Nuestra America |
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Il Comando Sud attiva il web per la guerra d'informazione in America Latina |
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20.12.10 - www.cubadebate.cu di Rosa Miriam Elizalde - www.resistenze.org
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Il Comando Sud degli Stati Uniti ha un sito internet per la guerra d'informazione dell'esercito nordamericano in America Latina, un sito molto simile a quelli che il Pentagono gestisce in altre regioni dove è intervenuto militarmente.
"Dialogo" (http://www.dialogo-americas.com/), è pubblicato in tre lingue: inglese, spagnolo e portoghese. Vi si trovano informazioni di attualità e speciali reportage dedicati all'America Latina dalla prospettiva dell'esercito statunitense. Nel portale si trova pure un'inchiesta in cui s'invitano i lettori della regione a definire: "Qual è il maggior problema del tuo paese attualmente?". I lettori devono barrare una delle seguenti opzioni: "Disoccupazione, Crimine/Sicurezza, Problemi Sanitari, Terrorismo/Traffico di droga e Problemi politici, Corruzione".
E' uno strano dialogo quello proposto dal sito, presuppone che tutti i paesi del continente abbiano almeno uno dei problemi che appaiono nella lista e che sono serviti da pretesto per gli interventi militari dell'esercito USA nella regione.
"Dialogo è una rivista militare professionale che pubblica trimestralmente il Comandante del Comando Sud degli Stati Uniti come foro internazionale per il personale militare dell'America Latina", afferma la nota di presentazione del portale, e aggiunge che "il Segretario alla Difesa ha sostenuto che questa rivista è necessaria in conformità all'attività pubblica che esige la legge del Dipartimento alla Difesa". Non è eccezionale che questo tipo di sito internet accompagni le guerre d'informazione e le operazioni psicologiche dell'esercito statunitense. Dalla fine degli anni 90 il Dipartimento alla Difesa interviene in ambiti la cui competenza prima spettava ai ministri "civili" incaricati della propaganda.
Stando a un'analisi pubblicata il 30 novembre 2005 dal Los Angeles Times, l'esercito ha attivato in tutto il mondo "centri operativi di stampa che funzionano 24 ore su 24", collocando per la prima volta "internet e altri media non tradizionali sotto la competenza degli esperti del Pentagono e delle agenzie d'intelligence nordamericane."In Iraq, il Pentagono ha subappaltato questo lavoro al Lincoln Group, un gruppo di redattori che presentavano sui media iracheni l'occupazione nordamericana da un punto di vista favorevole agli USA, operazione concepita per mascherare qualunque rapporto con l'esercito statunitense.
Lincoln Group ha comprato emittenti radio e giornali, ha tradotto i materiali, il tutto facendosi passare per giornalisti indipendenti o pubblicitari. Nel frattempo, dentro e fuori dall'Iraq i funzionari statunitensi promuovevano i "principi democratici", "la trasparenza politica" e la "libertà di stampa". Anche se formalmente la legislazione nordamericana proibisce all'esercito di condurre operazioni psicologiche o di introdurre propaganda nei media, militari citati dal Los Angeles Times hanno sostenuto che gli sforzi del Pentagono si svolgono alla luce del fatto che la stampa alternativa internazionale influisce in modo negativo sui nordamericani, e pertanto costituisce un ambito di loro competenza. "Non c'è più modo di separare i media stranieri da quelli domestici. Linee di demarcazione definite non ci sono più" ha dichiarato al Times un privato (che ha mantenuto l'anonimato) che lavora in Iraq per il Pentagono e produce informazione.
Nel marzo 2007, il USA Today informava a proposito di una delle strategie favorite della cyberguerra già attiva: attacchi pirata contro i siti internet che disturbavano l'amministrazione Bush, per cui il Laboratorio di Ricerca della Forza Aerea disponeva di 40 milioni di dollari.
Ma l'obiettivo principale di questa strategia si concentrava, da allora, nella fabbricazione di siti web e di cyberdissidenti adeguati alla retorica libertaria delle truppe nordamericane, per giustificarne le azioni belliche.
Sempre USA Today, nel maggio 2008, rivelerà che il Pentagono "sta creando una rete mondiale di siti web informativi in lingua straniera, incluso un sito in arabo per gli iracheni, e assume giornalisti locali per scrivere avvenimenti di attualità e altri contenuti che promuovano gli interessi USA e diffondano messaggi contro i ribelli".
Today aggiungeva che "i siti di notizie sono parte di un'iniziativa del pentagono per ampliare le "operazioni d'informazione in internet".
L'articolo affermava che tra i siti costruiti dal Pentagono si trovano il sito iracheno, www.mawtani.com, il sito per i Balcani www.setimes.com e www.magharebia.com, per l'area magrebina, questi sostenuti dal Comando Europeo degli Stati Uniti.
"Magharebia è un sito web patrocinato dal Dipartimento della Difesa USA.
E' concepito per informare un pubblico internazionale, con un portale che possiede un'ampia gamma d'informazioni sull'area del Maghreb". (USA Today)
I denominatori comuni di queste pubblicazioni secondo USA Today sono:
- L'essere scritti da giornalisti locali impiegati per elaborare storie che si adattino agli obiettivi del Pentagono.
- Il controllo delle storie da parte del personale militare o dei loro dipendenti per verificare che siano compatibili con i loro obiettivi.
- Che i giornalisti siano pagati per ciò che pubblicano
Il quotidiano annunciava la preparazione di web simili per l'America Latina, in particolare un sito a carico del Comando Sud il cui nome e caratteristiche allora erano ancora sconosciute.
Il mistero adesso è svelato: si chiama "Dialogo". Nella sua pagina iniziale di lunedì, metteva in rilievo la minaccia dell'ONU di andarsene da Haiti "se non si fosse rispettata la decisione popolare" registrata nelle lezioni. Come si sa, gli Stati Uniti hanno fatto l'impossibile perché si svolgessero queste elezioni in un paese devastato, con 250.000 morti nel terremoto dello scorso 21 gennaio, morti che di sicuro comparivano nelle liste dei votanti, sopravvissuti o no.
In altre parole, essi hanno creato il problema, ed ora Dialogo - che in realtà si comporta come un monologo - ci indica dove vogliono arrivare.
Il Comando Sud
E' il Comando Unificato delle Forze Armate degli USA che operano in America Latina e nei Caraibi. Uno dei nove comandi che sono direttamente legati alla più alta direzione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Opera in un raggio d'azione di 32 paesi, 19 in Centro e Sudamerica, il resto nei Caraibi. Dal 1997 il suo quartier generale si trova nello stato della Florida. Prima, dal 1947, era a Panama. La sua stessa storia riconosce come antecedente "glorioso" lo sbarco dei marines yankee in quel paese all'inizio del XX secolo.
Il Comando Sud, noto anche con la sua denominazione inglese USSOUTHCOM, si è trasformato in un simbolo dell'interventismo nordamericano nell'area ed è stato alleato di forze militari e paramilitari che hanno lasciato un pesantissima eredità ai popolo latinoamericani in termini di morti, torture e sparizioni per più di un secolo.
Negli ultimi anni USSOUTHCOM ha addestrato, armato e indottrinato gli eserciti nazionali per servire gli interessi statunitensi. La finalità è evitare l'impiego di truppe nordamericane e ridurre in questo modo l'opposizione politica agli USA. Il modello prevede che Washington diriga e addestri gli eserciti latinoamericani mediante "programmi congiunti" estensivi e intensivi e subaffitti compagnie private di mercenari che forniscono militari specializzati, tutti ufficiali "in pensione" dell'esercito nordamericano (da: Enciclopedia contro il Terrorismo).
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