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81º ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI CHE GUEVARA |
17 giugno 2009 - www.granma.cu
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La lettera ai figli
Ai miei figli:
Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto:
Se un giorno dovrete leggere questa lettera sarà perchè io non starò tra voi.
Quasi non si ricorderanno di me e i più piccoli non ricorderanno niente.
Vostro padre è stato un uomo che agisce come pensa e di sicuro è stato leale alle sue convinzioni.
Crescete come buoni rivoluzionari, studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura; ricordatevi che la Rivoluzione è l’importante e che ognuno di noi da solo non vale niente.
Soprattutto siete sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro qualsiasi e in qualsiasi parte del mondo.
Questa è la qualità più bella di un rivoluzionario.
Arrivederci per sempre, figlioletti, spero di rivedervi ancora.
Un bacione ed un gran abbraccio da Papa.
LA LETTERA AI GENITORI
Cari vecchi:
Ancora una volta sento sotto i miei talloni le costole di Ronzinante e ritorno al cammino con la mia lancia al braccio.
Quasi dieci anni fa vi avevo scritto una lettera di saluto.
Come ricordo, mi lamentavo di non essere un miglior soldato e un miglior medico; la seconda cosa non m’interessa più e come soldato non sono tanto male.
Nulla è cambiato in essenza, salvo che sono molto più consenziente ed il mio marxismo è radicato e depurato.
Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi e sono conseguente con le mie convinzioni.
Molti mi diranno avventuriero, e lo sono, solo che di un genere differente e di quelli che mettono in gioco la pelle per dimostrare le loro verità. Forse questa è quella definitiva.
Non lo cerco, ma dentro di me c’è il calcolo logico delle probabilità. Se è così vi arrivi un ultimo abbraccio.
Vi ho amato molto, solo che non ho saputo esprimere il mio affetto, sono stranamente rigido nelle mie azioni. e credo che a volte non mi hanno capito.
Non era facile capirmi, d’altra parte, credetemi, solamente, oggi.
Adesso, una volontà che ho perfezionato con una passione d’artista, sosterrà due gambe flaccide e dei polmoni stanchi.
Lo farò. Ricordatevi a volte di questo piccolo condottiero del XX secolo.
Un bacio a Celia, a Roberto, a Juan Martín e Patotín, a Beatriz, a tutti.
Un grande abbraccio da figlio prodigo e recalcitrante per voi.
Ernesto
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