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La Bolivia chiede all’ONU di dichiarare
l’accesso all’acqua un diritto umano
12 luglio 2010 - www.granma.cu
L’ambasciatore della Bolivia di fronte all’Organizzazione delle Nazioni Unite Pablo Solón ha formalmente chiesto di dichiarare l’accesso all’acqua un diritto umano irrevocabile.
L’Agenzia Boliviana di Informazione ha riprodotto la lettera mandata dal diplomatico all’organizzazione, nella quale ricorda che in questi momenti un disegno è sottoposto all’analisi per la sua futura presentazione al Presidente dell’Assemblea.
Si tratta della prima occasione in cui si sollecita a tale organismo di trattare il tema dell’acqua e della bonifica pulita e sicura, che non figurano nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1958.
Il fatto che l’acqua non sia un diritto umano ha permesso che le decisioni politiche al rispetto passassero dall’ONU ad istituzioni che non rispondono agli stati membri, e che non aderiscono alle sue norme, ha aggiunto.
La proposta boliviana compare nella lettera di motivi della Conferenza Mondiale dei Popoli e dei Diritti della Madre Terra, celebrata in aprile a Cochabamba.
D’accordo con i dati offerti dall’Ambasciatore, la mancanza di accesso all’acqua potabile e ai servizi di bonifica provoca la morte di un bambino ogni otto secondi, la più alta percentuale di incisione letale nelle patologie del pianeta.
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