Dichiarazionedell’Associazione Nazionale degli Economisti e Contabili di Cuba |
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24 marzo 2010 - www.granma.cu
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Il Parlamento Europeo, con una poco scrupolosa risoluzione e con la pretesa di ergersi a giudice al disopra delle nazioni imita, con poca originalità e con troppo ritardo la posizione anticubana dei suoi colleghi di Washington, chiara dimostrazione della subordinazione dei gruppi di potere del Vecchio Continente all’aggressiva politica del governo degli Stati Uniti contro il nostro paese durante mezzo secolo.
Approvato dal Parlamento Europeo, il testo ribadisce un’esagerata inquietudine del legislativo dell’Unione Europea per la “situazione dei diritti umani a Cuba”, gesto lodevole da un’ottica umanitaria, ma fuori dalla sua area di competenza ed insieme preoccupante per le circostanze che circondano la sua apparizione, così come per i vincoli dei suoi promotori, con i settori più conservatori della politica statunitense, tra i quali figurano i gruppi anti-cubani e terroristi ubicati nel sud della Florida. Eppure, mai prima d’ora questo Parlamento si era pronunciato rispetto alle torture in Iraq, sulla Base Navale di Guantánamo o per l’esistenza di carceri segrete in territorio europeo.
Spinta da un’eccessiva campagna mediatica la Risoluzione del Parlamento Europeo ignora l’esistenza a Cuba di una nazione e un governo costituito e definisce come dissidenti persone condannate per delitti comuni ed altre pagate per collaborare con una potenza straniera, incoraggiando senza riserve una transizione verso il pluripartitismo, elementi presenti nelle leggi statunitensi Torricelli e Helms-Burton.
Di fronte a un simile fenomeno, gli economisti ed i contabili cubani hanno espresso il loro assoluto rifiuto a questa nuova forma di irrispettosa ingerenza, i cui fini intensificano l’ostilità contro il nostro popolo e incoraggiano il fallimento dei tentativi del governo spagnolo di eliminare l’assurda “Posizione Comune” adottata nel 1996 e che da allora impedisce i normali vincoli con Cuba dei 27 stati membri dell’Unione Europea. Come parte integrante e attiva della Società Civile cubana ci opponiamo all’incitamento all’utilizzo della collaborazione come strumento di ricatto e pressioni ed esigiamo il rispetto al nome della nostra Organizzazione Non Governativa con status di consulente speciale dell’ECOSOC (Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite), integrata da oltre 79 mila economisti, contabili ed auditori.
Di fronte alle diatribe elaborate lontano dalle frontiere europee e ripetute dagli obbedienti legislatori, i professionisti delle scienze economiche di Cuba innalzano con dignità l’opera di giustizia e solidarietà scritta da milioni di compatrioti nelle più varie latitudini, tra i quali, spiccano i cinque eroi che scontano ingiuste sentenze per aver lottato contro il terrorismo nelle carceri degli Stati Uniti.
Come cubani, come uomini e donne vincolati all’eredità degli sforzi e sacrifici del nostro popolo per oltre mezzo secolo, condanniamo l’incapacità, l’ignoranza ed il servilismo di quelli che, in nome della giustizia, si sommano alla politica genocida degli Stati Uniti contro Cuba, senza pensare che i frutti e l’esempio della sua Rivoluzione pesano troppo nella memoria dei popoli e nella bilancia della storia.
ANECC - L’Avana, 24 marzo 2010
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