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Il 26 luglio del 1959

 

9 luglio 2010 - www.granma.cu

 

Nelle prime ore della mattina del 25 era arrivata all’Avana la formidabile cavalleria della Colonna d’Invasione che, con il comandante Camilo Cienfuegos, capo dell’Esercito Ribelle alla testa, era partita da Yagüajay, in provincia di Las Villas.

 

2000 contadini, con i loro cappelli di foglie di palma, il machete alla cintola e le bandiere cubane nella mano, distribuiti in 37 plotoni, integravano la Colonna. Al loro passaggio per le strade della città, il pubblico correva a dare loro il benvenuto.

 

Le grida erano “Viva Cuba libera e Viva la Rivoluzione”, in dimostrazione spontanea di patriottica allegria per la presenza di tanta genuina rappresentazione contadina che, in un gesto di valore e di coraggio, aveva coperto una così lunga distanza per riunirsi con i fratelli della città in quella straordinaria manifestazione.

 

 

500000 CONTADINI NELLA CAPITALE

 

 

I contadini alloggiarono nelle casa dei cittadini della capitale come familiari, amici, fratelli.

 

Due mesi prima, Fidel Castro a La Plata, sulla Sierra Maestra, scenario della prima lotta guerrigliera contro la tirannia, aveva firmato la rivendicatrice legge di Riforma Agraria. Da quel momento  la terra sarebbe appartenuta a chi la lavorava, facendo sparire le figure dei mezzadri con tutte le forme di sfruttamento del lavoro contadino.

 

Firmando il primo titolo di proprietà della terra di Engracia Blet, una contadina di Baracoa, la regione più orientale di Cuba, Fidel disse: “Cominciamo a dare la terra da dove gli spagnoli cominciarono a toglierla agli indios”.