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LIBERTÀ PER I CINQUE EROI
D’Escoto: “Libertà per i 5 e ritiro
degli USA dalle basi militari” |
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24 giugno 2010 - www.granma.cu
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L’ex ministro degli Esteri nicaraguense, Miguel D’Escoto, ha dichiarato che, dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, reclamerà la liberazione dei Cinque cubani prigionieri negli Stati Uniti ed il ritiro dalle basi militari nordamericane in America Latina.
D’Escoto, che è appena stato eletto membro del Comitato Assessore del Consiglio dei Diritti Umani della ONU, ha detto alla stamnpa che promuoverà anche l’appoggio dell’organismo internazionale alla lotta dei palestinesi nei territori occupati da Israele.
“Nella mia agenda sarà molto presente il tema di Cuba, ha detto, e soprattutto quello dei prigionieri cubani, Gerardo Hernández, Fernando González, Antonio Guerrero, René González e Ramón Labañino, detenuti a Miami e condannati dopo un processo manipolato da pregiudizi in questa città della Florida”.
“I Cinque reclusi cubani sono stati condannati a pene incredibilmente esagerate per aver combattuto in modo pacifico – per detenerlo - il terrorismo che invece è promosso e accolto dagli Stati Uniti”, ha affermato ancora il sacerdote D’Escoto.
“Tra le mie priorità c’è la denuncia dell’utilizzo delle basi militari straniere che, come le basi nordamericane in Colombia, sono una violazione dei diritti umani delle popolazioni locali.
Le basi militari sono una costante e perenne minaccia per altri paesi”, ha insitito D’Escoto, che fu ministro degli Esteri in Nicaragua negli anni ’80, quando gli Stati Uniti appoggiarono la guerra sporca dei Contras, nemici del sandinismo, piazzati nelle basi militari dell’Honduras.
“Sappiamo perchè gli USA utilizzano le basi militari e conosciamo il mostro da dentro. Abbiamo visto il loro modo d’operare” ha sottolineato, segnalando che proporrà la sua agenda agli altri 17 membri del Comitato Assesore del Consiglio dei Diritti Umani della ONU. Un altro tema da inserire nell’agenda sono le azioni militari d’Israele contro i palestinesi, con l’obiettivo di sanzionare gli attacchi come quello di alcuni gironi fa contro la flottiglia di aiuti umanitari, che si dirigeva verso la striscia di Gaza.
Secondo D’Escoto, “Washington serve da scudo per evitare che la ONU sanzioni Israele, ma questa situazione cambierà – ha detto ancora - quando i paesi approveranno una nuova Carta delle Nazioni Unite, che non saranno più controllate dagli Stati Uniti”.
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