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"Siamo qualcosa più che noi stessi:
siamo popolo, siamo una speranza" Ha detto Fidel, nell’atto dei CDR |
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29.09.10 - www.granma.cu
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Il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, vestito di verde olivo e con il suo berretto di guerrigliero, ha affermato nell’atto centrale per il 50º Anniversario della fondazione dei Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR) che: "Siamo qualcosa più che noi stessi, siamo popolo, siamo un’idea, siamo una speranza, un esempio".
L’atto si è svolto nel luogo di fronte all’ex Palazzo Presidenziale, dove Fidel Castro convocò a la creazione dell’organizzazione che raggruppa più di 7 milioni di persone.
Più di 20000 integranti dei CDR, a L’Avana, in rappresentazione del resto di Cuba, si sono riuniti in questo storico luogo per commemorare la data ed ascoltare il leader cubano.
Come 50 anni fa, i CDR, la maggiore organizzazione di massa di Cuba, è tornata a riunirsi con il suo massimo leader. Le menzogne e le minacce imperiali sono le stesse di quando si fondarono 50 anni fa i CDR.
Il Comandante in Capo, Fidel Castro, ha ricordato i dettagli del suo storico discorso di quel 28 settembre del 1960, quando si fondarono i Comitati di Difesa della Rivoluzione, ch possono adattarsi alla forma di agire dell’impero nordamericano e della contro rivoluzione nell’attualità.
CON NOI NON HANNO POTUTO!
Fidel ha raccontato le esperienze vissute a New York quando fece il suo primo intervento nella ONU, e dopo aver trascorso dieci giorni “nelle viscere del mostro”.
Citando il discorso di quella notte in cui la Rivoluzione trionfante visse serie minacce, ha detto: “ Gli organi della pubblicità ci combattono, ma non hanno ragione. Ci combattono con le menzogne, ci ricordano le storielle delle agenzie imperialiste d’informazione delle riviste dei monopoli, che ci facevano credere che l’aggressione era buona, che il furto era nobile, che lo sfruttamento era giusto e la menzogna era verità!”
"I giornalai indipendenti, i giornali che dicono la verità, restano senza annunci, perchè tutto è mosso dall’affanno del lucro, dal denaro. Com’è diverso il risultato, quando il popolo è ben orientato, quando conosce la verità, quando il popolo lotta per qualcosa, quando la vita dei popoli ha un senso, quando un popolo ha un ideale, quando ha qualcosa per cui lottare!”.
“Com’e diverso il risultato! Noi abbiamo la più completa sicurezza che nonostante tutti i problemi che abbiamo sofferto e nonostante tutte le aggressioni che il nostro paese ha sopportato, se ci fosse qui la sede della ONU nessun cittadino insulterebbe un solo visitatore, perchè i cubani sapremmo in quel momento d’avere l’opportunità di dimostrare che siamo mille volte più decenti degli imperialisti!”.
“Noi abbiamo visto ospitalità, gentilezza ed educazione nei negri umili di Harlen", ha affermato.
Fidel ha ricordato che in quel momento si udì l’esplosione di un petardo e lui guardò l’orologio per vedere se era il “cañonazo delle nove”, la popolare tradizione della capitale cubana, nata nella colonia.
"Una bomba, domandai, e si udirono grida di ‘Tutti al muro’, ‘Vinceremo’ e cantammo l’Inno Nazionale ed esclamarono Viva Cuba, viva la Rivoluzione".
Fidel ha continuato a ricordare il discorso di quel giorno.
“Il popolo è qui con volontà di resistere e non solo a dei piccoli petardi, ma a tutto quello che tireranno o cadrà, fossero anche bombe atomiche”, aveva aggiunto.
“Per ogni petardino che tireranno noi costruiremo 500 scuole; per ognuno faremo tre volte più cooperative; per ogni petardino nazionalizzeremo una fabbrica di zucchero yankee; per ogni petardino nazionalizzeremo una banca yankee; per ogni petardino raffineremo centinaia di migliaia di barili di petrolio; per ogni petardino creeremo cento scuole nelle nostre campagne; per ogni petardino trasformeremo una caserma in un’aula; per ogni petardino faremo una legge rivoluzionaria; per ogni petardino noi armeremo per lo meno 1000 miliziani”.
“Tutto questo era accompagnato da esclamazioni ed applausi”, ha ricordato Fidel ed ha continuato citando lo storico discorso: “Semmbra che credevano di veder arrivare i marine, che il caffè era già colato! Noi stabiliremo un sistema di vigilanza rivoluzionaria collettiva e vedremo come si muoveranno qui i lacchè dell’imperialismo!”
“Noi viviamo in tutta la città. Che tutti sappiano chi vive, che fa e che relazioni ha avuto con la tirannia, a che si dedica, con chi si riunisce, che attività svolge; perchè se credono che potranno affrontare il popolo, avranno una tremenda delusione, perchè quando il popolo osserva, vigila, quando vedranno che la massa del popolo si è organizzata, non ci sarà imperialista nè lacchè dell’imperialismo, nè strumento che potranno muovere!”.
“Stanno giocando con il popolo e non sanno ancora chi è il popolo! Stanno giocando con il popolo e non sanno tuttavia la tremenda forza rivoluzionaria che c’è nel popolo!”. |
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La guardia dei Pionieri in tutta l’Isola |
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25.09.10 - www.granma.cu
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In ogni quartiere di Cuba, i pionieri cubani hanno salutato il 50º anniversario della fondazione dei Comitati di Difesa della Rivoluzione, i CDR, la più numerosa organizzazione di massa del paese.
Nella capitale, come in tutto il paese, dalle 20.000 alle 22.00 di venerdì 24, tutti allegri e molto svegli, più di un milione di bambini e di adolescenti hanno realizzato la Guardia dei Pionieri, un tradizionale regalo di compleanno dei “pini nuovi”, come Martí chiamò le più giovani generazioni cubane per i CDR, l’organizzazione di massa per eccellenza, che compirà mezzo secolo di vita tra pochi giorni, il 28 settembre.
Fondati dal leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, durante una manifestazione che si svolse di fronte all’ex Palazzo Presidenziale del 28 settembre del 1960, i CDR sorsero come sistema di vigilanza popolare.
Si tratta di un’organizzazione di massa che ha tra i suoi molti obiettivi (dalle donazioni di sangue alla raccolta di materie prime) la mobilitazione di tutto il popolo nei compiti di difesa della Rivoluzione e delle conquiste del socialismo. |
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Un’esposizione del popolo |
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22.09.10 - Raquel Marrero Yanes www.granma.cu
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Nel Museo della Rivoluzione, nella capitale, scenario della fondazione dei Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR), è stata inaugurata l’esposizione “50 anni difendendo la Rivoluzione e il Socialismo”.
La mostra è formata da 300 pezzi che mettono in evidenza mediante documenti, foto, memorie storiche e oggetti personali appartenenti a fondatori e collaboratori, le azioni di cinque decenni della maggiore organizzazione di massa del paese.
Aperta al pubblico nel Salone degli specchi sino al 30 settembre, l’esposizione costituisce un altro omaggio per salutare la luminosa idea di Fidel di creare i CDR, il 28 settembre del 1960 ed un tributo ai Cinque Eroi, la cui libertà è reclamata dal nostro popolo in migliaia di piazze cederiste.
Juan José Rabilero, coordinatore nazionale dei CDR, ha realizzato l’apertura dell’esposizione alla quale hanno partecipato fondatori dell’Organizzazione, familiari di Juan Ronda, il primo martire cederista; Osnay Miguel Colina, membro del Burò Nazionale della UJC e José Andrés Pérez, direttore del Museo.
Durante l’incontro lo scrittore e storiografo José Antonio Gell Noa, ha presentato la terza edizione del multimedia *Cronologia per la storia dei CDR, dedicata a Fidel, Raúl, i Cinque Eroi ed al popolo organizzato e protagonista di questa epopea.
Il materiale narra attraverso immagini e suoni, i fatto più rilevanti avvenuti tra il 1959 e il 1980. Un vero gioiello per tutte le generazioni di cubani.
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