Nonostante i dissapori degli anni passati oggi si riapre la collaborazioni
fra grandi multinazionali petrolifere
C'era attesa per i risultati dell'asta per la partecipazione nello sviluppo
dello sfruttamento delle riserve petrolifere nella Faja del Orinoco. Un'asta
quella tenutasi nei giorni scorsi che è stata considerata la più importante
degli 11 anni del governo Chàvez.
In palio, come detto, la possibilità di partecipare insieme alla
Pdvsa,
la compagnia petrolifera nazionale, allo sfruttamento di due importantissimi
progetti petroliferi nella Faja del Orinoco, la fonte di riserva di
idrocarburi più grande del mondo, con un'estensione di oltre 55300
chilometri quadrati, localizzata lungo il Fiume Orinoco nella zona sud degli
stati di Guarico, Anzoategui e Monogas. A sua volta l'area è stata divisa in
quattro zona: Ayacucho, Carabobo, Boyacà e Junin.
In questo caso l'asta prendeva in considerazione i blocchi 1,2 e 3 dell'area
di Carabobo.
Due i consorzi che hanno vinto la gara. Il primo formato da
Chevron
(USA),
Mitsubishi
Corporation
e Inpoex Corporation
(Giappone) e
Suelopetrol
(Venezuela) avranno diritto a partecipare ai lavori come soci di minoranza,
la maggioranza azionaria spetta a
Pdvsa,
nell'area del progetto Carabobo 3.
Un altro consorzio formato da
Repsol
(Spagna)
Oncg Videsh Limited
(India) Oil
Indian Corporation
(India),
Petronas de Malesya,
sarà partner di minoranza con
Pdvsa
nell'area di Carabobo 1.
Secondo
le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell'Energia e del Petrolio, Rafael
Ramirez, sembra che pur di accedere al progetto petrolio Faja del Orinoco il
consorzio guidato da
Repsol
abbia cancellato un buono di diverse centinaia di milioni di dollari. Anche
in questa area le potenzialità di sfruttamento sono altissime pari a circa
480 mila barili al giorno.
Entro il
25 marzo prossimo i contratti stipulati verranno sottoposti all'Assemblea
Nazionale. Soddisfazione è stata espressa dal governo venezuelano e dai
consorzi stranieri. Il presidente Hugo Chàvez che ha seguito la vicenda da
vicino ed è stato costantemente tenuto informato dal ministro Ramirez ha
invitato le imprese a non solo a cooperare all'estrazione del greggio e alla
sua commercializzazione ma anche a lavorare per lo sviluppo del Paese.
Ad ogni modo non era difficile immaginare che alla fine dei conti sarebbero
stati Chevron
e Repsol
le due aziende favorite per lo sfruttamento di quest'area nazionalizzata il
1 maggio 2007 con una grande manifestazione.
L'area di Carbobo dove Repsol opererà "potrebbe avere al suo interno un
volume di petrolio pari a 513 miliardi di barili" dicono dalla sede della
Repsol
di Madrid. "Abbiamo vinto"è stato il commento dal palazzo presidenziale del
Venezuela del vicepresidente di
Repsol
Nemesio Fernandez. Ora, tutti al lavoro ma sempre sotto stretto controllo di
Pdvsa
e in accordo con la legislazione venezuelana.
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