El Salvador El Salvador ha chiesto perdono per l’assassinio di monsignor Romero |
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25 marzo 2010 - Carmen Esquivel Sarría www.granma.cu (pl)
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Il presidente di El Savador Mauricio Funes, ha chiesto perdono in nome dello Stato per l’assassinio, 30 anni fa, dell’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero.
“In qualità di presidente della Repubblica chiedo perdono in nome dello Stato salvadoregno per l’omicidio” ha affermato Funes durante l’inaugurazione di un murale in onore del monsignor Romero nelle istallazioni dell’aeroporto internazionale.
Ha dichiarato che gli squadroni della morte che assassinarono il prelato attuarono sotto copertura, collaborazione, acquiescenza o partecipazione di agenti statali.
Romero fu assassinao da un franco tiratore il 24 marzo 1980 quando officiava una messa nella cappella dell’ospedale per malati di cancro La Divina Provvidenza della capitale.
La Commissione della Verità, che indagò sui crimini commessi durante il conflitto armato interno, segnalò come autore intellettuale il già defunto militare Roberto D’Aubuisson, fondatore dell’Alleanza Repubblicana Nazionalista (ARENA). Tuttavia, poco prima di rendere pubblici i risultati delle indagini, l’Assemblea Legislativa accordò un’amnistia generale per i delitti commessi durante la guerra (1980-1992).
“È necessario indagare e determinare chi sono i responsabili e farlo pubblicamente per la tranquillità di tutti”, ha dichiarato Almudena Bernabeu, del Centro di Giustizia e Responsabilità.
Tale istituzione nel 2004 raggiunse l’unica sentenza contro uno degli implicati nell’omicidio, il capitano Alvaro Saravia, condannato a pagare 10 milioni di dollari.
Saravia, che scappò negli Stati Uniti e adesso è latitante, ha assicurato in una recente intervista che un figlio dell’ex presidente Arturo Molina si incaricò di cercare il sicario che sparò il colpo mortale.
D’Abuisson partecipò alla cospirazione per assassinare il monsignor Romero, anche se l'assassino, l’arma e la squadra di sicurezza furono disposti da Mario Molina, figlio dell’ex presidente Arturo Molina (1972-1977)” ha spiegato Saravia.
L’arcivescovo di San Salvador, considerato come “la voce dei senza voce” fu assassinato per aver difeso i poveri e per aver denunciato le ingiustizie sociali e la repressione militare.
“In nome di Dio, in nome di questo sofferto popolo, i cui lamenti arrivano fino al cielo ogni giorno, vi supplico, vi ordino in nome di Dio di interrompere la repressione”, disse l’uomo di Chiesa nell’ultima omelia nella Cattedrale Metropolitana.
Omaggi postumi all’uomo stanno avendo luogo in El Salvador ed in altri paesi, mentre l’Assemblea Legislativa ha deciso di dichiarare il 24 marzo come Giorno Nazionale del Monsignor Romero.
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