GUANTANAMO I prigionieri non vogliono andare a Palau
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29 giugno 2009 - www.granma.cu
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Il piano del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per scarcerare alcune delle centinaia di prigionieri di Guantánamo, affronta un problema: un gruppo di Uiguri non vuole andare a Palau, così come oggi ha segnalato il giornale The Wall Strees Journal.
Il Governo di Palau aveva accettato di accogliere 13 dei 22 Uiguri cinesi, catturati nel 2001 in Afghanistan e Pakistan, e portati nella base navale di Guantánamo, nell’isola di Cuba, come supposti terroristi.
I tribunali statunitensi, dopo aver comprovato che i sospetti erano infondati, hanno ordinato la loro liberazione; tuttavia Washington ha incontrato difficoltà nella loro ubicazione, e la Casa Bianca no ha voluto rimandarli in Cina dove, secondo il Governo degli Stati Uniti, potrebbero essere incarcerati e torturati.
Così, solo quattro degli Uiguri sono già stati trasferiti alle Bermuda, mentre altri cinque sono stati inviati nel 2006 in Albania.
“Anche se i quattro (Uiguri) sono rapidamente arrivati alle Bermuda dopo l’accordo raggiunto con questo Paese, quelli assegnati a Palau non se ne sono ancora andati”, ha spiegato il giornale.
“Dopo essersi riuniti con (funzionari) paulesi, e dopo essersi consultati con i propri avvocati, gli Uiguri hanno dimostrato poco entusiasmo all’idea del trasferimento sull’Isola, secondo quanto dice il rappresentante del Governo”, continua il giornale.
Apparentemente “I detenuti sono preoccupati per l’inesistenza di una comunità Uiguri a Palau, ed a causa delle restrizioni per l’acquisizione della cittadinanza sull’Isola” secondo The Wall Street Journal.
D’altra parte, George Clarke, avvocato di Washington che rappresenta due degli Uiguri autorizzati ad essere rilasciati, ha detto che “Entrambi hanno molto interesse a lasciare Guantánamo, e sono decisamente aperti all’idea di andare a Palau”.
Nury Turkel, ex-Presidente dell’Associazione Uigur Stati Uniti, ha fatto sapere al periodico che i detenuti Uiguri preferirebbero essere trasferiti negli Stati Uniti o in Europa, dove si trovano comunità di loro concittadini.
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GUANTANAMO Un compenso di 200 milioni di dollari
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17 giugno 2009 - J.G.Allard www.granma.cu
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Palau, il solo paese del mondo che si è unito agli Stati Uniti e ad Israele nell’ultima votazione contro il blocco imposto a Cuba, nella ONU, ed ha appena accettato la proposta di mantenere nel suo territorio 17 cinesi dell’Etnia Uigur, reclusi nel campo di detenzione e tortura dell’illegale Base Navale di Guantánamo.
In cambio riceverà un assegno di “aiuti economici” di 200 milioni di dollari.
Gli Uigurs sequestrati nella base nordamericana che si trova nel territorio occupato di Cuba, contro la volontà del suo popolo e del suo governo, appartengono ad un gruppo di 22 membri musulmani di questa Etnia, arrestati durante l’invasione dell’Afghanistan dalle truppe degli USA, nel 2001.
Un portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, ha ringraziato Palau per “il suo gesto umanitario”, segnalando però che restano ancora alcuni dettagli da precisare. Non ha parlato della proposta della Cina di ricevere queste persone, oriunde della regione autonoma Uigur di Xinjiang, nella parte nordovest della Repubblica Popolare della Cina.
Ironicamente, le autorità yankee rifiutano di mandare gli uigurs nel loro paese d’origine con il pretesto che li potrebbero torturare, quando questi reclusi, da anni, sono vittime di maltrattamenti che fanno del Centro di Guantánamo un vero simbolo universale degli orrori che si possono commettere contro un essere umano.
Palau è uno dei pochi paesi del mondo che non vuole stabilire relazioni con la Cina, ma che riceve sussidi da Taipei.
Kelly ha detto che il vice segretario di Stato, Dan Fried, incaricato del dossier del carcere yankee a Guantanamo, è stato a Palau di recente, ma che ha negato di riconoscere le informazioni già pubblicate, secondo le quali è stato “confezionato un pacchetto di aiuti per 200 milioni di dollari”, in cambio dell’accettazione a Palau dei detenuti in questione.
Gli USA hanno ammesso già quattro anni fa che gli Uigurs non sono mai stati “combattenti nemici”.
Palau ha come ambasciatore a New York un nordamericano, Stuart Beck, avvocato ebreo di Long Island, amico di John Bolton e che vota sistematicamente a favore d’Israele.
Palau, un arcipelago di circa 200 minuscole isole dell’oceano Pacifico occidentale, grazie al suo apporto, ha sempre votato contro Cuba.
Dal 1994, a Palau si sviluppa un detto Trattato di Libera Associazione con gli Stati Uniti, ora negoziato da Beck, con il quale è stato concesso già 50 anni fa, all’esercito yankee, il libero uso del territorio nazionale.
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