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Santiago in America: TG dell’ICAIC |
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3.06.10 - Marcos Alfonso www.granma.cu
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Fermo di fronte al Malecón contemplavo il viavai delle onde invernali che si stagliavano contro il muro roccioso.
L’immagine si è mossa nella mia memoria e mi sono ricordato di quel pomeriggio degli anni 70, arrampicati su quelle onde, io ed un gruppo ridotto di alla ricerca di notizie partimmo su una rustica imbarcazione verso il Golfo del Messico in caccia del titolo: “I nostri pescatori tornano a casa!”.
Molti giorni prima – un mese o giù di lì – il guardia coste degli Stati Uniti aveva fermato altri cinque umili pescatori – tra i quali il quindicenne Lino Matos – che nelle profonde acque del Golfo cercavano sostentamento per il proprio popolo.
Da quella storia nacque : Il passero del faro, documentario umano di Santiago Álvarez sostenuto con le immagini del suo inseparabile cameraman Iván Nápoles, e da Dervis Pastor e Raulito.
Ci eravamo incontrati in vari luoghi dell’ambiente giornalistico, e attinsi sempre dalla sua umiltà e perspicacia per osservare oltre la notizia in sé stessa: il carattere umano di tutto ciò che avviene intorno ad ogni successo, qualsiasi esso sia, faceva parte della saga dell’opera di Santiago.
Il sei giugno si compirà mezzo secolo dalla prima proiezione su grande schermo del primo TG ICAIC Latinoamericano, fatto che segnò l’andazzo nella cinematografia del paese dopo la Rivoluzione.
Koichiro Matsuura, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha affermato tempo fa che il TG ICAIC non solo è sopravvissuto come patrimonio del cinema e della cultura cubani e latinoamericani, ma come patrimonio di tutta l’umanità: è incluso nel Registro Mondiale della Memoria del Mondo.
È esistito per 30 anni (1960-1990). In quello spazio di tempo, ogni settimana nelle sale cinematografiche si proiettava una testimonianza del patrimonio artistico e storico di tutti i fatti dell’Isola e dei paesi vicini. Ci sono 1.493 edizioni realizzate, nella grande maggioranza, con la conduzione di Santiago Álvarez.
I nastri in bovina conservano nei quadri di celluloide avvenimenti fondamentali, immagini, testimonianze…e raccontano la storia del continente nei suoi differenti aspetti: dai successi politici o catastrofici, fino ai più nobili e duttili della cultura e delle tradizioni.
Santiago compierà 90 anni. Il TG ICAIC fu la sua opera più amata nella quale non solo diede libero sfogo a tutta la sua immaginazione come creatore, ma divenne anche, senza proporselo, un silenzioso pedagogo alla cui ombra si formarono altri grandi della cinematografia cubana, come Fernando Pérez, Daniel Díaz Torres e Rebeca Chávez per citarne solo alcuni. Sono in realtà molti di più.
In Google ho trovato questo concetto riferito al TG ICAIC : “Uno dei grandi successi della cultura cubana. Mi sono sempre piaciuti per la loro professionalità. Santiago Álvarez è stato, secondo me, uno dei migliori documentaristi del mondo. Quei TG assieme al cinema cubano degli anni 60, devono considerarsi patrimonio culturale”.
Mezzo secolo: due parole, 10 lettere, facile da pronunciare. Ma questa cultura conservata in migliaia di metri di celluloide, equivale a imprimere in quei fotogrammi la storia del continente nel quale viviamo.
È una favola narrata da una mente versatile, capace, umana e sempre piena di idee di Santiago, e non di rado si vede per le strade o per le piazze di questa Latino America e, perché no, a volte, regalando idee nel suo quartier generale dell’ICAIC. |
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