GUANTANAMO

Washington minaccia Londra: deve occultare le torture

 

 

5 febbraio 2009 - www.granma.cu (PL)

 

Gli USA hanno minacciato il governo britannico  con la sospensione della cooperazione in materia d’intelligenza, se rivelerà le prove sulle torture subite da un residente in Gran Bretagna, quando era rinchiuso nel carcere di Guantánamo. 

 

Le prove su questa pratica contro Binyam Mohamed, d’origine etiope, nella prigione nordamericana della Base Navale,  devono restare segrete per via delle serie minacce di Washington, hanno detto i due giudici del Tribunale Superiore d’Inghilterra e Galles.

 

I due giudici hanno segnalato le loro insoddisfazione per dover occultare le informazioni, ma non hanno altre alternative.

 

Hanno spiegato che il ministro degli esteri, David Miliband, ha dichiarato che se si rendono pubbliche le prove, le autorità degli Stati Uniti interromperanno gli scambi d’intelligenza con la Gran Bretagna.

 

“L’informazione è nota nelle agenzie ufficiali del Regno Unito e questo implica complicità con l’applicazione delle torture a Guantánamo”, ha considerato il deputato dell’opposizione conservatrice, David Davis, citato dal quotidiano   The Guardian.

 

Per questo legislatore la decisione dei giudici dimostra che ci sono state torture nel caso di Binyam, e che gli apparati britannici possono diventare complici e che il governo degli USA minaccia un Tribunale Superiore.

 

I magistrati hanno detto che la documentazione sul trattamento applicato dagli ufficiali nordamericani ai detenuti di Guantánamo non contiene elementi sensibili per l’intelligenza.

 

“Non comprendiamo come una democrazia governata dall’impero della legge possa sperare che una Corte di un’altra democrazia sopprima prove relative ad allegati di torture e trattamenti crudeli, inumani e degradanti per quanto possa essere imbarazzante”, hanno aggiunto.

 

Binyam fu arrestato in Pakistan nel 2002, trasferito in segreto in Marocco,  poi in Afghanistan, prima d’essere recluso a Guantánamo.

 

L’avvocato del prigioniero e direttore della ONG - organizzazione non governativa - Reprieve, Clive Stafford Smith, ha denunciato che se occulterà le prove, la Gran Bretagna sarà colpevole d’aver accettato il ricatto.