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12 Amicus per
appoggiare
la causa dei
Cinque
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7
marzo '09 -
Deisy Francis - Susana Lee
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È un fatto
storico e senza precedenti”, ha detto l’avvocato Leonard Weinglass nella
presentazione, avvenuta il 6 di marzo in Washington, di 12 Amicus della Corte,
che invitano la Corte Suprema degli Stati uniti alla revisione del caso dei
Cinque antiterroristi cubani, ingiustamente reclusi nelle carceri di questo
paese da più di dieci anni.
“Questa
è la più ampia riunione di funzionari internazionali, legislatori,
intellettuali, avvocati e organizzazioni che si sia mai vista rivolgersi a
questa massima istanza giudiziaria”, ha precisato Weinglass, alla presenza
di Ricardo Alarcón, presidente dell’Assemblea Nazionale; dei familiari dei
Cinque e di tutti partecipanti al XI Incontro Internazionale di Economisti
su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo.
“L’opinione mondiale si è sollevata, ha detto ancora, nella forma di
documenti legali, formali e con la decisone di far terminare questo fatto
tragico e ristabilire i diritti di questi Cinque uomini”.
La
senatrice messicana Yeidckol Polevnsky, che ha inviato un messaggio di
saluto all’ispiratore di queste riunioni, il Comandante in Capo Fidel Castro
Ruz, ha consegnato ad Alarcón l’Amicus del Senato del suo paese, che
sollecita che il caso di Cinque Patrioti antiterroristi sia rivisto dalla
Corte Suprema ed ha letto una lettera che, a nome dei partecipanti
all’incontro, sarà inviata al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama,
esigendo il termine del blocco contro Cuba e la libertà dei Cinque.
Nell’ultima giornata dell’XI Incontro Internazionale di Economisti su
Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo hanno parlato, tra gli altri,
Robert Engle, Premio Nobel d’ Economia 2003; Pablo González Casanova, del
Messico, Atilio Borón, dell’ Argentina, e Oscar René Vargas, rappresentante
di Miguel D’Escoto, presidente dell’Assemblea Generale della ONU.
La
sessione di chiusura è stata presieduta da Marino Murillo, vicepresidente
del Consiglio dei Ministri e titolare d’ Economia e Pianificazione; Lina
Peraza e Gladys Bejerano, ministre di Finanze e Prezzi e Auditoria e
Controllo, rispettivamente, con Francisco Soberón, ministro presidente del
Banco Centrale di Cuba.
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La
risalita sarà lenta e a lungo termine
Ha
dichiarato Edmund Phelps, Premio Nobel dell’Economia 2006
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6 marzo '09 -
www.granma.cu
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Si può dissentire o no. Le idee si
ascoltano con gran rispetto. Questa è la ragione – unita alla calda
accoglienza – che lo ha ritornare ancora una volta all’Avana, specialmente
agli incontri della Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo.
Economista per consiglio di suo padre, ha
trovato maggior vocazione nelle ricerche, settore per il quale ha meritato
il Premio Nobel dell’Economia 2006 per “le sue analisi sulle compensazioni
internazionali nella politica macroeconomica”, come informò allora la Reale
Accademia Svedese delle Scienze, significando che i suoi studi avevano
“approfondito il nostro conoscimento della relazione tra gli effetti a corto
e lungo termine nella politica internazionale”.
Edmund Strother Phelps, è nato il 26 luglio
1933, a Evanston, nello stato nordamericano dell’Illinois. Ha iniziato la
sua formazione come economista nel 1951 all’Amherst College. Nel 1981 è
stato nominato membro dell’Accademia Nazionale di Scienze degli Stati Uniti
nel 2000 è stato riconosciuto membro distinto dell’Associazione
dell’Economia Americana.
Per l’eminente professore statunitense
l’attuale congiuntura richiederà non meno di dieci anni per poter parlare di
un’uscita, perché “ci sarà un recupero molto lento delle attività economiche
ed il grado di recuperò dipenderà dal progresso nella riforma del settore
finanziario”, sostiene.
Secondo Phelps, la visione altruista della
regolamentazione governativa si è persa nella complessa rete delle
contraddizioni del mercato, conferma che decenni di gestione neoliberali
hanno emarginato le norme più elementari e hanno sommerso il mondo nella
prima grande crisi del XXI secolo.
E’ riuscito a fare alcun pronostico della
situazione attuale?
Ad esempio, ho notato che si sarebbe
prodotta una rapida e crescente disoccupazione.
Agli inizi del 2008 ho notato, inoltre, che
il settore bancario era quasi insolvente. Dobbiamo praticare l’eutanasia
delle grandi banche e sostituirle con banche che facciano investimenti
classici, che investano, che facciano prestiti al settore degli affari per
investimenti a lungo termine e per l’innovazione tecnologica”.
E’ del criterio, anche, che generalmente
non è auspicabile la socializzazione delle perdite, perché è “un gran peso
sui contribuenti fiscali, quando questo peso dovrebbero sopportarlo gli
investitori, però è molto difficile pensare che la Citibank francese, vada
in bancarotta, o che l’AIG (American International Group, gigante delle
assicurazioni) anche, ed è difficile pensare che collassi l’industria delle
automobili, più se è situata in una città popolosa come Detroit e non
possiamo permettere che Detroit cada. Come non socializzare le perdite?”.
Alla domanda sul futuro che augura al
sistema capitalista, ha detto che nonostante la crisi, è molto difficile
parlare della crisi del capitalismo, perché “già ha superato altre
esperienze e sfide, come nel 1948, nei primi anni del XX secolo, o la Grande
Depressione del ’30, e ritorna”.
Nonostante, nel presente, sebbene esistono
molti elementi della crisi che si ripetono “c’è molta incertezza. Quello che
abbiamo oggi è differente a quanto vissuto 50 o 100 anni fa”.
A suo giudizio il vertice sulla crisi
convocato a giugno dall’ONU, può servire come un modo per ottenere un
maggior consenso e idee più chiare, “ma penso che manca ancora molto per
poter trovare una soluzione”.
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Il Presidente Zelaya ha sottolineato
l’importanza dell’integrazione economica |
5
marzo '09 -
www.granma.cu
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Il
presidente di Honduras, Josè Manuel Zelaya, ha sottolineato l'importanza
dell'integrazione per affrontare l'attuale crisi economica che colpisce il
pianeta, durante l’XI Incontro Internazionale di Economisti sulla
Globalizzazione ed i Problemi dello Sviluppo.
Zelaya ha sostenuto di sentirsi sicuro che
i paesi della regione, integrati con nuovi assetti di costruzione
produttiva, con volontà di complementarietà orizzontale, dove funzionino
capacità strutturali ed una nuova dinamica d’ azione, potranno cercare delle
risposte alternative.
“Honduras, ha detto, dopo l’incorporazione
all'Alternativa Bolivariana delle Americhe (ALBA), si propone di sradicare
l'analfabetismo, la povertà nell campagne e di sostenere i processi agrari
per i piccoli produttori del campo, tra gli altri obiettivi.
Zelaya ha sostenuto che l’architettura
coloniale e capitalista non è stata capace di reggersi sull'impalcatura del
commercio.
La crisi attuale che avvolge il capitalismo
del mondo è la più grave, di carattere ciclico, che ha colpito
periodicamente questo sistema.
Nella sua esposizione durante l’XI Incontro
degli Economisti nel Palazzo delle Convenzioni della capitale cubana, il
Presidente di Honduras ha segnalato che il fallimento che fa tremare le
fondamenta di questo modello, è cominciato negli Stati Uniti, per la
speculazione finanziaria, ed ora ha colpito le banche, le compagnie
multinazionali ed il pianeta intero.
Zelaya ha fatto un appello per far sì che
si presentino nuovi modelli di sviluppo e di gestione, per cercare forme
d’organizzazione sociale e privilegiare la lotta contro la povertà ed ha
aggiunto inoltre che è necessaria una ristrutturazione dell'ordine
economico internazionale, con diritti di equità e giustizia per tutti i
paesi membri delle Nazioni Unite, perchè solo così l'attuale globalizzazione
potrebbe avere un senso.
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La
crisi globale non è solo
economico-finanziaria
È ecologica, energetica, alimentare e sociale |
4
marzo '09 - D.Francis
www.granma.cu
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“Le nostre piccole economie praticamente
non esistono di fronte alle economie perchè imprimono i loro criteri e i
loro disegni alle nostre società. I nostri paesi integrati, formando nuovi
pilastri di costruzione produttive, mediante schemi di complementarità,
possono cercare risposte alternative, perchè abbiamo diritto di cercar
cambiamenti nella nostra società”, ha detto Sua Eccellenza José Manuel
Zelaya Rosales, Presidente della Repubblica di
Honduras, nella sua brillante conferenza
magistrale nell’XI Incontro Internazionale di Economisti su Globalizzazione
e Problemi dello Sviluppo, al quale ha partecipato José Ramón Machado
Ventura, Primo Vicepresidente di Cuba.
Nella sessione pomeridiana di martedì 3 è
intervenuto anche Robert Mundell, Premio Nobel d’Economia 1999, e nei gruppi
di dibattito è continuato l’esame profondo della crisi economica globale
che, com’è stato detto, non è solo economica e finanziaria, ma anche
alimentare, ecologica, energetica e sociale.
La dichiarazione letta da Viviana Phelps, a
nome del marito, Edmund Phelps, Premio Nobel d’Economia del 2006, nella
quale esprime la sua condanna al blocco nordamericano imposto contro Cuba, e
reclama il diritto di Cuba a commerciare liberamente, ha suscitato molto
interesse.
Durante la sessione è stata annunciata la
concessione della condizione di Membri d’Onore dell’Associazione Nazionale
di Economisti e Contabili di Cuba, a Mundell e a Phelps, i cui diplomi sono
stati consegnati rispettivamente da Zelaya e da Machado Ventura.
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La crisi globale
Grande protagonista dell’XI Incontro di Economisti a L’Avana
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3 marzo '09 -
www.granma.cu (AIN) |
La crisi economica globale è stata la
grande protagonista nella giornata inaugurale dell’XI Incontro
Internazionale di Economisti su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo,
presieduto da José Ramón Machado Ventura, Primo Vicepresidente di Cuba; sua
Eccellenza Leonel Fernández Reyna, Presidente della Repubblica Dominicana;
Esteban Lazo Hernández, Vicepresidente del Consiglio di Stato; Edmund Phelps
e Robert Mundell, Premi Nobel di Economía, e Roberto Verrier Castro,
Presidente del Comitato Organizzatore dell’evento, tra le altre personalità.
Nelle sue parole di benvenuto Roberto
Verrier ha ricordato che: “Questa riunione cercherà di insistere nella
ricerca di risposte a domande fondamentali delle nostra epoca, molte delle
quali sono state poste più di dieci anni fa, come una sfida iniziale dal
promotore e fondatore di questi incontri, il compagno Fidel Castro Ruz".
Esperti di varie nazioni presenti all’XI
Incontro Internazionale di Economisti su Globalizzazione e Problemi dello
Sviluppo, hanno coinciso che la crisi economica globale non troverà una
soluzione con regole che beneficiano solamente le banche.
La giornata inaugurale dell’appuntamento,
al quale partecipano più di mille delegati di 47 nazioni, è stata uno spazio
per il primo dibattito attorno al tema, intitolato “La crrisi finanziaria e
le crisi economica globale: impatto e lezioni”, integrato da Claudio Katz,
(Argentina), Jan Kregel, (Stati Uniti), e Christian Ghymers, (Belgio), che
ha offerto la possibilità d’analizzare il problema con la visione di
America Latina, Nordamerica ed Europa.
Katz è stato categorico affermando che non
si può continuare a cercare di riscattare le istituzioni in bancarotta,
azione tipica del capitalismo, avvisando che le vere regole le imporranno i
popoli.
Katz ha denunciato che l’incremento delle
spese militari e delle guerre sono un’altra manifestazione dell’attuale
recessione ed ha chiamato a combattere queste tendenza.
Ghymers ha detto che il collasso attuale e
sistematico proprio della globalizzazione neoliberista nasce da un super
indebitamento dal quale sarà difficile uscire.
“È come un tsunami che colpisce tutti,
dagli Stati Uniti”, ha detto nel salone plenario del Palazzo delle
Convenzioni.
Per Eric Touyssaint, presidente del
Consiglio per l’Annullamento del debito estero del Terzo Mondo, che ha sede
nel Belgio, si devono diagnosticare correttamente le cause e non far
ricadere le responsabilità o le colpe su coloro che sono le vittime, cioè le
masse spogliate.
L’egiziano Samir Amin, presidente del Forum
del Terzo Mondo, ha definito il governo di Barack Obama, e il suo staff
economico, incapaci di risolvere questa crisi mondiale.
Oscar Ugarteche, del Messico,ha dichiarato
che la crisi non è solo finanziaria, ma anche tecnologica ed ha considerato
che non esistono possibilità di recupero economico se non cambia anche la
base energetica.
Pedro Páez, presidente della Commissione
Tecnica Presidenziale per la configurazione delle componenti
dell’Architettura Finanziaria Internazionale, dell’Ecuador, ha fatto
un’ampia esposizione sulle origini del fenomeno e la vulnerabilità del
sistema capitalista, e il ruolo dei movimenti sociali nella ricerca di
soluzioni, tra gli altri temi.
L’ultima conferenza in questa prima
giornata di Globalizzazione 2009, è stata offerta da Alí Rodríguez, titolare
venezuelano di Economia e Finanze che ha iniziato con alcune considerazioni
sui severi problemi dell’economia degli USA sin dagli anni ’50, quando si
cominciò a sperimentare una declinazione sostenuta nella produzione dei
beni, sino alla crisi finanziaria acuta divenuta crisi economica globale e i
suoi effetti sociali.
L’incontro durerà sino a venerdì 6.
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Incontro
Internazionale di
Economisti a
L’Avana
Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo, al centro del
dibattito
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2 marzo '09 -
www.granma.cu
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La crisi economica Internazionale sarà al
centro dei dibattiti del XI Incontro Internazionale di Economisti su
Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo che si svolgerà da oggi lunedì 2
marzo, nella capitale di Cuba.
L’appuntamento riunirà 1.500
professionisti, specialisti e accademici di 50 paesi e conterà sulla
partecipazione dei Premi Nobel d’Economía Robert Mundell, Robert Engle y
Edmund Phelps.
Di nazionalità statunitense, i tre laureati
impartiranno conferenze magistrali nelle sessioni plenarie di questo evento
che si svolgerà sino al sei di marzo nel Palazzo delle Convenzioni.
Mundell, che ha ricevuto il Premio Nobel
nel 1999, parlerà della crisi finanziaria e dei sistemi monetari
internazionali; Engle (P.N. nel 2003) esporrà il tema “La volatilità
finanziaria, e Phelps (P.N. nel 2007), “L’Altruismo e la responsabilità
sociale”.
Tra le molte personalità presenti ci
saranno anche Manuel Zelaya Rosales, presidente di Honduras, e Monsignor Marcelo
Sánchez Sorondo, il Vescovo e Ministro degli Esteri della Pontificia
Accademia delle Scienze del Vaticano,l’egiziano Samir Amin, presidente del
Forum del Terzo Mondo e i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale,
del Banco Mondiale e della Organizzazione Mondiale del Commercio.
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Incontro internazionale degli
Economisti
sulla Globalizzazione
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23 febbraio '09 - S.Lee
www.granma.cu |
La crisi economica globale, il suo
impatto e le alternative in tutte le loro dimensioni, con le messe a
fuoco delle differenti scuole di pensiero saranno al centro del XI
Incontro Internazionale degli Economisti su Globalizzazione e Problemi
dello Sviluppo che si svolgerà a L’Avana dal 2 al 6 di marzo.
La dottoressa Esther Aguilera,
vicepresidentessa della Associazione Nazionale degli Economisti e
Contabili di Cuba (ANEC), ha definito l’incontro “uno spazio eccezionale
per il dibattito di questi temi cruciali che l’umanità deve affrontare
oggi, al quale parteciperanno più di mille specialisti di Scienze
Economiche e Sociali di tutti i continenti”.
Esther Aguilera, che è anche Segretaria
Permanente dell’Associazione degli Economisti dell’ América Latina e dei
Caraibi (AEALC), ha annunciato che numerose personalità hanno già
confermato la loro partecipazione e tra queste Manuel Zelaya Rosales,
presidente della Repubblica di Honduras; Edmund Phelps (2007), Robert
Mundell (1999) y Robert Engle (2003), Premi Nobel di Economia, e Monsignor
Marcelo Sánchez Sorondo, Vescovo Cancelliere della Pontificia Accademia
di Scienze del Vaticano, che impartiranno conferenze magistrali.
Inoltre parteciperanno rappresentanti di
10 organismi internazionali e 10 regionali, come il Fondo Monetario
Internazionale, il Banco Mondiale, la FAO, UNESCO e altre organizzazioni
del sistema delle Nazioni Unite, senatori e deputati.
L’idea di questi incontri sorse nel 1998
su proposta del Comandante in Capo Fidel Castro, durante l’incontro
internazionale Economia '98.
Nell’ambito di questa undicesima
edizione si realizzeranno l’Assemblea Generale della AEALC e l’Incontro
Internazionale degli Studenti d’Economia.
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