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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

 

Caso Velasco

Un giudice, con il suo passato

 

6.03.10 - P.De La Hoz www.granma.cubaweb.cu
 

Alcuni dicono che l'agire del giudice dell'Udienza Nazionale spagnola, Eloy Velasco, che cerca di coinvolgere il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela in una rete di sostegno al gruppo armato basco Euskadi Ta Askatasuna (ETA) e alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), obbedisce ad uno smisurato appetito mediatico.

 

Ed è stato perfino detto che uno dei suoi sogni è emulare la fama di Baltasar Garzon, a condizione che non uscisse il fantasma della prevaricazione, che ha inviato la superstar della giustizia iberica a render conto al Tribunale Supremo.

 

La verità è che inserendo un riferimento al Venezuela nell'ordinanza processuale, resa pubblica il 1 marzo, contro sei presunti membri dell'ETA e sette delle FARC, Velasco ha ottenuto che le agenzie internazionali e i media del suo paese associarono il governo di Hugo Chávez come un "alleato del terrorismo", ciò che ha provocato un'improvvisa popolarità del magistrato.

 

Non voglio insistere sulla chiara e secca risposta di Caracas all'accusa. Ma vale la pena di riprendere una delle chiavi di lettura esposte dal ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, ripudiando la menzogna, quando ha dichiarato che le accuse "riflettono la disperazione della destra internazionale che cerca di distorcere la realtà del Venezuela per presentarla come un'atroce e terrorista dittatura.

 

Velasco è un uomo con un passato. Promosso alla carica dell'Udienza Nazionale, nel giugno 2008, per occupare un posto vacante. Proveniva da un tribunale di Madrid. Ma prima, tra il 1995 ed il 2003, ha servito come Direttore Generale della Giustizia nella Generalità della Comunità Valenciana, con Eduardo Zaplana, a quel momento e da molto tempo, accolito di José María Aznar nella cupola del Partito Populare (PP). La elezione di Velasco all'Audizione Nazionale avvenne quando la Commissione Permanente del Consiglio Generale del Potere Giudiziario era dominata dal Partito Popolare.

 

Il suo passaggio dalla Generalità è stato descritto dalla giornalista Regina Laguna, del Levante-El Mercantil Valenciano, con queste parole: "La Città della Giustizia fu la sua opera faraonica. S'impegnò perché si costruisse un edificio intelligente che ospitasse tutti i giudici di Valencia tra pareti di cristallo. E ci riuscì, benché non fosse così intelligente ... come dimostrano le molteplici carenze strutturali che vengono alla luce giorno dopo giorno. La sua frase chi paga comanda, ha fatto eco per i corridoi del Palazzo di Giustizia, sede della Corte Suprema, dove ha messo alle corde la categoria della magistratura, quella a cui aveva appartenuto e a cui sarebbe tornato otto anni dopo, nonostante che l'accoglienza non fosse così calda come si aspettasse . Da questa istanza lo ricordano per la riduzione degli organici dei giudici del penale. Prepotente ed autoritario sono aggettivi con cui lo qualificano".

 

Siamo, quindi, di fronte a due certezze: Velasco è un uomo di destra e ha contato sull'avvallo conservatore per accedere al suo attuale incarico. Non è quindi sorprendente che si faccia eco delle bassezze con cui quei circoli, denunciati da Maduro, cercano di squalificare il processo bolivariano.

 

Ma Velasco è molto di più. Si é mantenuto fedele a Zaplana mentre questi, a Valencia, accolse con grande onore a una delegazione congiunta del governo colombiano e le FARC, nel 2000, che promuovevano, in quei giorni, in Europa per un piano di pace per il paese sudamericano. La delegazione degli insorti era guidata nientemeno che da Raul Reyes, proprietario del famoso portatile, dove si presume che Velasco ha ottenuto le informazioni per i suoi febbrili argomenti giuridici. (Per inciso, il 30 aprile 2004 sono "scomparse" dal sito dell' organizzazione Colombian Peace alcune foto molto simpatiche dell'incontro Reyes-Zaplana).

 

Molti, ora,  anche si chiedono, data la sua amicizia con Zaplana, quale ruolo ha assunto Velasco nella oscura trama che lo ha portato - e, naturalmente, Aznar e il suo ministro degli Interni Angel Acebes -  ad incriminare prematuramente l'ETA per gli attentati dell'11 marzo 2004, fiasco che sono costate l'elezioni generali del Partito Popolare.

 

Circa l'ordinanza processuale con  cui Velasco pretende infangare il Venezuela, l'analista spagnolo, Pedro Honduria, ha concluso: "Ciò che fa il signor Velasco è come affermare che se uno qualsiasi degli attuali responsabili di qualche incarico minore del governo di Spagna (qualunque sottosegretario di Stato per esempio) commette un reato di pederastia, o fa parte di una rete internazionale di riciclaggio di capitali o vendita illegale di armi, questo porta alla conclusione che esiste cooperazione del governo spagnolo con la pederastia, il riciclaggio di capitali  o la vendita illegale di armi. E' tutta una bufala mediatica che qualcuno, probabilmente, avrà segnalato al giudice con il dito perché la introducesse con le pinze nell'ordinanza. La campagna spagnola di assedio e di demolizione mediatica contro Hugo Chávez e il suo governo ora non si limita più semplicemente alla stampa, ora ha anche un alleato nella stessa Audizione Nazionale spagnola".

 

Del suo padrino Zaplana, che sponsorizzato, a sua volta,  da Aznar si é fatto un succulento posto, da un milione di euro all'anno, in Telefonica  lo scrittore e giornalista Manuel Vicent ha scritto in un quadro insuperabile: "Devi essere molto elusivo per uscire indenni, senza un sol graffio giudiziale, da dodici denunce, che sono state tutte archiviate".

 

È il momento di chiedersi se quest'abilità per l'intrigo abbia, in Velasco, un eccezionale discepolo.

 

 

Chavez: denuncia USA e di giudice spagnolo

sono un'“orchestra” contro il Venezuela

 

Caracas 2.03.10 - www.granma.cu 
 

AFP segnala che il presidente venezuelano Hugo Chávez, ha qualificato le accuse contro il Venezuela, da parte degli Stati Uniti e di un giudice dell’Udienza Nazionale di Spagna, come parte di una "orchestra" gestita dall’ "l'impero yankee" contro il governo di Caracas.

"E'come un'orchestra, sono d'accordo: in Spagna, la realissima
Udienza, e in Washington. Ciò indica che non è casuale, è una orchestra e dietro a tutto questo c’è l'impero yankee" ha detto Chavez  ai giornalisti a Montevideo, Uruguay .

Il Capo dello Stato ha detto che "rispondiamo da qui con allegria, fervore patriottico, con l'unità. Poco importa ciò che l’impero fa contro di noi".

Le due accuse, fatte oggi, segnalano che, secondo un rapporto del
Dipartimento di Stato USA, il governo venezuelano, apparentemente, assiste gruppi della guerriglia colombiana legati ai trafficanti di droga, e secondo il giudice Eloy Velasco, della Udienza Nazionale, il principale tribunale penale spagnolo, collabora con il gruppo separatista basco ETA e la guerriglia colombiana, FARC, per attentare, in territorio spagnolo, contro personalità colombiane, tra cui il presidente Álvaro Uribe.

Da parte sua il ministero degli Esteri venezuelano, in un comunicato, afferma che nell’ordinanza del giudice spagnolo "si fanno osservazioni inaccettabili, di natura e motivazione politica sul governo venezuelano".

Secondo PL, la nota segnala che nel menzionato atto si fa riferimento ad un cittadino spagnolo - presunto membro dell'
ETA Arturo Cubillas - che vive in Venezuela dal maggio 1989, prodotto degli accordi raggiunti dall'allora presidente Carlos Andres Perez e il suo omologo spagnolo, Felipe González.

Per la cancelleria, sorprende che al riferirsi all'individuo non si menzionino i nomi dei presidenti coinvolti nell'accordo, ma quello di Hugo Chávez, che ha assunto l’incarico di presidente un decennio dopo un tale accordo.