IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
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Tutti per Cuba e contro il blocco |
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13 ottobre 2010 - Harold Iglesias www.granma.cu |
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Ogni giorno che passa, il movimento sportivo cubano si mantiene sempre più fermo sfidando i 50 anni del blocco economico, commerciale e finanziario che non hanno potuto diminuire il suo prestigio nel contesto competitivo mondiale.
Nel salone degli atti della Città Sportiva, riconosciuti atleti hanno ribadito il loro ripudio al criminale atto di genocidio.
“Oggi esiste un grande sviluppo tanto sul piano tecnologico quanto in quello della medicina sportiva e gli atleti cubani, a causa del blocco, a volte arrivano in svantaggio alle gare e si vedono obbligati a supplire a tali limitazioni” ha spiegato Dayron Robles, campione olimpico e record-man mondiale dei 110 metri ad ostacoli.
“È inaccettabile che diverse amministrazioni statunitensi non abbiano preso in considerazione gli schiaccianti risultati delle votazioni a favore dell’eliminazione del blocco nelle Nazioni Unite” ha affermato riferendosi all’imminente consultazione nell’Assemblea Generale dell’ONU.
“Sarebbe bello fraternizzare con qualsiasi atleta in qualsiasi parte del pianeta in uguaglianza di condizioni, accedere agli stessi implementi” ha aggiunto la stella guantanamera.
“In varie occasioni, e soprattutto in gare locali celebrate a Porto Rico e negli Stati Uniti, alle nostre delegazioni è stato negato o semplicemente ritardato il visto, questione che implica un costo extra per costi di volo, per ritardi nelle iscrizioni e che comporta danni sul piano psicologico agli atleti” ha spiegato la ex-pallavolista Mireya Luis.
“A questo bisogna aggiungere che comprare palloni, équipe di climatizzazione e superfici per il gioco e l’allenamento negli Stati Uniti porterebbe i costi al massimo” ha sentenziato.
Altre sfere altamente danneggiate in questi cinque decenni sono state l’industria sportiva nazionale, sorta proprio per palliare gli effetti del blocco e contribuire con la sua produzione a sostenere lo sviluppo e la massività nel paese, e più recentemente l’Istituto di Medicina Sportiva, principalmente il suo Laboratorio Antidoping, privato direttamente di pezzi di ricambio e reagenti.
Basti dire che dal maggio 2009 all’aprile 2010, i danni per la compera di articoli e accessori sportivi attraverso paesi terzi hanno superato i 450000 dollari (USD) ai quali si aggiungono altri 30000 per gli alti costi di trasporto.
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