Haiti
Haiti non è più notizia |
|
24 maggio 2010 - Héctor Miranda www.granma.cu
|
|
Forti piogge si sono abbattute su Port au Prince e in tutta la zona circostante e, se continueranno, renderanno estremamente difficile la situazione per le centinaia di migliaia di sfollati che vivono sotto le tende.
Il terremoto che ha devastato Port au Prince e le città vicine il 12 gennaio scorso, ha lasciato circa mezzo milione di persone senza casa, che vivono in rifugi troppo fragili per sopportare acquazzoni violenti.
Le autorità hanno avvertito che l’imminenza delle piogge torrenziali potrebbe provocare inondazioni e slittamenti del terreno, abituali nella città, ora distrutta, una parte della quale è circondata da montagne e l’altra costruita su alture.
Gli incaricati di prevenire i disastri hanno emesso un allarme arancione – il secondo per gravità – per cinque giorni, cioè sino a mercoledì 26, per un’area di piogge che si avvicina, proveniente da Cuba.
Il pericolo non riguarda solo Port au Prince, ma anche le città di Leoganne e Jacmel, che hanno subito gravi danni per il terremoto.
In nessuna città, e nemmeno nella capitale, esiste un piano d’evacuazione per le centinaia di migliaia di persone che vivono in accampamenti ubicati nelle zone a rischio d’inondazione.
Le piogge potrebbero provocare slittamenti di fango e roccia, e provocare anche la potenziale diffusione di malattie.
Per ora l’allarme chiede alla popolazione d’evitare d’attraversare o avvicinarsi ai fiumi cresciuti e li esorta a prepararsi per un trasferimento, se sarà necessario.
Senza dubbio le evacuazioni avverranno a livello personale e questo potrà provocare disordini nella capitale, dove molti degli abitanti considerano che si possono ripetere situazioni simili a quelle della metà di gennaio, quando migliaia di persone assaltarono i mercati a caccia di cibo.
I RITARDI DEI PROMESSI AIUTI INTERNAZIONALI
Sino ad ora più di un milione di persone ha accettato con tranquillità la situazione ed in questi quattro mesi ha sopportato stoicamente le inclemenze sotto fragili tende, ma niente garantisce che tutto questo durerà ancora.
Com’è stato detto nelle settimane successive al terremoto, la maggioranza degli sfollati ha dovuto vivere in rifugi provvisori, fatti con tavole di legno e zinco, per proteggersi dalla pioggia, ma anche queste strutture sono solo poche centinaia, perchè non sono apparsi i documenti che garantivano la legalità dei terreni e altrove per i ritardi dei promessi aiuti internazionali.
Attualmente la stagione delle piogge e la vicinanza della stagione degli uragani trasformano Haiti in un barile di polvere da sparo, la cui esplosione può avvenire in qualsiasi momento.
|
|