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Il popolo di Chávez ha marciato

 

in tutto il Venezuela

 

25.01.10 - Juana Carrasco Martín www.granma.cu
 

Il popolo di Caracas ha marciato, sabato 23, per rivendicare il carattere rivoluzionario del 23 gennaio: a ondate sono giunti dal quartiere che porta l’onorevole nome delle gesta che sbaragliarono la dittatura di Marco Pérez Jiménez, così come da tutti i punti della capitale e dell’intero paese.

 

Quattro grandi fiumi di gente che hanno coperto le avenidas, i grande viali di  Urdaneta, Sucre, Bolívar e México, con molti affluenti ripartiti per tutta la città. 

 

Il popolo allegro ha marciato dalla mattina presto sino al punto di riunione, la Piazza O’Leary, dove a metà mattina hanno ascoltato il discorso del leader della Rivoluzione Bolivariana e Socialista, che sta trasformando la fisionomia sociale ed economica del Venezuela, alla ricerca del benessere di tutti.

 

È cominciata l’Offensiva Bolivariana, la Campagna Ammirabile! Tremate oligarchi! Viva la libertà!”, ha annunciato il presidente Hugo Chávez Frías, che apriva la concentrazione del popolo rivoluzionario in commemorazione di quel 23 gennaio del 1958, in ricordo della rivendicazione, della lotta guidata allora dal giornalista e deputato di sinistra Fabricio Ojeda, e di coloro che lo seguirono.

 

“Comincia nel 2010 il bicentenario del 19 aprile, quel giorno in cui il popolo è sceso per le strade ed assieme ad un gruppo di soldati patrioti, ha sgominato l’ultimo governo spagnolo dopo 300 anni di colonialismo.

 

Contadini e lavoratori di  Portuguesa, quelli del petrolio di Anzoátegui, i popoli indigeni degli Stati dello scudo guyanese, la gente è accorsa dicendo: “La strada è nostra, non c’è chi ci può fermare!” 

 

Donne combattive, guidando il processo rivoluzionario, con le bandiere delle Missioni, emozionate, tutte unite, quelle di  Guaicaipuro, Los Teques, con quelle del Parque Central.

 

“L’ oligarchia non tornerà al potere, nè i traditori del Patto di Punto Fijo, i politicanti che si ripartirono il governo. Il Venezuela è un altro, e noi giovani siamo qui perchè questo progetto è la vita stessa!”, ci ha detto un ragazzo gridando, per superare i fischietti ed i colpi di tamburo, gli slogan gridati dai suoi compagni della UNEFA, l’Università Sperimentale delle Forze Armate. 

 

“È grande questa festa, è il riscatto del vero senso popolare  antimperialista, di  gesta storiche del popolo che con i militari onesti ha eliminato la dittatura ed ha stabilito la democrazia”, ha  sottolineato ancora un lavoratore che reggeva una bandiera della Missione Educativa Ribas.