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Oklahoma:18 giorni

in isolamento

 

25 marzo 2010 - Tony Guerrero www.granma.cu

 

Potrei descrivere qui numerosi dettagli del trasferimento da Miami sino alle nostre prigioni.

 

Il trattamento che ci hanno riservato, scatola nera, celle di castigo, etc., non ci hanno sorpreso. È sempre così e le riduzioni delle nostre pene non hanno significato nulla per le autorità carcerarie.

 

Soprattutto la mia permanenza nel Centro di Transito Federale dell’Oklahoma è stata lunga: diciotto giorni in isolamento, in una cella del detto “buco”, giorni che sono sembrati un’eternità.

 

Con pezzetti di carta e brandelli di matita ho scritto il diario di quelle giornate,  un serie di lettere personali e molto speciali venute in questa solitudine. Parafrasando i versi di Juan Ramón Jimenez, direi: “Tu sei dio nel tuo petto, tu sei solo universo, tu sei uno nel tuo centro”.

 

Solo una parte del diario e una delle nove lettere sono giunte a destinazione. Mi è spiaciuto molto  che sia avvenuto questo e sono ricorso alla poesia per rivivere quei giorni d’isolamento ed in qualche modo  recuperare l’irreparabile perdita.

 

Dal 3 al 16 marzo, già a Florence, sono nate queste poesie come un diario, che suggerisco di leggere come una sola poesia, come, si dice,  vanno letti i famosi sonetti di Shakespeare, chiaro, salvando la grande differenza tra quell’opera classica e questa modesta creazione. 

 

Per queste poesie ho deciso di scrivere in decasillabi con rima libera, nella quantità di versi del sonetto. Non è mio obiettivo la ricerca della bellezza ritmica o della perfezione della strofa e tanto meno creare qualcosa di nuovo.

 

Vorrei solo portare il lettore sino agli angoli della mia anima, in quei giorni d’ingiusto e totale isolamento, anche se, come direbbe Rubén Darío: “La mia protesta resta scritta, contro il trattamento e l’inusuale perdita".