Quello che non possono perdonarci gli imperialisti è la dignità, l’integrità, il valore, la fermezza ideologica, lo spirito di sacrificio e rivoluzionario del popolo di Cuba…, che siamo lì sotto il loro naso, e che abbiamo fatto una Rivoluzione Socialista sotto il naso degli stessi Stati Uniti”, affermò.
Dopo intensi combattimenti, la sera del 19 aprile 1961 marcò la resa degli aggressori aggruppati nella Brigata 2506.
La battaglia di Giron significò la morte di oltre 150 combattenti rivoluzionari e vari civili furono ammazzati dall’aviazione degli invasori.
Cuba consegnò 1200 prigionieri agli Stati Uniti, che riconobbe il ruolo di padrone, scambiando i suoi servi per medicine ed alimenti per i bambini del paese caraibico.
Numerosi storici, cubani e stranieri, sostengono che le FAR applicarono in modo sicuro ed opportuno le leggi della guerra e della lotta, affondando due navi da trasporto, barche e lance da sbarco, e abbattendo 8 bombardieri B-26.
Fidel Castro sottolineò che quella battaglia definì l’alternativa tra il passato ed il futuro, la reazione o il progresso, la tradizione o la lealtà ai principi, il capitalismo o il socialismo, il dominio imperialista o la liberazione.
Fermi nella loro decisione di continuare ad essere liberi, i cubani seppero schiacciare una delle azioni più traditrici degli Stati Uniti contro popoli piccoli, episodio che la storia segnala come la prima sconfitta dell’imperialismo in America Latina.
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