Invito di Silvio Rodríguez |
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15 settembre 2010 - www.granma.cu
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Secunda cita
Credo che la Rivoluzione Cubana ha dato dignità al nostro paese ed ai cubani.
E che il Governo Rivoluzionario è stato il miglior governo della nostra storia.
Sì: prima della Rivoluzione L’Avana era molto più dipinta, erano rare le buche nelle strade e uno camminava per strade e strade di negozi, pieni e illuminati.
Ma chi comprava in quei negozi? Chi poteva camminare con vera libertà per quelle strade? Ovviamente quelli che avevano “con che farlo” nelle loro tasche Gli altri a guardare le vetrine e sognare, come mia madre, come la nostra famiglia e come la maggioranza delle famiglie cubane.
Per quelle strade favolose passeggiavano solo i “cittadini rispettabili”, ben considerati, in primo luogo per il loro aspetto.
I mendicanti, i malvestiti, quasi tutti i negri dovevano girare al largo perchè se un poliziotto li vedeva in qualche strada decente, a bastonate li faceva andare via.
Questo l’ho visto io con i miei occhi di bambino e lo vidi sino a quando compii i miei 12 anni, quando trionfò la Rivoluzione.
All’angolo di casa mia c’erano due bar ed in uno, a volte, invece di cenare, prendevamo un frullato. In varie occasioni passavano i marines cadendo ubriachi, cercando prostitute e infastidendo tutte le donne del quartiere. Un nostro giovane vicino che uscì a difendere sua sorella lo tirarono per terra e quando arrivò la polizia, chi credete che arrestò? Quelli che abusavano? No! A calci nel sedere portarono via quel giovane universitario, che logicamente dopo si distinse nella ribellione studentesca.
Lì ci sono le foto di un marines che orina seduto sulla testa della statua di Martí nel Parco Centrale della nostra capitale.
Questa era Cuba prima del ‘59 o almeno queste erano le strade del Centro Habana che io vissi ogni giorno: quelle del quartiere di San Leopoldo, confinante con Dragones e Cayo Hueso.
Adesso sono distrutte e mi fa male passare di là, perchè è come vedere le rovine dell’infanzia, e lo canto in "Trovador antiguo".
Come abbiamo fatto a giungere a questo deterioramento? Per molte ragioni la nostra colpa è non aver visto gli alberi, affascinati dai boschi. Ma è anche colpa di coloro che vogliono che tornino i marines a vessare la testa di Martí.
Sono d'accordo nel correggere gli errori, abbandonare l’autoritarismo e costruire una democrazia socialista solida ed efficiente, con un funzionamento sempre perfettibile che si garantisca da sola, ma non rinuncerò mai ai diritti fondamentali che la Rivoluzione ha conquistato per il popolo. Prima di tutto dignità e sovranità. E salute, educazione, cultura ed una vecchiaia degna per tutti. Vorrei non dovermi accorgere di quel che succede nel mio paese dalla stampa straniera, le cui messe a fuoco portano non poca confusione.
Vorrei che migliorassero molte cose che ho detto e altre che non ho detto.
Ma al disopra di tutto non voglio che ritornino quella ignominia, quella miseria, quella falsità dei partiti politici che quando prendevano il potere consegnavano il paese al migliore offerente.
Tutto quello succedeva con la tiepida protezione della Dichiarazione dei Diritti Umani e della Costituzione del 1940.
L’esperienza pre-rivoluzionaria cubana e di molti altri paesi dimostra quanto importano i diritti umani nelle democrazie rappresentative...
Molti di coloro che oggi attaccano la Rivoluzione sono stati educati grazie a lei, professionisti emigrati che paragonano forzatamente le condizioni ideali della “colta Europa”, con la fustigata Cuba.
Altri più vecchi, forse sono giunti ad essere qualcuno grazie alla Rivoluzione ed oggi si pavoneggiano come ideologi pro capitalismo, studiosi di leggi e storia, travestiti da umili operai. Personalmente non sopporto i volta faccia fervorosi, i pentiti con i loro piccoli corsi di marxismo e tutti coloro che erano più realisti del re e adesso sono il rovescio.
Non auguro il male a nessuno, ma tanta inconsistenza mi disgusta.
La Rivoluzione come Prometeo ( devo una canzone con questo nome), ha illuminato i dimenticati, perchè invece di dire al popolo “credi”, gli ha detto “leggi”.
Per questo, come all’eroe mitologico, vogliono farle pagare il suo coraggio, legandola ad una cima remota dove un avvoltoio - o un’aquila imperiale - le divori eternamente le viscere. Io non nego gli errori, i volontarismi, ma non so dimenticare la vocazione del popolo della Rivoluzione di fronte alle aggressioni che hanno usato tutte la armi per ferire e uccidere, come i più poderosi e sofisticati media di diffusione e distorsione delle idee Non ho mai detto che il blocco ha tutta la colpa delle nostre disgrazie, ma l’esistenza del blocco non ci ha dato mai l’opportunità di misurare noi stessi.
A me piacerebbe morire con la responsabilità delle nostre sfortune ben chiara.
Per questo invito tutti coloro che amano cuba e desiderano la dignità dei cubani, a gridare con me, adesso, domani ed in ogni luogo: “Abbasso il blocco!”
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