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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

 

LIBERTÀ PER I CINQUE EROI


Gerardo: credere

nella speranza 

 

8 giugno 2010 - Marlene Caboverde Caballero www.granma.cu Danny Glover "El Pajaro y el Prisionero"

 

 

  ....ti aspetterò sotto il verde olmo, sotto l’olmo senza foglie;
                                               aspetterò che l’ultimo sia tornato e anche dopo.

    

                                                                                                                                   Bertolt Brecht 

Lo hanno condannato all’esilio in silenzio, al castigo della solitudine più sordida, hanno attaccato al suo collo come a un pezzo di ferro, due ergastoli e lo hanno gettato nel vuoto d’una cella dell’impero del male, in una prigione. Ma,nonostante tutto questo,rideva.

 

Gerardo Hernández NordeloLoro, quelli che lo hanno giudicato e condannato, non sospettavano che lui si sarebbe arrangiato per edificare dietro le sbarre  questo paese dove un uomo e una donna non correranno mai il pericolo di distruggersi, nemmeno per tanti baci.

 

Volevano rodergli la volontà e allora ha trasformato il Necio di Silvio in un inno anti topo di fogna;  pretendevano di usurpargli la bontà, ma là giunse Cardenal, un uccellino con poche piume e morto di freddo,come il rinnovo nell’anima del valore di un amico.

 

Qualcuno ha pensato che per cancellare la sua gioia, l’ideale era chiudere il suo fascicolo, cancellare il suo caso, ignorare la sua esistenza nella vecchia Victorville di muri e pareti grigie,ma è sorta la solidarietà di mille mani, visi e voci che illuminano i suoi giorni, perchè ti vogliamo bene. Non ti arrendere, noi stiamo con te, ti aspettiamo e ti libereremo.

 

E cosi cresceva sul suo viso quel sorriso odiato e maledetto dagli inquisitori della libertà.

 

Decisero che sarebbe finito, annichilito dalla nostalgia del tempo e dalla distanza, se continuavano a negargli gli abbracci, le labbra e il petto caldo di sua moglie. Ma a lui bastava quella bocca di primavera in una fotografia e si guardava nei suoi occhi e lei gli parla e gli rende gli incontri e le promesse, i nomi dei figli visibili e possibili che fluttuano in alcuni punti dell’universo.

 

Se ne andava l’agonia dei due ergastoli e loro che credevano nell’infallibilità del martirio, restano schiacciati tra l’incredulità e la sconfitta, per la felicità che restava sul viso di quest’uomo.

 

Inoltre lo chiamano “Cuba” ed il loro fegato si ritorce; loro che s’impegnano a vessarlo con coltelli di tristezza, Inoltre riparte disegni con gabbiani, conigli e cetrioli tra gli altri prigionieri che vogliono consolare i bambini che li aspettano a casa.

 

Inoltre fa sì che la sala delle visite ed il cortile si riempiano di risate d’insolita allegria.

 

Non durerà per due ergastoli, decidono definitivamente sollevati quelli che lo hanno condannato all’esilio del silenzio e al castigo della solitudine. Che scemi, pensa lui, perchè ha compiuto solo 46 anni il 4 giugno. E allora parla con lo specchi, si burla della sua calvizie, ricorda Cardenal e si rallegra come un bambino.

 

Dopo quasi dodici anni di quello spirito seco e di corta visione non hanno ancora capito la formula così semplice di Gerardo Hernández Nordelo, che consiste  solamente nel credere nella speranza.