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Florida: i regolamenti migratori
riforniscono di manodopera la mafia
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6 novembre '09 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu
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Circa il 90% dei delinquenti arrestati in Florida perchè coltivano marijuana dentro casa, sono emigranti d’origine cubana recentemente arrivati, che utilizzano la legge migratoria per evitare la deportazione, rivela un’ investigazione che definisce l’affare “un crimine senza castigo”.
Composte da individui con precedenti penali nell’Isola, che non trovano lavoro quando giungono negli USA, le bande identificate dalla polizia come “organizzazioni cubane del traffico di droga” (OCTD), controllano centinaia di case di coltivazione da Miami sino ad Atlanta, ha confermato il Dipartimento di Giustizia al quotidiano Orlando Sentinel.
"Questo mi ricorda i tempi del proibizionismo, ha segnalato al giornale lo sceriffo della contea di Polk, il sergente Julio Lima, descrivendo le caratteristiche di queste bande.
Con un livello di disoccupazione che supera l’11%, il paradiso della Florida (più di un milione di abitanti di questo Stato non hanno lavoro), è divenuto un inferno per molti nuovi immigrati, per effetto della crisi economica più forte dagli anni ’30.
I delinquenti cubani recentemente giunti per vie illegali, sono facili vittime per le reti mafiose, asseriscono gli investigatori della polizia, sostenendo che la politica migratoria statunitense incrementa il crimine, proibendo la loro deportazione, e deplorano che le pene previste dalle leggi del paese dove si consuma più droga nel mondo, sono lievi nel caso della coltivazione della marijuana e non dissuadono certo la delinquenza.
I narcotraficanti offrono un luogo dove vivere e promettono che “avranno un luogo proprio per coltivare la droga un anno e due dopo”, racconta il capitano Joe Méndez, incaricato della Forza speciale antidroga del sud della Florida.
“Prima trovavamo solo un paio di coltivazioni alla periferia del Bosco Nazionale di Ocala”, ha commentato il sergente Donnie Winston dell’ufficio dello sceriffo della contea di Marion. I suoi agenti hanno scoperto più di 60 case di coltivazione dal 2007 e : “Adesso, dove andiamo troviamo un’altra coltivazione”.
Nel mese di settembre scorso, due dei capi del traffico, José "Crazy Legs" Díaz ed Herman "El Indio" Torres, tutti e due di Naples, sono stati arrestati ed accusati di gestire le case da Sarasota a Miami.
L’affare presenta seri rischi: tre giovani d’origine cubana, Raydel Álvarez, Nelson Pinero e Alejandro Valdés, aspettano il processo per l’assassinio avvenuto il 19 novembre del 2007, di José Corcho, emigrato dall’Isola nel 2004. I tre individui lo hanno ucciso davanti alla figlie per rubargli droga e denaro.
LA RAGNATELA MAFIOSA
La coltivazione della marijuana è un altro degli affari della mafia cubano- americana che da sempre è vincolata al traffico delle droghe.
Delinquenti d’origine cubana con la residenza negli USA, sono stati identificati nel recente sequestro di 14 immigranti illegali, avvenuto a Cancún.
I sospettati sono individui già condannati in Cuba per diversi delitti, prima dell’emigrazione illegale.
I fatti di Cancún possono avere vincoli con un delinquente cubano- americano della Florida implicato nel 2008 con la decapitazione di 12 uomini, attribuita alla banda degli Zeta, il braccio armato del Cartello del Golfo, associato alla mafia di Miami.
Ricardo "Compota" Coto Vázquez, alias Javier González González, è stato arrestato il 2 settembre dell’anno scorso, con la sua compagna Yaniset Santana, denunciato da tre sicari degli Zeta, esecutori del crimine.
Gli immigranti illegali negli Stati Uniti soffrono più che mai per l’altra faccia del capitalismo, versione Hollywood.
Con gli attuali indici economici, i capi di Miami dispongono di una mano d’opera sicura ed economica, con la garanzia migratoria.
Inoltre se ne possono liberare con facilità quando non rende come si chiede. |
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