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È straordinario il lavoro

dei medici cubani


Così si è espresso Edmond Mulet, rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU

 

23 aprile 2010 - Leticia Martínez Hernández www.granma.cu

 

“Da molti anni a questa parte sono a conoscenza del lavoro straordinario che realizzano i medici cubani ad Haiti. Li incontravo in ogni luogo lavorando, a volte, in condizioni difficili, senza acqua, senza elettricità, con le poche attrezzature di cui disponevano, perché le attrezzature mediche ad Haiti sono molto precarie. Adesso, dopo la tragedia del 12 gennaio, l’impegno dei cubani è più che raddoppiato”.

 

Così si è espresso il guatemalteco Edmond Mulet, rappresentante speciale del Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, capo della Missione di Stabilizzazione dell’ONU ad Haiti (MINUSTAH), in un incontro con Ricardo García, ambasciatore di Cuba, e con la direzione della Brigata Medica Cubana.

 

Mulet ha detto di doversi “complimentare il Governo cubano, ma soprattutto, i suoi medici, tutto il personale cubano che sta lavorando senza nessun tipo di facilitazione, dedicandosi con molto amore a questo paese ed a questo popolo che ha tanto sofferto”.

 

Ha poi commentato che il progetto di pianificazione per costruire ospedali in tutto il paese è stato accelerato. “Cuba sta coordinando a nome dell’ALBA e di altri paesi questo sforzo con il Ministro della Sanità haitiano. È importante che noi, la comunità internazionale, lavori assieme allo Stato ed attraverso di lui. Cerchiamo sempre scuse per non farlo, e per questo abbiamo sviluppato la tendenza di lavorare con altre organizzazioni non governative, indebolendo quindi lo stato, anche quello haitiano. È arrivato il momento di cambiare il modo di lavorare ad Haiti, per farlo come a Cuba, attraverso le istituzioni, i Ministeri, ciò che esiste in quanto a Stato o a Governo”.

 

Su tutte le sfide che affronta Haiti, Mulet ha affermato che anche se la maggior parte della popolazione ha ricevuto qualche tipo di aiuti, sono ancora troppo deboli per sopravvivere nella stagione delle piogge prolungate.

 

“Stiamo costruendo accampamenti con un buon coordinamento della comunità internazionale, ma dobbiamo accelerare il lavoro. Ciò che più ci preoccupa continua ad essere il tema del tetto, della sicurezza alimentare, della sanità. Abbiamo enormi sfide davanti a noi".