Fidel alla
conferenza di Alan Robock
su “L’inverno nucleare” |
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15 settembre 2010 - www.granma.cu
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Le città arderanno per settimane ed anche per mesi, estendendo una vasta nube di cenere che dipingerà il cielo di nero. I funghi dell’esplosione termonucleare eleveranno nubi di polvere e fumo ad altezze stratosferiche, dove rimarranno in sospensione per anni, velando la luce del sole. Le temperature della Terra si abbasseranno drasticamente in poche settimane, e per lo meno per uno o due anni l’insolazione sarà debole.
Dopo questo disastro emergerà un mondo gelato e deserto, nel quale il 99% dei raccolti mondiali sarà distrutto. La capacità di generazione di energia diminuirà almeno della metà. Senza mezzi per scaldarsi le città diverranno lastroni di cemento abbandonati per la forte fame che seguirà.
Non è la parodia dell’Apocalisse, ma è il mondo che prevedono i modelli scientifici, se solamente scoppiasse l’1% delle bombe atomiche che esistono oggi nel pianeta.
Basterebbe un conflitto tra l’India e il Pakistan, due paesi che possiedono armi di questa natura, per far sì che divenga realtà l’incubo che gli investigatori hanno chiamato “L’inverno nucleare”.
Alan Robock, del Dipartimento di Scienze Medioambientali, dell’Università di Rutgers, in New Jersey, ha confermato la teoria de “L’inverno nucleare”, assieme ad uno staff di prestigiosi investigatori nordamericana e russi.
È lui che ha presentato, ieri, martedì 14, a L’Avana, le conclusioni dei suoi studi in una eccezionale conferenza alla quale era presente il Comandante in Capo Fidel Castro, trasmessa oggi mercoledì 15 dalla Tavola Rotonda Informativa quotidiana della Televisione cubana.
“Fortunatamente sino ad ora non è mai stata messa alla prova”, ha detto lo scienziato a Fidel nel breve dialogo alla conclusione della conferenza, “ma l’unica garanzia che questo non accada nel futuro è che si distruggano tutte le armi nucleari. Fino a quando queste esistono, ci dovremo preoccupare per gli incidenti, i calcoli sbagliati e la gente pazza che può avere queste armi in suo potere”.
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