Cile Gli USA e il colpo di Stato contro Allende |
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24.11.10 - www.granma.cu (ain)
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Più di 20mila documenti, che dimostrano la partecipazione degli Stati Uniti al colpo di Stato militare contro l'allora presidente cileno Salvador Allende, sono stati consegnati al Museo della Memoria e dei Diritti Umani di Santiago del Cile.
Durante la presentazione degli archivi resi pubblici, Peter Kornbluh, direttore del Chile Documentation Project del National Archive, dell'Università George Washington, ha sottolineato che l'ex sottosegretario nordamericano Henry Kissinger, va considerato l'artefice dei piani di Washington contro Allende.
Kissinger è stato il persona responsabile degli aiuti economici e militari dati ad Augusto Pinochet per consolidare il suo regime, ha dichiarato Kornbluh, autore di vari libri sulla dittatura militare cilena (1973-1990).
Tra i testi, compilati in database, ci sono anche le trascrizioni di diverse conversazioni tra Pinochet e l'ex capo della polizia segreta (DINA), Manuel Contreras, che riguardano l'assassinio dell'ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier.
“Questi documenti devono contribuire a far avanzare la giustizia e la dignità in Cile”, ha detto Kornbluh.
“I testi consegnati hanno un valore speciale per determinate investigazioni ufficiali. La database che potrà essere un aiuto per coloro che cercano informazioni più dettagliate”, ha aggiunto l’investigatore.
Nella cerimonia di consegna della documentazione la direttrice del Museo della Memoria e dei Diritti umani, Romy Schmidt, ha sottolineato il significato della donazione, che permette di contare su riferimenti storici che rivelano la complicità degli Stati Uniti ed il loro sostegno al criminale regime militare in Cile.
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Cile Allende non si arrende! |
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13 settembre 2010 - www.granma.cu
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Cile, 11 settembre del 1972
La mattina dell’11 settembre le Forze Armate occupano la città di Santiago.
Il vicedirettore dei Carabinieri, Generale Jorge Urrutia, viene avvisato da Valparaíso che la Fanteria di Marina è nelle strade ed ha cominciato a prendere posizione di combattimento.
Urrutia telefona al Presidente, che si trova nella sua residenza di Tomás Moro.
Allende, calmo, chiede di ubicare Pinochet e Leigh, ma non sono rintracciabili.
Alle 7.15, Allende, con la sua automobile Fiat 125, e il GAP vanno verso la Moneda, e vi giungono in venti minuti…
Comincia così l’ultimo giorno del presidente.
Allende veste un completo blu. Porta un fucile AK-47 Kalashnikov, regalo di Fidel Castro, e il GAP porta nel palazzo del governo due mitragliatrici e tre RPG-7, oltre alle armi personali...Allende cerca di ottenere informazioni sul movimento, e non potendo contattare Pinochet esclama, "Povero Pinochet, lo avranno arrestato".
Parallelamente, Pinochet giunge al comando delle telecomunicazioni, a Peñalolén, con la capacità di annullare le comunicazioni di diverse emittenti radio.
Nel luogo si organizzano le reti di comunicazione con gli altri rami delle Forze Armate, soprattutto con Leigh e con Patricio Carvajal, che sarà il coordinatore di tutto il colpo.
Alle 9.55 i carri armati entrano nel perimetro de La Moneda e comincia l’attacco.
Franchi tiratori appostati negli alti edificio vicini cercano di respingerli e inizia la sparatoria, ma La Moneda non è ancora attaccata.
Alle 10.15, attraverso Radio Magallanes (l’unica pro-governo non ancora silenziata ), Allende emette il suo ultimo e storico messaggio alla Nazione: "Forse questa è l’ultima occasione in cui mi potrò rivolgere a voi."
Alle 10.30 i carri armati aprono il fuoco contro La Moneda e seguono i carri piccoli e i soldati, un fuoco a cui rispondono i membri delle guardia del presidente, appostati negli edifici vicini.
Il Palazzo della Moneda va in fiamme. Alle 11.52 gli aerei Hawker Hunter, britannici, iniziano il loro attacco a La Moneda, sparando in quattro opportunità i loro missili Sura 3 sulla casa del governo, e il danno causato è una devastazione. Lo dimostrano i video girati dai canali di televisione dalla terrazza Hotel Carrera, di fronte al lato ovest di Piazza della Costituzione.
L’attacco prosegue contro il palazzo del governo con l’uso dei gas lacrimogeni, ma vedendo che La Moneda non si arrendeva, il generale Javier Palacios decide di occuparla ed invia un gruppo di soldati ad abbattere la porta del palazzo.
Sono le due e mezzo del pomeriggio. Dentro gridano ad Allende: “Presidente, il primo piano è occupato dai militari! Dicono che dobbiamo scendere e arrenderci!”
Allora, secondo la testimonianza di uno dei suoi medici, Patricio Guijón, Allende grita “Allende non si arrende, sodataglia di merda!” e con il fucile AK-47 che gli aveva regalato Fidel Castro si spara nel mento....
Alle 18 si riuniscono e si abbracciano, nella Scuola Militare, i quattro comandanti massimi delle Forze Armate. La Giunta prende il potere del paese.
L’Unità Popolare ed il suo Presidente erano morti: iniziavano 17 anni di regime militare capeggiati dal Comandante in Capo dell’Esercito, Augusto Pinochet.
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Cile Non si chiamerà Pablo Neruda l’aeroporto di Santiago del Cile |
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13 aprile 2010 - www.granma.cu
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La Camera dei Deputa del Cile ha respinto un progetto di legge che proponeva di dare il nome di Pablo Neruda all’aeroporto internazionale di Santiago, denominato attualmente Commodoro Arturo Merino Brenítez, hanno informato le fonti legislative.
L’iniziativa legale, la cui approvazione richiedeva una maggioranza semplice, ha ricevuto 38 voti a favore e 44 contrari, in una sessione alla quale hanno partecipato 82 deputati, di un totale di 120.
Il progetto di designare con il nome del poeta (1904-1973), vincitore del Premio Nobel di Letteratura del 1971 al principale terminal aereo del Cile, era stato presentato nel luglio del 2004 dai parlamentari dell’allora governativa Concertación por la Democracia, attualmente all’opposizione.
L’iniziativa si fondamenta nel fatto che l’autore del Canto Generale e di Venti poemi d’amore e una canzone disperata, tra i tanti titoli, è decisamente il cileno più noto nel mondo e che chiamare con il suo nome il principale aeroporto del paese aiuterebbe a promuovere il turismo straniero.
Gli autori del progetto avevano anche portato l’esempio di altri paesi che hanno dato il nome di grandi figure storiche ai loro aeroporti, come il Charles de Gaulle (Francia), John Kennedy (EEUU), Leonardo da Vinci (Italia), José Martí (Cuba) o Indira Gandhi (India).
Durante il dibattito il deputato Patricio Melero, della Unión Demócrata Independiente (UDI) di destra, ha respinto il progetto perchè la figura di Pablo Neruda è sufficientemente nota in Cile e nel mondo e non necessita dell’ aeroporto per far risaltare la sua opera letteraria.
Il socialdemocratico José Auth si è pronunciato a favore, invece, perché è un caso eccezionale, dopo aver dichiarato che lui è abitualmente contrario a dare nomi alle cose.
Per Alberto Cardenil, di Renovación Nacional, il partito del presidente Sebastián Piñera, c’è una cattiva abitudine in Cile: cambiare i nomi alle cose, e l’idea è un’offesa alla memoria di Merino Benítez, che fu un ufficiale della Forza Aerea, creatore della linea aerea LAN.
Il deputato comunista Lautaro Carmona, del cui partito il poeta fu militante e senatore, ha denunciato che il dibattito è stato carico di politica e di ideologia settaria, mentre il socialista Fidel Espinoza ha considerato una vergogna respingere il progetto. “Questa è la stessa destra del secolo scorso, che non è cambiata per niente”, ha detto.
Il democratico cristiano René Saffirio ha coinciso che il rifiuto è avvenuto per una polarizzazione politica e per la mancanza di conoscenza della destra dell’immagine, dell’impronta e della forza dell’opera di Neruda nel mondo.
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Cile Sebastián Piñera il nuovo presidente del Cile |
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18 gennaio 2010 - www.granma.cu
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Il candidato della “Coalizione per il Cambio”, Sebastián Piñera, è stato eletto presidente del Cile con il 51,7% dei voti dei cittadini del paese, in un’elezione combattuta in cui il suo rivale della governativa Concertación, Eduardo Frei, ha ricevuto il 48,12% dei voti Piñera sarà il successore dell’attuale presidentessa, Michelle Bachelet, e giurerà il prossimo 11 marzo.
8285186 cileni sono andati a votare per il candidato prescelto in un clima d’assoluta tranquillità per tutte le nove ore delle votazioni in cui si è svolta la seconda giornata di spareggio per l’elezione del presidente del paese sudamericano.
Vari analisti ed esperti in inchieste si aspettavano un risultato con uno stretto margine di differenza, com’è avvenuto in effetti.
Queste sono le terze elezioni con spareggio svolte in Cile e le quinte, nel paese, dopo il termine, nel 1990, della dittatura di Augusto Pinochet.
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