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"Cubania e universalità in Dora Alonso" E anche umanità, intelligenza, simpatia, generosità, cultura, coraggio e soprattutto Rivoluzione...
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23 marzo 2009 - G.Minuti www.granma.cu (AIN) |
Dora era nata il 22 dicembre del 1910, un bel regalo di Natale, nell’attuale paese Maximo Gomez, allora Ricreo, in provincia di Matanzas, figlia d’una famigli benestante. Si chiamava Doralina de la Caridad e a nove anni vince il suo primo premio letterario, la "Estela Brochs de la Torriente".
Nel 1933 è corrispondente del quotidiano Prensa Libre, di Cárdenas enel 1934 entra nell’organizzazione antimperialista Joven Cuba.
Nel 1942 scrive per la rivista Lux, della Federazione Sindacale degli Impianti Elettrici dove appaiono le sue prime interviste: all’ambasciatore della Cina in Cuba, Ti Tsun Li e al poeta cileno Pablo Neruda, di passaggio a L’Avana.
Riceve il primo Premio di Poesia nel concorso convocato dalla "Alianza Cubana por un Mundo Libre”.
Nel 1944 “Tierra adentro” riceve il Premio Nazionale al romanzo del Ministero d’Educazione e viene trasmesso dalla radio RHC Cadena Azul, ma s’interrompe al ventesimo capitolo, perchè la firma padrona dell’emittente contesta il contenuto sociale troppo progressista del testo. Con "Negativo" ottiene il primo premio nel concorso "Hernández Catá".
Decide di adottare un bambino orfano, José Joaquín Alfonso Malagón, un piccolo mulatto di sette anni nato a Herradura, in provincia di Pinar del Río, dov’erano nati suo padre e suo nonno. Nel 1955 conosce Fausto Rodríguez Sánchez, di Cárdenas, militante del Partito Socialista Popolare, comunista dai suoi 17 anni, il compagno di tutta la sua vita dal 1956.
Critica fortemente i conflitti razziali nella sua prima opera teatrale per adulti “ La hora de estar ciegos” ed inizia con “Pelusín y los pájaros” la sua produzione teatrale per bambini.
I suoi racconti come Sierra brava, Río abajo, Tierra nueva, Por los verdes caminos [Tierra adentro], Flor de aguinaldo e Rancho Luna, sono trasmessi dalle radio in Puerto Rico, Panama, El Salvador, Messico, Nicaragua, Colombia, Brasile, Venezuela e in altri paesi.
Dopo il trionfo della Rivoluzione partecipa alla preparazione dei libri di testo per le elementari e pubblica in Bohemia la sezione “Páginas Nuevas”, destinata a promuovere ed orientare l’espressione letteraria ed artistica dei bambini e degli adolescenti cubani.
“Tierra inerme” vince il Premio Casa de las Américas.
È corrispondente di guerra per Bohemia durante l’invasione mercenaria di Playa Girón.
Il suo libro di racconti Ponolani ottiene la prima menzione nel concorso Casa de las Américas e il suo racconto “Aventuras de Guille” è il libro più richiesto dai giovani lettori cubani.
“Espantajo y los pájaros” vince il Premio del Municipio de Leipzig, nella Repubblica Democratica Tedesca. Riceve l’Ordine Nazionale "Raúl Gómez García".
Nel 1979, ispirata in Ponolani che descrive le vicissitudini di una giovane negra rapita in Africa e portata a Cuba per essere venduta in un mercato di schiavi, a Guantánamo, la Danza Nazionale di Cuba porta la storia in scena nel Teatro Mella con un grande successo.
Nel 1980 "El valle de la Pájara Pinta" vince il Premio Casa de las Américas.
Nel 1981 riceve la medaglia commemorativa del 20º anniversario di Playa Girón. Riceve la Distinzione per la Cultura Nazionale.
Nel 1982 riceve la Medaglia "Alejo Carpentier" in una cerimonia presieduta da Fidel Castro.
“El valle de la Pájara Pinta” è premiato con il Diploma del Premio Internazionale Máximo Gorki, il premio di letteratura per bambini e giovani più importante nei paesi socialisti dell’ Organizzazione Internazionale per il Libro Giovanile (IBBY); con il Premio La Rosa
Blanca, della UNEAC e con il Premio della Crítica.
Il suo libro di poesie fa parte dell’elenco di base del Banco del Libro in Venezuela. Ha ricevuto una replica del machete del Generale Máximo Gómez per aver contribuito con la sua opera ad elevare la coscienza patriottica e internazionalista del popolo cubano.
Ottiene il Premio "El Diablo Cojuelo" dall’Unione dei Giovani Comunisti di Cuba.
Riceve l’Ordine "Félix Varela" di Primo Grado, la più alta distinzione culturale concessa dal Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba e inoltre il Premio Nazionale di Letteratura per tutta la sua opera. Ottiene poi il Premio Mondiale di Letteratura "José Martí" assegnato in Costa Rica per tutta la sua opera.
Io l’ho conosciuta nel 1994, dopo aver letto Popolani. È un libro che strazia, che fa sentire tutti colpevoli per quell’orrendo crimine che fu la schiavitù, mai scontato da nessuno. Dalle prime pagine decisi che lo si doveva pubblicare anche in Italia: lo tradussi e trovai un editore.
Conobbi Dora e andai a farle la proposta, a casa sua, con il mio compagno.
“ La casa comincia dalla porta e non al di fuori” ci disse e poi parlammo bevendo caffè, che le piaceva molto. Era una donna gentile, simpatica e molto colta, ed io la stavo a sentire perchè sapeva attrarre tutta l’attenzione ed i suoi argomenti erano molto fondati, radicati nei migliori sentimenti umani, esprimendo i più alti ideali e lo sapeva fare parlando ai bambini, con il loro linguaggio. Che maestra di vita è stata Dora!
La sua storia, di quando era bambina, già eccellente cavallerizza, quando ascoltava le storie degli ex schiavi, di Emilia, la figlia di Popolani, schiava e figlia di schiava.
Quella Popolani, imprigionata nel giogo di braccia, gambe, che raccontava le fiabe africane del suo villaggio rimaste nella memoria alla sua bambina Emilia, la tata di Dora, perchè non piangesse vedendo sua madre ridotta in quelle condizioni.
E gli altri negri, nella cucina della casa paterna, le loro terribili esperienze di uomini ridotti schiavi, la natura che la circondava erano nell’anima di Dora, che sapeva amare.
Dora conquistava qualsiasi auditorio e molte delle sue storie erano vita vissuta.
Ci vedemmo diverse volte e lei fu felice dell’edizione di quel suo primo e purtroppo unico libro in italiano. L’ultima volta che la vidi mi prestò un libro che ho ancora e che conservo come un ricordo molto prezioso: “Il libro di Camilín”.
È quasi unico perchè stamparono una tiratura minima nel ’79, ventesimo anno della Vittoria. Scrive Dora come presentazione: “Io ho un amico di dodici anni a cui voglio molto bene; si chiama Camilo e lo conosco da quando era così piccolo che lo si poteva cullare tra le braccia. Dato che siamo vicini, Camilo mi ha sempre visitato ed ha sempre giocato con i fogli di carta, facendo la punta alle matite e guardando i libri. Poi ha cominciato a disegnare e i suoi schizzi erano tanto graziosi che li ho conservati tutti. Il suo stile migliorava e decidemmo di lavorare assieme: lui faceva il disegno e io poi scrivevo un racconto ispirato alle sue figure. Abbiamo collaborato per molto tempo e in questo libro le illustrazioni raccontano la crescita artistica di Camilo e della nostra amicizia”.
Poi Dora si ammalò, la ricoverarono ed io non l’ho vista mai più.
Il libro di Camilín è qui e lo sfoglio con tutta la nostalgia e la dolcezza del ricordo.
Cara Dora! È
morta il 21 marzo del 2001, a 90 anni, vissuti come meglio non si poteva.
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