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America latina

 

Il pericolo era noto prima dell’esplosione

della piattaforma BP

 

22 giugno 2010 - www.granma.cu

 

Tyrone Benton, un lavoratore della piattaforma petrolifera del Regno Unito, British Petroleum (BP), ha dichiarato all’emittente BBC che aveva informato i suoi superiori di un difetto nel dispositivo d’isolamento e che la compagnia, invece di riparare il dispositivo, si era limitata ad isolarlo.

 

La BP, a questo proposito, ha indicato che responsabile della manutenzione della piattaforma è la compagnia proprietaria della stessa, la Transocean, che a sua volta ha assicurato che l’installazione petrolifera era stata controllata poco prima dell’ esplosione e non erano stati segnalati problemi.

 

Gli esperti dell’Università del Texas hanno avvertito che il gas metano che emana dal pozzo petrolifero accidentato lo scorso 20 aprile, può contribuire alla perdita dela biodiversità della zona, ha reso noto PL.

 

Siamo di fronte alla maggior perdita di metano nella storia moderna, ha avvisato l’oceanografo John Kessler.

 

La fuga del crudo ha un alto contenuto di gas, circa il 40%, di fronte al 5% abituale, ha indicato.

 

Kessler ha sottolineato che il metano può essere pericoloso per la vita marina come il petrolio, nel Golfo del Messico, perchè le grandi quantità che entrano in contatto con l’acqua, provocano la riduzione di ossigeno e potrebbero distruggere il plancton vitale per centinaia di specie.

 

Samantha Joye, dell’Università della Georgia, ha sostenuto che questa è la maggior iniezione di petrolio e di gas nel mare mai avvenuta nella storia dell’umanità.

 

“I livelli d’ossigeno sono caduti di più del 40%, assai vicino alle condizioni necessarie per creare zone morte”, ha sottolineato.

 

 

Gli scienziati dicono che si rovesciano milioni

di litri di crudo al giorno nel Golfo

 

16 giugno 2010 - Ray Henry www.granma.cu

 

Gli scienziati hanno offerto martedì un nuovo calcolo sulla quantità di petrolio che si è rovesciato da un pozzo petrolifero verso il Golfo del Messico, e la nuova informazione indica che potrebbero disperdersi fino a 2,52 milioni di galloni (9,54 milioni di litri) di crudo giornaliero nel mare.

 

Un gruppo di scienziati governativi hanno indicato che il pozzo rotto sta facendo uscire tra 1,47 milioni di galloni (5,56 milioni di litri) e 2,52 milioni di galloni (9,53 milioni di litri) al giorno.

 

La cifra più recente riflette un incremento del flusso di crudo che gli scientifici hanno calcolato dopo che a principio del mese i robot sottomarini hanno tagliato un tubo piegato sul fondo del mare, il quale, sembra che stesse diminuendo il flusso di petrolio, così come avviene quando si piega un tubo di plastica  del giardino per evitare che esca l’acqua.

 

I funzionari dell’impresa britannica BP hanno calcolato che tagliare questo tubo probabilmente ha incrementato il flusso del 20%.

 

Il tubo è stato ritirato per permettere a BP di istallare una tappa contenitrice che blocca il petrolio, che viene portato fino ad una nave cisterna che si trova in superficie.

 

Queste nuove cifre si basano su una combinazione di dati scientifici, che includono una analisi di un video ad alta risoluzione girato da robot sottomarini, misuratori di pressione, oltre ad altre misurazioni realizzate sul petrolio raccolto nello strumento di contenimento situato sul pozzo.

 

Questa è la quarta volta  - e forse non l’ultima – che il governo statunitense ha dovuto elevare il suo calcolo sulla quantità di petrolio che si è rovesciato.

 

Fino a martedì, la cifra massima di petrolio che può essersi rovesciata dall’esplosione del 20 aprile è di 116 milioni di galloni (439 milioni di litri), d’accordo con i calcoli di scienziati che hanno assessorato il governo statunitense.

 

Ecocidio nel golfo

del Messico

 

16 giugno 2010 - www.granma.cu

 

Una grande quantità del petrolio sparso nel golfo del Messico non sarà fermato con i galleggianti, perché la British Petroleum,la compagnia responsabile, sta usando dei dissolventi che lo sommergeranno, ma che aumenteranno la tossicità delle acque marine in tutti i mari e le coste dei territori interessati;   questa è una tecnica che restituisce il verde al mare, ma nasconde le migliaia di barili di liquido nero che giornalmente fuoriescono dal fondo marino, dove c’è il cratere provocato dall’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, di proprietà della British Petroleum.

 

Nella zona, esperti di GreenPeace degli Stati Uniti, e il Dr. Rick Steiner, esperto in conservazione marina dell’Università dell’Alaska, stanno documentando l’impatto ambientale che sta provocando il versamento del petrolio nel mare.

 

Il Dr. Steiner conosce i danni provocati dal disastro petrolifero della Exxon Valdez, avvenuto nel 1989, in Alaska.

 

Per il Dr. Steiner il petrolio si sta mescolando all’acqua del mare, e quello che si vede sorvolando la costa è solo una parte del disastro, perché il resto continua d essere sommerso.

 

Ora la British Petroleum sta utilizzando un dissolvente conosciuto come Codexit, alla fonte dell’uscita del crudo, per evitare che questo salga in superficie.

 

Lo specialista ha spiegato che  questo dissolvente aumenta la tossicità nella zona, già di per sé contaminata, e che provocherà molti più danni alla  flora e alla fauna marina.

 

Utilizzare il dissolvente consente alla BP un enorme risparmio economico, dato non dovrà più utilizzare le imbarcazioni da pesca a 1500 dollari al giorno, per raccogliere il petrolio.

 

Se non si usano i dissolventi, il petrolio arriva alla battigia e uccide anche gli uccelli; se invece si usano, rimane  nell’acqua e uccide i pesci: è importante ricordare che uccidere i pesci significa far morire di fame gli uccelli, visto che si contamina tutta la catena alimentare marina.

 

Un’altra strategia che la BP sta usando, consiste nel chiedere aiuto ai pescatori del luogo nel lavoro di pulizia, ma con la clausola  bavaglio di non parlare con i media.

 

Gli obiettivi della BP sono:  minimizzare la quantità vera del petrolio che sta fuoriuscendo, esagerare in senso positivo le risposte della stessa compagnia petrolifera, approfittare della necessità di denaro dei pescatori locali,  pagandoli poco, ed in cambio ottenere documenti che li impegnano  in modo che in futuro non possano chiedere danni. Insomma, porre la maggior parte della gente locale sotto varie “clausole bavaglio”.

 

Greenpeace sta allertando i residenti della Louisiana su ciò che é stato il disastro ambientale provocato dalla Exxon Valdez, che costò più di venti anni di battaglie legali, perché la Exxon cominciasse a pagare i danni ai cittadini di Prince William Sound, e che alla fine ebbero solo la decima parte del compenso pattuito; l’intenzione é che la stessa esperienza non si ripeta anche per la gente del golfo del Messico danneggiata.

 

Detenuta una manovra rischiosa

nel Golfo del Messico

 

3 giugno 2010 - www.granma.cu

 

Mano a mano che la macchia di petrolio si avvicina alle spiagge della Florida, un rischioso tentativo di fermare il peggior rovesciamento di crudo della storia è stato detenuto mercoledì con difficoltà, quando una sega di diamante si è inceppata in un pozzo sul fondo del Golfo del Messico.

 

L’ammiraglio guarda costiero Thad Allen ha affermato che l’équipe ha cercato di liberare la punta per completare il taglio. Si tratta dell’ultimo tentativo di contenere, e non chiudere, il rovesciamento. Per esso è necessario un pozzo di alleggerimento, la cui costruzione richiederà almeno altri due mesi.

 

Se la perforazione non dovesse riuscire bene come vogliono gli ingegneri, bisognerà collocare un tampone più sciolto sulla rottura dalla quale origina la fuoriuscita. Ma ciò l’aumenterebbe di un 20%, anche se Allen ha spiegato che il risultato si saprà solo dopo aver terminato la perforazione.

 

Alcuni settori con macchie di olio si sono avvistati nelle ultime ore nel mare a una decina di km dalla spiaggia di Pensacola, importante centro turistico della Florida, dove le équipe di pulizia sono già pronte per mettersi in azione, hanno affermato le autorità locali. Secondo l’Agenzia Statunitense Oceanica e Atmosferica il petrolio si troverebbe a soli 11 km dalle coste di quello stato.