IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
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Si sottolinea l’ampia condanna internazionale al blocco contro Cuba |
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06 ottobre 2010 - www.granma.cu |
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La condanna al blocco degli Stati Uniti contro Cuba è stato uno dei cinque temi più menzionati durante il recente dibattito nell’Assemblea Generale dell’ONU, come ha sottolineato il rappresentate del Paese caraibico nelle Nazioni Unite.
In una nota d’agenzia, la missione diplomatica ha risaltato il grande numero di Stati di tutte le regioni del mondo che hanno criticato l’assurda politica che mantiene il Governo statunitense contro l’Isola.
Ha segnalato che tutti i Presidenti che si sono riferiti al tema, sono coincisi sul fatto che l’unilaterale blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba non presenta alcuna giustificazione.
Tutti hanno lanciato un appello all’attuale Governo degli USA per chiedergli di porre fine all’irrazionale politica, aggiunge il comunicato diffuso nella sede dell’ONU.
Il testo sottolinea anche che tali pronunce si uniscono al sempre più ampio rifiuto internazionale al blocco contro Cuba e alle voci che nel mondo intero e negli stessi Stati Uniti chiedono il suo annullamento immediato e definitivo.
Mette in evidenza anche che ci sono state espressioni di ringraziamento alla cooperazione cubana in varie parti del mondo e reclami per la liberazione dei cinque lottatori anti-terroristi cubani detenuti nelle carceri statunitensi.
Il popolo ed il Governo cubani ringraziano profondamente tali dimostrazioni di fermo appoggio e solidarietà da parte della comunità internazionale, conclude la nota della missione permanente di Cuba di fronte all’ONU.
Il dibattito generale del 65 periodo di sessioni del massimo organo delle Nazioni Unite si è appena concluso e ha contato sull’assistenza di 150 capi di Stato e di Governo, Ministri degli Esteri e funzionari di alto livello.
Il prossimo 26 ottobre, l’Assemblea Generale voterà, per la diciannovesima volta consecutiva, una nuova risoluzione di ripudio al blocco statunitense contro Cuba. |
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Contro il blocco e per la libertà dei Cinque |
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01 ottobre 2010 - www.granma.cu |
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Cinque giorni di dibattito nel 65º Periodo di sessioni dell’Assemblea Generale della ONU hanno dimostrato la condanna quasi unanime della comunità internazionale all’ingiusto blocco che gli Stati Uniti mantengono contro Cuba da cinque decenni.
Il ministro degli Esteri del Paraguay, Héctor Lacognata, ha condannato non solo le misure economiche coercitive destinate ad impedire che i paesi esercitino il loro diritto sovrano di decidere il proprio sistema politico, economico e sociale, ma ha anche reclamato al governo degli Stati Uniti la scarcerazione dei Cinque combattenti antiterroristi cubani, ingiustamente reclusi nelle carceri dell’impero, ed ha denunciato la violazione dei loro diritti umani.
Inoltre ha condannato l’applicazione unilaterale delle misure contro Cuba.
Luis Almagro, ministro degli Esteri dell’ Uruguay, a nome del suo paese, ha condannato l’applicazione di misure coercitive contrarie alla Dichiarazione delle Nazioni Unite, come l’assedio economico che Washington impone a Cuba, che costituisce una misura unilaterale che va non solo contro i diritti dell’Isola, ma contro lo stesso diritto internazionale.
Inoltre ha mostrato la sua opposizione all’utilizzo della forza, del terrorismo e di ogni tipo di violenza.
Dalla regione latinoamericana, dove Cuba mantiene una stretta collaborazione con gran parte delle nazioni del continente, il ministro degli Esteri e del Commercio Estero del Belice, Wilfred Elrington, ha affermato che il suo paese si è beneficiato enormemente con le sue relazioni con Cuba, Brasile e Venezuela.
"Il progresso che abbiamo realizzato nel compimento delle Mete del Millennio in materia di salute è un esempio di questa cooperazione”, ha sottolineato.
Il rappresentante permanente della Russia presso la ONU, Vitaly Churkin, ha dichiarato che le misure dell’assedio nordamericano contro l’Isola, la cui eliminazione è stata domandata per 18 anni consecutivi nell’Assemblea Generale, sono un chiaro anacronismo. |
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Nuove critiche dell’ONU Le dimostrazioni di ripudio internazionale al blocco che gli USA impongono alla nazione cubana, continuano a prevalere in buona parte dei discorsi che si celebrano nel 65º periodo di sessioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite |
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29 settembre 2010 - www.granma.cu (jr) |
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Le dimostrazioni di ripudio internazionale al blocco che gli Stati Uniti hanno imposto alla nazione cubana per più di 50 anni, continuano a prevalere in buona parte dei discorsi che si celebrano nel 65º periodo di sessioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dopo quattro giorni di sessione.
Recentemente il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale del Gambia, il Dr. Mamadou Tangara, ha affermato che il blocco non ha nessuna legittimità né senso, e che è tempo che quelli che l’hanno imposto mostrino un po’ di genuina leadership e lo tolgano. “È imbarazzante che una forma tanto crudele ed antiquata di risolvere i problemi nelle relazioni internazionali si mantenga vigente”, ha evidenziato.
Ha ricordato il dirigente gambiano che essa contribuisce a una delle dispute politiche di più vecchia data che l’Assemblea abbia dovuto affrontare in almeno due decenni.
In questo stesso senso si è pronunciato il Ministro degli Esteri e Commercio Estero delle Isole Salomone, Peter Shanel Agovaka, quando ha assicurato che tale disumana attitudine degli Stati Uniti appartiene a un tempo e ad un’era differenti. Poco dopo, Kalombo T. Mwansa, inviato speciale del Presidente e Ministro della Difesa di Zambia, ha richiesto la fine del blocco a Cuba e delle sanzioni imposte allo Zimbabwe, perché – ha spiegato – continuano a causare grandi sofferenze ad entrambi i popoli. E quindi ha domandato all’ONU di verificare che tali misure cessino immediatamente.
In due occasioni durante questo nuovo periodo di sessioni la Siria si è pronunciata contro l’accerchiamento che Washington insiste nel mantenere contro l’Isola. La prima, durante l’evento sul compimento degli Obiettivi del Millennio, e adesso nell’ambito dei dibattiti dell’Assemblea Generale.
Il Ministro siriano degli Esteri, Walid Al-Moulem, ha ribadito con forza l’appello della sua nazione per il ritiro del blocco contro Cuba.
Da parte sua, Hor Namhong, Vice primo Ministro e Ministro degli Esteri e Cooperazione Internazionale della Cambogia ha chiesto a tutte le nazioni che compongono le Nazioni Unite di appoggiare le risoluzioni che si adotteranno sulla necessità di porre fine alla prolungata sofferenza del popolo cubano, ha detto.
Si sono anche espresse in maniera contraria a tale politica, tra gli altri, il Lesotho, l’Algeria, il Nicaragua, l’Ecuador, Antigua e Barbuda, Vanuato, il Brasile, il Suriname, Malawi, l’Unione Africana, lo Sri Lanka, lo Zimbabwe, Haiti, Namibia, il Laos, Santa Lucia, Dominica, Timor Est, Sudafrica e la Spagna.
Prossimamente l’Assemblea Generale voterà, per la diciannovesima volta consecutiva, una risoluzione di condanna al blocco statunitense contro Cuba. Lo scorso anno, 187 paesi si sono pronunciati contro la misura, la cifra più alta registrata in una votazione sul tema dal 1991, con tre soli stati contrari (Stati Uniti, Israele, e Palau) e due astensioni (Isole Marshal e Micronesia). |
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Continuano all'ONU i reclami contro il blocco |
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27 settembre 2010 - www.granma.cu |
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Capi di Stato e di Governo di tutto il mondo alimentano una nuova condanna delle Nazioni Unite al blocco degli Stati Uniti contro Cuba.
Mentre continuano i dibattiti nell’Assemblea Generale della ONU, capi di Stato e di Governo di tutto il mondo alimentano una nuova condanna delle Nazioni Unite al blocco imposto a Cuba dagli Stati Uniti.
Nella terza giornata di sessioni, il presidente del Suriname, Destre Delano, ha dichiarato che il suo paese è profondamente preoccupato per la persistenza dell’assedio contro Cuba mantenuto da più di mezzo secolo, destinato a danneggiare lo sviluppo della vita politica, economica e sociale dell’Isola.
“Queste misure di coercizione provocano difficoltà ed hanno effetti severi nello sviluppo nel benessere della popolazione cubana”.
In questo senso ha parlato anche il presidente di Dominica, Nicholas Liverpool, che ha sottolineato la necessità del multilateralismo e della cooperazione tra gli Stati.
“Le sfide si possono vincere solo in un ambiente mondiale dove esiste il rispetto per l’integrità di altri paesi, la non interferenza nei temi nazionali di altri, il rispetto per la sovranità ed il diritto alla libera determinazione. In questo ambito la Dominica richiama gli Stati Uniti ad eliminare il blocco economico imposto a Cuba”, ha detto ancora.
Per Stepheson King, primo ministro di Santa Lucia: “Esistono anacronismi nel mondo, ed uno di questi è il blocco contro Cuba”,, ha sintetizzato. |
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Unione Africana e Brasile contro il blocco |
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25 settembre 2010 - www.granma.cu (pl) |
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L’Unione Africana (UA) ha reclamato il 23 settembre, di fronte all’ONU la fine del blocco degli Stati Uniti contro Cuba e delle sanzioni imposte allo Zimbawe.
La domanda è stata espressa dal Presidente dell’Organizzazione continentale e capo di Stato del Malawi, Bingo Wa Mutharika, di fronte all’Assemblea Generale in Seduta Plenaria delle Nazioni Unite.
Il Presidente ha affermato che le sanzioni contro alcuni membri dell’UA e del Movimento dei Non Allineati, causano gravi difficoltà economiche ai popoli, e ha assicurato che le giustificazioni ideologiche, se mai ce ne siano state, hanno già perso ragion d’essere.
Tali misure sono incongruenti con il dialogo che emerge dalle riforme dell’ONU e inconsistenti con le obbligazioni dei paesi membri di promuovere il progresso sociale, come promulgato nella Carta dell’Organizzazione mondiale, ha aggiunto.
L’UA insiste nella sua richiesta di eliminare le sanzioni contro lo Zimbawe e Cuba, ha ribadito il leader dell’Organizzazione di cui fanno parte mezzo centinaio di Stati africani.
Nella stessa sessione inaugurale del dibattito generale dell’Assemblea, anche il Ministro degli Esteri del Brasile, Celso Amorim, ha richiesto la fine del blocco contro Cuba, che ha qualificato come illegittimo.
“Questo blocco è riuscito solo ad ostacolare gli sforzi di milioni di cubani nella loro lotta per lo sviluppo”, ha affermato il ministro degli esteri brasiliano, Celso Amorim, parlando nell’apertura del dibattito dell’Assemblea Generale della ONU.
Inoltre ha segnalato che il colpo di Stato contro il presidente costituzionale dell’ Honduras, Manuel Zelaya, nel giugno del 2009, è stato un movimento antidemocratico.
Il ritorno di Zelaya, senza minacce per la sua libertà, è indispensabile per la piena normalizzazione delle relazioni dell’Honduras con il resto della regione latinoamericana e dei Caraibi.
Inoltre Amorim ha sottolineato la creazione della Unione Sudamericana delle Nazioni per il consolidamento di una genuina zona di pace e prosperità in Sudamerica e la nascita della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi.
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