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L’ONU elogia la collaborazione

medica cubana ad Haiti

 

31 marzo 2010 - www.granma.cu (pl)

 

Diplomatici, funzionari dell’ONU e giornalisti hanno ricevuto un’informazione di prima mano sulla collaborazione medica cubana con Haiti prima e dopo il passato gennaio e le sue ampie prospettive.

 

Il tema è stato al centro della proiezione nelle Nazioni Unite del documentario cubano Luciérnagas nella notte, la cui rappresentazione è stata a carico del Ministro delle Relazioni Estere a Cuba Bruno Rodríguez.

 

Il Ministro parteciperà ad una conferenza internazionale convocata dall’ONU per la ricerca di risorse per la ricostruzione della nazione haitiana dopo il sisma che ha provocato 222.570 morti.

 

Il materiale proiettato nella sede delle Nazioni Unite raccoglie i più diversi aspetti del lavoro di oltre 1500 collaboratori cubani e studenti e laureati dell’ELAM nell’ambito della catastrofe avvenuta ad Haiti.

 

I dettagli dello schema, il quale è aperto alla collaborazione di tutti i paesi, senza eccezione, saranno resi noti prossimamente dal ministro durante la riunione internazionale.

 

In linea generale, il piano consiste nella creazione di 101 centri di salute primaria (comunitari), 30 ospedali di riferimento, 30 sale di riabilitazione e fisiatria con tutte le risorse, un centro di elettro-medicina e due laboratori di protesi.

 

Include anche un programma integrale di igiene ed epidemiologia ed un ospedale di livello terziario con alta tecnologia medica.

 

L’iniziativa è già in marcia, visto che vari degli ospedali stanno funzionando con il proprio personale a pieno ritmo.

 

Cuba, Haiti e Brasile hanno firmato sabato un accordo relazionato con il piano integrale di ricostruzione e rafforzamento del sistema sanitario haitiano, nel quale partecipano anche Norvegia e Namibia.

 

La collaborazione dei cubani ad Haiti cominciò nel 1988 e, prima del terremoto, i medici cubani avevano realizzato 14 milioni di visite, 307mila operazioni e 107mila parti, tra le altre cose.

 

Dopo il sisma di due mesi e mezzo fa, sono stati assistiti 267mila pazienti e 50mila in riabilitazione e fisiatria.

 

Il capo dell'ONU in Haiti
elogia i medici cubani

 

10 marzo 2010 - www.granma.cu

 

Il capo  della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite in Haiti (MINUSTAH), Edmond Mulet, ha definito “straordinario” il lavoro dei medici cubani in questo paese devastato dal terremoto.

 

“Questi professionisti lavorano in tutti gli angoli di Haiti in una forma straordinaria, con dedizione e amore e molte volte in condizioni difficili, davvero terribili”, ha detto il funzionario in una dichiarazione esclusiva per PL, nella sede della ONU. 

 

“Nonostante queste condizioni, stanno lì impegnati e sforzandosi in forma davvero ammirabile. Io mi tolgo il cappello e m’inchino davanti al lavoro che fanno i medici cubani in Haiti, non solo dopo il terremoto del 12 gennaio, ma da molto prima”, ha precisato Mulet, di nazionalità guatemalteca. 

 

Mulet, parlando del lavoro del contingente cubano, ha sottolineato che si tratta di una presenza e di una solidarietà presenti da molti anni. 

 

Il mandato della MINUSTAH non comprende il tema medico, ma questa missione mantiene relazioni cordiali con i medici di Cuba che sono autosufficienti e fanno il loro lavoro. Nel momento del terremoto erano 400 i cubani che lavoravano nel settore della salute in Haiti, mentre ora sono circa 1500, includendo gli haitiani che studiano medicina in Cuba.

 

Inoltre il contingente conta su professionisti di 22 nazioni dell’America Latina e dei Caraibi e sette medici degli Stati Uniti, laureati nell'ELAM de L’Avana.

 

La prima brigata di medici di Cuba giunse in Haiti nel 1998 come risposta alla devastazione dell’uragano Georges, che colpì il paese nel mese di settembre di quell’anno.

 

Mulet è il nuovo capo della  MINUSTAH e sostituisce il tunisino Hedi Annabi, morto durante il terremoto assieme al suo secondo, il brasiliano Luiz Carlos da Costa, e al commissario di polizia della  ONU in Haiti, il canadese Doug Coates.