IL VERTICE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE DELLA FAO Meeting FAO: Cuba chiede risposte
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20 novembre '09 - www.granma.cu (PL)
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Il vicepresidente cubano Ulises Rosales del Toro ha proposto di includere nell’agenda della FAO la valutazione e l’allerta sistematica degli effetti del cambio climatico, in una tavola rotonda effettuata a Roma.
Rosales del Toro ha partecipato al meeting sulla Sicurezza Alimentare dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO) che termina oggi, dopo tre giorni di deliberazioni.
In uno degli incontri tematici dell’incontro, il capo della delegazione dell’isola dei Caraibi ha realizzato un intervento nel capitolo denominato Mitigazione ed adattamento al cambio climatico: sfide all’Agricoltura ed alla Sicurezza Alimentare.
Ha spiegato che alle conseguenze che l’ingiusto ordine economico internazionale prevalente impone, “dobbiamo adesso aggiungere l’immensa sfida che porta il cambio climatico globale”.
Del Toro, che è anche Ministro dell’Agricoltura a Cuba, ha argomentato che le fluttuazioni a corto e a largo raggio dei canoni climatici indotte dal cambio climatico possono avere estreme ripercussioni nella produzione agricola.
Parlando del pericolo che comporta l’instabilità delle temperature della loro incidenza sulla natura, ha enumerato una serie di conseguenze che renderanno ancora più drammatico il panorama della fame e della produzione di alimenti nel mondo.
Tra tali conseguenze ha citato la difficoltà di pianificare le attività agricole, la crescita del livello del mare, i danni alla diversità biologica nelle zone ecologiche fragili, il cambiamento dell’ambiente ed il disequilibrio nella produzione di alimenti.
Ci sarà il caos nelle attività di pesca stabilite ai paesi, avanzamento di plaghe e malattie trasportate da vettori verso zone nelle quali prima non esistevano, ed in generale si registrerà un incremento nel livello di fame cronica nelle regioni più povere, ha aggiunto.
Rosales del Toro ha anche precisato che nelle nazioni del cosiddetto Terzo Mondo, “che non sono responsabili del riscaldamento globale, ma bensì le principali vittime, si sta sperimentando un declino che va dal 9 al 21% della produttività agricola”.
Allo stesso tempo si calcola che i prezzi medi degli alimenti cresceranno in linea con la temperatura fino al 2050 e si produrranno importanti tagli nella produzione agricola potenziale nei paesi in sviluppo.
Ha indicato le potenze del Nord come responsabili storici del cambio climatico globale, ed ha preteso compromessi ambiziosi di riduzione delle loro emissioni nel contesto di un secondo periodo di applicazione del Protocollo de Kyoto.
“Queste risposte si esigono oggi. Domani potrebbe essere troppo tardi”, ha concluso.
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17 novembre '09 - www.granma.cu |
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livello di capi di Stato o di Governo, nel Vertice sulla Sicurezza alimentare della FAO, che si sta svolgendo a Roma.
In una dichiarazione a PL, il capo della delegazione cubana, il vice ministro del Consiglio dei Ministri, Ulises Rosales del Toro, ha considerato il fatto che si accetti che gli alimenti non si devono utilizzare come strumento di pressione politica.
“Cuba mantiene questa battaglia da molti anni ed in questa opportunità lo reiteriamo nel Vertice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione, FAO”, ha commentato, ed inoltre ha affermato l’importanza della cooperazione e della solidarietà, oltre alla necessità di non adottare misure unilaterali che non siano in accordo con il diritto internazionale e pongano in pericolo la sicurezza alimentare, ha aggiunto.
Rosales del Toro, che è membro del Burò Politico del Partito Comunista di Cuba e ministro dell’Agricoltura, ha criticato l’assenza delle nazioni più poderose del mondo che, a quanto pare, non hanno il coraggio d’affrontare i paesi in via di sviluppo.
“Non sanno più come giustificarsi, ha segnalato il rappresentante di Cuba, per le loro promesse mai mantenute sugli aiuti per sradicare la fame nella Terra”.
Il vice ministro degli Esteri dell’Isola, Abelardo Moreno, ha segnalato che il problema non è solo l’assenza della nazioni più ricche del mondo e che questi paesi hanno causato la situazione attuale, ma anche che sono responsabili della crisi finanziaria globale.
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