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La Relazione dell’Intelligence USA classifica

il Venezuela come "Leader Anti–Statunitense"

 

19.02.10 - www.resistenze.org di Eva Golinger www.kaosenlared.net

 
 

Come di consueto, in questi mesi, le diverse agenzie di Washington cominciano a pubblicare le loro famose relazioni annuali. Questa volta, la prima è stata l’agenzia di Intelligence statunitense. L'Ammiraglio Dennis Blair, Direttore del National Intelligence [organo di coordinamento dei servizi statunitensi, ndr], ha presentato la sua relazione davanti al Comitato di Intelligence del Senato USA.

 

La relazione evidenzia nel dettaglio tutte le minacce ai principali interessi ed alla sicurezza statunitense nel mondo.

 

Quest’anno, oltre a menzionare le consuete insidie rappresentate da Iran, Corea del Nord, Afghanistan, Al Qaeda e Iraq, la relazione dedica un spazio significativo al Venezuela.

 

Secondo il documento, "In Paesi come Venezuela, Bolivia e Nicaragua, leader populisti stanno avanzando verso un modello economico e politico più autoritario e centrista, e si sono uniti per respingere l'influenza e le politiche USA nella regione".

 

Il Presidente del Venezuela, Hugo Chávez, condannando il modello democratico liberale ed il capitalismo di mercato, respingendo le politiche e gli interessi degli USA nella regione, si è di fatto collocato come uno dei principali detrattori delle politiche USA a livello internazionale.

 

Il capitolo dedicato al Venezuela, che occupa ben tre pagine, si intitola "Venezuela: Al Comando delle forze regionali anti-statunitensi", ed indica che "il Presidente Chávez continua ad imporre in Venezuela un modello autoritario e populista che sta oltrepassando le istituzioni democratiche.

Da quando ha vinto il referendum costituzionale agli inizi del 2009, che pone fine ai limiti di mandati permettendo la sua rielezione, Chávez ha fatto altri passi in avanti nel consolidamento del potere politico e continua indebolire l'opposizione in vista delle elezioni legislative del 2010".

 

Il riferimento alle elezioni dell'Assemblea Nazionale di settembre, evidenzia che le agenzie di intelligence di Washington sono enormemente coinvolte nella politica interna del Venezuela. Implica pertanto il loro interesse ed investimenti nel suddetto processo elettorale.

 

La relazione continua elaborando le ragioni per le quali, secondo Washington, il Presidente Chávez ha messo in pericolo la democrazia regionale, "L'Assemblea Nazionale approvò una legge che concedeva il controllo delle infrastrutture, dei beni e dei servizi allo Stato, per diminuire i fondi disponibili ai municipi oppositori. Chávez ha limitato la libertà di espressione e le attività di opposizione attraverso la chiusura di media indipendenti, la persecuzione e la detenzione di manifestanti, le minacce contro i leader dell'opposizione con accuse di corruzione.

La popolarità di Chávez, come rivelano recenti sondaggi, è caduta in maniera significativa, a causa dei suoi metodi, dall'alto livello di criminalità, dall’ insicurezza, dall'inflazione crescente, dai problemi di acqua ed elettricità, ed alla forte svalutazione della moneta nazionale che mettono in dubbio il suo futuro di politico di lungo termine".

 

La relazione annuale dell'Intelligence USA non parla solamente di temi di politica interna del Venezuela, ma anche di politica estera, "in quanto alla politica estera, l'influenza regionale di Chávez è probabilmente arrivata al suo punto massimo, ma è comunque probabile che continui appoggiando i suoi alleati ed i movimenti politici dei paesi dell’area, cercando di condizionare i governi moderati e filo-statunitensi. Ha formato un'alleanza tra i leader radicali di Cuba, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, e da poco dell’ Honduras.

Lui e i suoi alleati respingeranno quasi tutte le iniziative degli USA nella regione, inclusa l'espansione del libero commercio, la cooperazione contro il narcotraffico ed il terrorismo, l’addestramento di forze militari, le iniziative di sicurezza ed i programmi di assistenza USA".

 

Nella sezione intitolata "Chávez si è avvicinato agli attori extra-regionali", la Direzione della National Intelligence USA, parla delle relazioni con Iran e Russia, "Chávez continuerà coltivando relazioni politiche, economiche ed in materia di sicurezza con Iran, Russia e Cina. Ha sviluppato una relazione personale col presidente dall'Iran, Ahmadinejad, ed insieme hanno firmato vari accordi, in particolare nel campo dell’ energia.

Dal 2007, i due paesi hanno avuto con regolarità diversi incontri.

Seguendo l'esempio di Chávez, anche la Bolivia, l’Ecuador e il Nicaragua hanno incrementato le proprie relazioni con l'Iran”.

 

Ma ancora in un altro passaggio vengono messi in luce i chiari interessi di Washington sul Venezuela, inclusa l’analisi della capacità in materia di sicurezza e difesa, "La maggioranza degli accordi che Mosca ha firmato con Chávez sono relativi alla vendita di armi ed agli investimenti nel settore energetico del Venezuela. Durante gli ultimi cinque anni, il Venezuela ha comprato da Mosca più di 6 miliardi di dollari in armi, tra cui 24 caccia tipo SU30MK, elicotteri, carri armati, mezzi per trasporti blindati, missili anti-aerei, e armamenti leggeri. 

Sulla carta, gli acquisti venezuelani sono impressionanti, ma le loro Forze armate non possiedono l’addestramento e la capacità logistica per utilizzare quelle armi. Nonostante ciò, l’escalation delle spese militari ha causato alcune preoccupazioni nei paesi confinanti, particolarmente in Colombia, ed alimenta una corsa militarista nella regione. Oltre all’acquisto di armamenti, alla fine del 2008, navi da guerra ed aerei da bombardamento russi, hanno fatto visita al Venezuela, al fine di dimostrare la capacità di Mosca nello spiegamento delle proprie forze militari nella regione".

 

L'importanza data al Venezuela in questa relazione, di fatto annuncia che le operazioni di intelligence di Washington, contro il governo di Hugo Chávez, subiranno un incremento durante il 2010.

Questa relazione sarà utilizzata per giustificare l’aumento delle risorse per intensificare le operazioni di intelligence, contro quello che considerano la "minaccia Chávez."

Classificando il Venezuela come "leader anti-statunitense", Washington chiarisce che considera il governo di Chávez come un "nemico", individuandolo apertamente come bersaglio delle sue aggressioni.

In questo anno elettorale, il Venezuela dovrà essere più vigile di fronte alle crescenti attività di destabilizzazione ordite da Washington, che cercherà, ancora una volta, di abbattere il governo di Chávez per ristabilire al potere i suoi vecchi alleati.